Nei commenti al post precedente sulla Resistenza, un lettore mi ha fatto notare come non sia giusto prendere in giro la Resistenza, come non sia giusto parlare di cose che non si conoscono e di come sia giusto mantenere viva la memoria di periodi storici che non si sono mai chiusi (stiamo vivendo ancora sotto il fascimo, travestitio da PdL).
Sulla questione di non conoscere, non è mio compito giudicare me stesso, ma di certo, non essendo uno storico professionista specializzato nello studio della Resistenza, mi considero meno che un esperto. Tuttavia, se vengo giudicato in questo modo, mi sento in diritto di applicare lo stesso metro a chi m'ha cucito addosso l'impietoso giudizio.
Partiamo dalla fine: oggi siamo in pieno fascismo. Dire una cosa del genere dimostra la propria non conoscenza né del periodo storico in questione né di quello presente. Innanzitutto perché parlare di un generico fascimo non ha senso. È esistito il fascismo delle origini, c'è stato il fascismo al potere dei primi anni, c'è stato il fascimo alleato dei tedeschi e il fascismo in guerra. E faccio solo un riassunto per sommi capi.
Se volessimo paragonare l'attuale maggioranza parlamentare ad una fase del fascismo, difficilmente potremmo accostarla all'ultimo fascismo, quello che la Resistenza ha contribuito a far cadere. Si era in guerra, c'erano le colonie, stavamo perdendo, al fronte i soldati contadini morivano come mosche, senza senso. Dopo il '43, cioè quando la Resistenza si fece effettiva, il fascismo praticamente non esisteva più: l'Italia era spaccata in due e occupata da due eserciti stranieri. Oggi la situazione non è quella e non credo ci sia bisogno di discuterne.
Così come la situazione odierna non è paragonabile a quella dell'avvento del fascismo. Allora l'Italia (come molte parti dell'Europa) era in fermento. La Grande Guerra fu, oltre che un bagno di sangue spaventoso, uno sconvolgimento sociale, politico ed economico che non ha più avuto paragoni negli anni a venire. Si respirava odore di rivoluzione, i contadini e gli operai erano reduci di guerra, sapevano sparare e volevano sparare. La polizia sparava e i fascisti sparavano. Si voleva “fare come in Russia” e la sinistra non era un comitato d'affari come oggi, era fatta di socialisti che cominciavano ad avere numeri importanti in Parlamento e anarchici che si preparavano attivamente per sovvertire l'ordine costituito. Era un tempo in cui un poeta poteva radunare intorno a sé abbastanza gente in armi da conquistare e occupare una città. Probabilmente è stata l'unica volta in cui in Italia i ricchi hanno avuto paura della plebe. Questo è il clima in cui si è affermato il fascismo. Se qualcuno ha voglia di paragonare le due situazioni, è libero di farlo. Ma non mi pare il caso.
Resta il fascismo di governo, ma ancora trovo difficile paragonare le due situazioni: era un'Italia così diversa sotto ogni punto di vista da rendere difficile un paragone serio.
Quindi, stabilito che il livello di “non conoscenza” storica di entrambe le parti sia equiparabile, proviamo ad andare avanti.
La Resistenza è morta il 26 aprile 1945. La tomba è stata profanata il 2 giugno del 1946 e da allora non c'è stato giorno in cui non ci abbiano pisciato sopra. È morta soprattutto per mano dei due grandi partiti di allora, il Partito Comunista e la Democrazia Cristiana. I partigiani non erano certo andati sui monti per scegliere se diventare i burattini della Russia o degli Usa. Volevano un'Italia diversa da quella che avevano visto, ma non è andata così. Siamo diventati un protettorato americano e ci è andata bene: potevamo fare la fine dell'Ungheria (o anche della Grecia, se dobbiamo dirla tutta). Ci siamo barcamenati con destrezza e ne siamo usciti relativamente bene.
Ma dobbiamo ricordare che il partito che ha sempre preteso di rappresentare la Resistenza, il PCI, era tanto lontano dalle idee politiche dei partigiani quanto lo era la DC. I partigiani non avevano certo combattuto per far andare al potere un partito dedito al soffocamento delle libertà, al conformismo, bigotto e bolso come i democristiani amici suoi.
E qui arriviamo al punto. Perché la Resistenza è stata trasformata in retorica dal nuovo Stato repubblicano. E nel momento in cui l'ha trasformata in retorica, l'ha uccisa. E il PCI si è appropriato di quella retorica, volendo far credere di essere stato l'unico interprete della Resistenza. E c'è riuscito, infatti oggi i mufloni ignoranti che scrivono sui giornali, o siedono su qualche poltrona, o tutt'e due, criticano la Resistenza per criticare la sinistra e insultano la sinistra per insultare la Resistenza. Ma non è colpa di quei poveri disadattati che con un diploma in enologia e una carriera da PR in discoteca si son trovati ministri; è colpa di chi per 50 anni ha fatto finta di essere dalla parte dei partigiani e ha voluto spacciarsi per erede e continuatore della loro opera.
Ed è amaramente ironico, perché a leggere i racconti di chi il partigiano l'ha fatto, è chiarissima la volontà di abbattere ogni retorica, di ripartire senza autocelebrazioni e autoesaltazioni. Ma invece sono stati inascoltati anche in questo, purtroppo.
Per quanto riguarda i ventenni che diventano partigiani oggi, il problema non è certo che aiutino qualche reduce a salire sul palco o che organizzino il coro delle mondine. Anche io conosco i canti degli alpini e se mi capita canto Sul ponte di Perati, ma non faccio finta di essere un reduce della campagna di Grecia. E soprattutto, non vivo nella paranoia di essere sul Don con i russi che mi vogliono far secco. Ma questo non sarebbe ancora il problema, il problema è che quelli che pensano di essere in pieno fascismo sono talmente accecati dalla loro retorica da arrivare a sostenere la parte politica che più di tutte ha agito contro i principi della Resistenza: la sinistra.
Che, una volta scrollatasi maldestramente di dosso i drappi rossi falcemartellati, ha dato il via ad una serie di attacchi militari e occupazioni di Stati sovrani che sono l'unica cosa che possa in qualche modo ricordare il fascismo (cioè, non lo ricorda, ma se proprio dobbiamo fare delle analogie...).
Poi si potrebbe parlare a lungo di questo curioso fenomeno: del perché si dedica passione e fatica a combattere una cosa che non esiste. Perché se qualcuno paragona il PdL al PNF, mi dispiace, ma non ha idea di cosa fosse il fascismo, né alle origini né al governo. Confonde la storia con la memoria, e mescola i ricordi personali con una effettiva conoscenza di quel periodo.
Io nutro il massimo rispetto per chi, di fronte al disastro e alla guerra, ha deciso di prendere le armi per cercare di costruire un mondo migliore. Mi rammarico che non sia stato sufficiente, perché poi i fascisti sono rimasti dov'erano e tutti coloro che dal fascismo avevano tratto vantaggio non sono stati tolti in massa dall'apparato pubblico come doveva essere fatto. Mi fa male pensare che i partigiani siano morti per aprire la strada al PCI e alla DC, che si sono trasformate nell'orripilante caleidoscopio di ignoranza, stupidità e volgarità che chiamiamo “politica”.
Ma non prendo sul serio chi va ad ascoltare le parole di un vecchio novantenne che fa fatica a camminare: le sue scelte di 70 anni fa non lo rendono infallibile, nemmeno quando parla ex cathedra, e se pensa di essere governato dal fascismo, mi dispiace ma sbaglia. Non prendo sul serio chi si iscrive all'ANPI, perché manca di rispetto a chi ha sofferto sul serio sui monti. Non prendo sul serio chi chiama “fascista” qualunque cosa si muova. Non prendo sul serio chi, pur non sapendo, accusa me di non sapere.
Non prendo sul serio tutti gli antifascisti con le bandierine che cantano Bella ciao, perché non siete diversi da me: siete dei poveri sfigati come me, che non contano un cazzo come me, che sono nati in mezzo agli agi e con la pancia piena come me, e che possono permettersi il lusso di fare gli antifascisti senza fascismo perché tanto non c'è nessun fascismo nei dintorni. Se ci fossero le squadracce come negli anni '20, se ci fossero le SS come nel '43-'44, sareste tutti nascosti e probabilmente fareste come i socialisti negli anni '20: stareste buoni ed allineati alla linea del partito, che a parole incitava alla rivoluzione e nei fatti fermava ogni più piccolo sussulto di protesta. “Pompieri” li chiamavano. E lascereste quei pochi che avevano deciso di fermare le Camice Nere con la forza abbandonati a loro stessi, perché non erano sufficientemente ortodossi e proni ai voleri dei capi partito. E ci regalereste altri ventanni di dittatura.
Conosco gli antifascisti di vent'anni e conosco la retorica bolsa che si portano dietro. E non mancherò mai di fare dell'ironia su costoro.
24 commenti:
Sono assolutamente senza parole Tommy.
E' molto bello.
Mi fermo qui. Hai gia' detto tutto quel che c'era da dire e io me lo sono letto d'un fiato.
Diamine, che bel post.
Un applauso a scena aperta, mi alzo e mi inchino.
P.S. quanto al fare ironia su costoro, ci pensano già abbastanza da soli. Ma non lo sanno :-)
"Non prendo sul serio tutti gli antifascisti con le bandierine che cantano Bella ciao, perché non siete diversi da me: siete dei poveri sfigati come me, che non contano un cazzo come me, che sono nati in mezzo agli agi e con la pancia piena come me, e che possono permettersi il lusso di fare gli antifascisti senza fascismo perché tanto non c'è nessun fascismo nei dintorni."
Tommy Angelo sindaco.
Questa volta non faccio battute, che poi qualcuno fraintende crociate con resistenza... per fortuna mi hanno accettato nella associazione reduci napoleonici della Beresina sennò ci rimanevo davvero male...
Cordialità
Attila
Grande articolo.
Davvero.
Sarebbe bello leggere ogni tanto articoli del genere anche sui quotidiani nazionali.
A presto
Carissimo, non so come mai tu mi abbia eletta a rappresentante ufficiale del PCI o PD o altra formazione sinistrorsa, mi spiace dirti che ti sbagli proprio. Ma d'altronde avevi bisogno di un bersaglio contro cui esprimere la tua (ottima) dialettica, probabilmente, tutto qua.
Io ho detto:
"ovvero che è una lotta che va portata avanti, perché i fascisti ci sono ancora, eccome"
il resto (che siamo in pieno regime, che la situazione attuale va paragonata, ecc ecc), l'hai detto tu. Che i fascisti ci siano ancora, è vero e non so come sia possibile negarlo visto che alcuni provvedimenti del governo vanno innegabilmente a favore della censura e della mancanza di libertà d'espressione. Ma non chiederlo a me, non c'ero ai tempi del fascismo. Sono gli stessi ex partigiani che lo dicono. Anche quelli che han votato DC per tutta la vita, sai?
"perché a leggere i racconti di chi il partigiano l'ha fatto, è chiarissima la volontà di abbattere ogni retorica"
Mi spiace dirtelo, ma io oltre ad averne uno in casa, di ex partigiano, ne ASCOLTO DAL VIVO i racconti molto spesso essendo membro dell'ANPI. E hai ragione a dire che non si autocelebrano, anzi ammettono i propri errori, ma sono i primi a dire che combattere per il proprio paese e per certi valori (come uguaglianza e libertà) sia importante. che si combatta con i fucili o con le parole. E sono fieri di vedere che tante persone giovani si prendono l'impegno di dar loro una mano a mantenere viva la memoria di un evento storico importante e poco studiato a scuola (anche a volte per ragioni pratiche, ma soprattutto per colorazioni politiche arbitrarie che vengono affibbiate così a caso).
Concordo con il tuo "era un'Italia così diversa sotto ogni punto di vista da rendere difficile un paragone serio.". Ma io come te, quell'Italia non l'ho mai vista, mi fido appunto di quel che dice il Comandante Diavolo e di quel che dice mio nonno, ovvero "che si respira la stessa aria", non del 45, ma degli inizi del regime. Non ci sono le stesse persone né è lo stesso momento storico, d'altronde le cose non si ripetono sempre uguali. ma ci sono la CONDIZIONI, l'assenza di impegno civile, l'indifferenza, l'ignoranza. L'idea di partecipare all'impegno dell'ANPI sarebbe più o meno questa: TI DICO LE COSE CHE A SCUOLA NON TI DIRANNO, TU TE LE ASCOLTI POI DECIDI CON LA TUA TESTA.
Tu accusi la sinistra di strumentalizzare la resistenza, e ci sta (ma come dicevo anche sul blog di Yoss, se ne sono appropriate LE PERSONE grazie all'impegno nel mantenerne la memoria, non certo un partito oppure l'altro).
Purtroppo tu stesso sei il primo a strumentalizzare quel che ho detto per avere i tuoi 15 minuti di gloria, tra un pubblico di lettori che evidentemente la pensa come te. Ti piace vincere facile eh?
Ci sono antifascisti di vent'anni che sono GRANDISSIMI coglioni, lasciamelo dire, probabilmente perché a 20 anni si è un po' colgioni per statuto e quindi alla fine glielo si perdona, tutto questo entusiasmo esagerato. E questi coglioni spesso imparano molto da persone di 90 anni: che mi dispiace contraddirti, ma non sono congelate a 70 anni fa come pensi tu, anzi pur non impegnandosi in maniera diretta, contribuiscono con la propria voce e la propria esperienza a mantenere viva la memoria di un impegno civile che ci ha salvato il culo da molte cose (partigiani non erano solo quelli col fucile, ricordiamocelo).
E.
Mai fu più vera la massima del vecchio saggio: "la storia si ripete sempre due volte: la prima volta in tragedia la seconda in farsa".
Aio ci risiamo.
E' arrivata pure da me tre volte a "raddrizzare" i torti.
Allora E, te lo dico con estrema pacatezza perche' sono a casa di Tommy.
Dici che non ti si puo' attribuire una identita' politica.
Allora: se difendi a spada tratta quella che pensi sia la resistenza di sinistra e spieghi che e' stata solo di sinistra come hai fatto da me, trovo alquanto singolare che ti arrabbi se ti accomunano con la sinistra.
Come fai a difendere qualcosa in cui non ti riconosci e che ti fa pure arrabbiare se ci vieni associata?
Mi sembra ancora una volta, un caso di multipla personalita'.
Ti esorto ancora una volta ad avere il coraggio delle tue azioni e idee politiche e a non rifugiarti dietro un anaracononsisache che nel tuo caso mi pare una posizione di comodo per gattare il sasso dialettico e nascondere la mano.
Io ho detto e ripetuto che mi sento un socialdemocratico, che non amo le sinistre comuniste,post-sessantottine e specie quella italiana, e che votero' un partito di centrosinistra inglese.
E me ne assumo l'onere e le responsabilita'.
E non me ne vergogno.
Te l'ho gia' detto da me. Trovati una personalita' nella quale restare almeno un'ora al giorno.
Ciao E.
Be' guarda, se cercassi la gloria probabilmente andrei al Grande Fratello. I numeri del mio blog parlano da sé e non credo di aver bisogno di postare lo screenshot della dashboard di Analytics per affermare che sono quanto più lontano dalla gloria ci sia in circolazione. C'è un po' di gente che mi legge, alcuni commentano, a volte sono d'accordo con quello che scrivo, a volte no. Tutto qui. È più che altro un bar, dove ci si trova per discutere del più e del meno.
Ma nemmeno tu dovresti montarti così tanto la testa. Non ho certo scritto il post per dare contro a te: semplicemente quello che dici tu lo dicono in tanti, quindi ho scritto il post perché gli argomenti sono quelli che saltano fuori normalmente quando si discute di queste cose. O pensavi forse di essere la prima a formulare certe frasi?
Né ti ho eletta a rappresentante di alcunché, ho solo fatto un discorso generale. Quello che al massimo ti ho contestato è la confusione tra storia e memorie personali. Perché le memorie personali, oltre a essere abbastanza soggettive e prone alla sferza del tempo, sono sempre accompagnate da memorie contrarie. Sai quanta gente si è trovata uccisa o pestata o derubata dai partigiani? Quante donne con la testa rasata? Sono memorie personali al pari di quella dei tuoi parenti e di Diavolo, e confrontarle non porta a nessuna conclusione. Perché la storia non è la memoria.
D'altronde chi ha fatto il partigiano e oggi ha novant'anni, al tempo della marcia su Roma, o prima ancora durante il biennio rosso, o non era nato o era un bambino di qualche anno. E, col tuo permesso, io le memorie di un bambino non le considero una fonte attendibile per capire un periodo storico.
Poi guarda, io ti consiglio di non andare avanti, perché ogni volta che scrivi una riga dimostri di non sapere di cosa parli. Del che m'importerebbe men che zero, se non fosse che tu sei arrivata qui a dirmi che “non so”. No, perché se scrivi che il problema dell'avvento del fascismo era che la gente se ne fregava, mi sa che non parliamo dello stesso periodo storico.
Il primo dopoguerra è stato il primo vero momento storico in cui le masse, la plebe sale alla ribalta e si appropria di una visibilità politica che non aveva mai avuto prima. Come ti ho già detto, ma forse non sono stato abbastanza chiaro, allora il Partito Socialista aveva grossi numeri in Parlamento e faceva paura; fuori dal Parlamento avevamo uno dei più importanti movimenti anarchici d'Europa, che voleva fare la rivoluzione. C'erano le fabbriche occupate: occupate vuol dire col fucile in mano a tener fuori polizia e fascisti. E le occupavano per fare la rivoluzione. In Russia ce l'avevano fatta (così pensavano loro, almeno) e ce la volevano fare anche loro.
I braccianti si riunivano in sindacati, si andava alle manifestazioni sapendo di affrontare le pallottole e le botte della polizia e delle Camice Nere. Bada: non si rischiava una carica della polizia, si sapeva che ti avrebbero sparato.
È ovvio che se la mettiamo sui numeri assoluti, probabilmente quella era una minoranza della popolazione. Ma non mi venire a dire che un periodo di tumulti sociali che stavano per o volevano portare alla rivoluzione erano marcati da “assenza di impegno civile, indifferenza, ignoranza”.
Se vieni a dirmi che oggi abbiamo la censura come ai tempi del fascismo, pretendo che tu mi mostri quanti giornali sono stati dati alle fiamme, quanta carta il governo ha impedito che arrivasse ai giornali, quale legge impedisce a quale giornale di essere stampato.
L'ho già scritto altrove e lo ripeto: sono 16 anni che sento gridare alla censura. Ma non ho visto un giornale chiudere per decreto legge. Non uno.
Siamo stati troppo fortunati. Troppi agi, troppe libertà e adesso tocca sentire le lamentele per la censura. Se fossi io un partigiano vi sparerei col fucile a sale, tipo zio Paperone.
@Tommy: Bel post, mi piacerebbe averlo scritto io.
@Anonimo: quanto c'e' oggi di piu' vicino al fascismo è chi usa locuzioni come "portare avanti".
Yoss,
oh ma che stanchezza. Non mi piace essere identificata con una parte politica "partitica", non mi piace essere chiamata con il "voi di sinistra". Lo ritengo offensivo perché ho delle mie idee personali esattamente come le hai tu, e soprattutto perché far parte dell'ANPI non significa necessariamente essere di sinistra, significa credere in certi valori come l'antifascismo e la libertà di espressione, punto. E concordo con te che questi valori non DOVREBBERO essere esclusivo appannaggio della sinistra. Il fatto è che la sinistra (partitica) se ne è per così dire "appropriata" in mancanza di un impegno a celebrarne la memoria da parte delle altre parti politiche.
E ancora, NESSUNO ti ha dato del fascista o ha detto qualcosa di TE, ho capito che sei socialdemocratico, ma scusami, anche un po' chissenefrega. Non credo che quello che voti sia poi tanti importante, soprattutto se si sta parlando di un'organizzazione apolitica come l'ANPI.
E no, non sono bipolare, sei tu che estrapoli quello che ti pare da quello che scrivo per avere ragione, peccato che se perdessi più tempo a leggere capiresti che per il 50% (bipolarismo...forse hai ragione) te la do eccome.
Magari non su Montesole+Soluzione finale che era un'epica stronzata, ma vedo che su quello non hai commentato...ti facevo molto più intelligente di così, peccato.
E.
@Tommy
Io semplicemente ho notato che il post iniziava con una mia citazione. E ho detto la mia. A me importa poco cosa pensi della sinistra o del governo, come non credo che interessi a te cosa penso io.
La differenza è che io cerco di leggerti con attenzione e senza pregiudizi, e certe cose che scrivi le condivido, anzi molte.
Le celebrazioni 25 aprile/1 maggio spesso sono purissima fuffa e retorica, ma ti assicuro che il 25 aprile a Monte Sole è una cosa un po' diversa.
Quello che mi stona, nel post precedente, è quell'ironia (a mio parere superficiale e gratuita) sull'ANPI. Mi sembra molto qualunquista rispetto al tono del resto del blog. Insomma, sarcasmo sprecato, dato che il resto del ragionamento lo condivido.
Però non ci capisco più niente: prima critichi, poi adesso prendi le parti dei partigiani e ti metti anche nei loro panni...non ce n'è bisogno, dato che si esprimono da soli. E mi spiace, sì TU sei ignorante su questo, quando dici "sai quante donne con la testa rasata eccetera"...sei bravissimo a ribadire l'ovvio. La guerra partigiana era una guerra, secondo te erano ballerine? Specie verso la fine hanno attuato rappresaglie pesanti di cui molti oggi si vergognano. La stessa Montesole: i Partigiani se ne sono stati in montagna a guardare.
Sono d'accordo con te, memoria non è storia, e infatti l'ANPI tiene viva la MEMORIA, che è un'indispensabile corollario ai fatti storici. E non è solo memoria di FATTI, ma di luoghi, di storie. Nessuno ha pretesa che la raccolta che stiamo facendo delle memorie abbia valore storico in sé e per sé.
Anche mio nonno non è stato testimone della Marcia su Roma (per disgrazia era nato a Bologna), ma non ritengo senza valore i suoi racconti sull'Italia Fascista e sull'ignoranza in cui vivevano.
Se avessi un minimo di dubbio o di umiltà, ti potrebbe raccontare di come a 19 anni, figlio di una famiglia di 13 fratelli contadini che non aveva neanche una mucca, sia entrato in guerra convinto fascista (per ignoranza) e in Jugoslavia una famiglia gli abbia fatto leggere i giornali e spiegato come stavano le cose. Di come abbia disertato e sia andato in montagna.
Gli altri ti racconterebbero di come tante famiglie "senza problemi" (come tu dici siamo noi adesso) e ricche di Modena, ospitassero in soffitta i partigiani.
Di come l'altro mio nonno che era macellaio e benestante ( e lui sì, che è morto da 20 anni, mi ha raccontato della Marcia su Roma e del primo dopoguerra), nascondesse le cartucce delle armi dei partigiani nella stufa di casa.
Tu fai un gran parlare di coraggio e eroismo, ma se avessi mai parlato con un partigiano ti avrebbe detto che il coraggio non c'entrava niente, semplicemente se si sapeva la verità non c'era altra scelta, moralmente, che combattere, ognuno facendo quello che poteva.
A proposito della censura, nessun giornale ha chiuso, ma dato che tu mi ribadisci di continuo che non siamo nel 22 o nel 45, ti giro la domanda: credi che il 90% degli italiani OGGI legga i giornali? Suvvia, anche senza voler drammatizzare (non siamo in regime, ma neanche siamo degli ingenui), la gente guarda SOLO la TV, e in tv i telegiornali sono un'unica voce governativa (con l'esclusione forse di LA7 e Sky).
Poi per carità, se anche il PD si facesse vedere di più non so se sarebbe utile dato che non ha un cazzo da dire.
E spero di sbagliarmi su questo governo, spero proprio che abbia ragione tu e che io stia esagerando. Ma non posso saperlo come non puoi tu, quello che succederà, possiamo semplicemente analizzare la situazione da 2 differenti punti di vista.
E.
Ragazzi,bbòni... cerchiamo di non litigare :-)
* * *
E. guarda che mi sa che non hai capito molto di quello che ho scritto. Io non mai preso in giro né i partigiani né l'ANPI e questo lo hanno capito credo tutti coloro che hanno letto il post.
Si capisce dal fatto che fai ragionamenti non lineari: mescoli cose differenti, divaghi e salti di palo in frasca. Mi contesti cose che non ho mai detto, mi critichi per aver detto che i partigiani erano coraggiosi (anche se non sono sicuro di averlo detto).
La storia delle donne rapate non era per parlar male dei partigiani, era per fare un esempio: lo sai vero cos'è un ragionamento astratto? Se tu mi parli della memoria X riguardo al fatto Z, e io ti dico che ha un valore relativo perché esiste la memoria Y che dice l'esatto contrario, non sto affermando che il fatto Z sia falso. Ti sto dicendo che per capire meglio il fatto Z non possiamo affidarci alla memoria X o Y, ma dobbiamo trovare altri riscontri. La possiamo tenere in considerazione, ma va contestualizzata e filtrata. Non mi pare un ragionamento contorto o complicato, sono i rudimenti di qualsiasi indagine storica.
E ogni tanto vedo anche un po' di ingenuità: non vedi la differenza tra avere le sedi di un giornale bruciate e la gente picchiata per strada e il fatto che oggi volontariamente non si leggano giornali, che però ci sono ed in gran quantità?
Non c'è fascismo, se per fascismo intendiamo quello storico e reale. Se invece fascismo significa "tutto quello che a questo mondo non mi piace", sì certo, allora siamo in pieno fascismo. Per sempre. In saecula saeculorum.
Solo che a chiamare tutto fascismo, niente è più fascismo.
Tommy, io ho capito benissimo quel che vuoi dire, e faccio sicuramente ragionamenti contorti, dovendo rispondere a 2 post e 3 commenti chilometrici senza voler scrivere un romanzo.
Ma a casa mia la frase "Perché bisogna averne un paio bello grosso per fare il partigiano oggi, con tutte le SS che girano per Roma e Milano." è sarcasmo.
Gratuito, perché mi risulta che nessuno iscritto all'ANPI oggi pretenda di imbracciare il fucile. Si pretende semplicemente di raccogliere le istanze di impegno civile dei partigiani, così come loro le hanno raccolte dai garibaldini.
Portare avanti idee, valori, memoria.
Nessuno ti accusa di offendere i partigiani, ti si accusa di fare dell'ironia gratuita. E basta.
Guarda replico a una cosa sola:
"Ti sto dicendo che per capire meglio il fatto Z non possiamo affidarci alla memoria X o Y, ma dobbiamo trovare altri riscontri. La possiamo tenere in considerazione, ma va contestualizzata e filtrata. Non mi pare un ragionamento contorto o complicato, sono i rudimenti di qualsiasi indagine storica."
E infatti ho appena scritto che il lavoro dell'ANPI non ha nessuna pretesa di essere storia, è MEMORIA. L'avevo scritto già 3 volte. Così come ho già scritto 3 volte che la storia non si ripete sempre uguale, e dunque paragonare le sedi di giornale bruciate all'attualità può essere solo un escamotage per avere ragione.
Come dicevo, ti piace vincere facile eh?
PS. Ingenuità...per me è un grandissimo complimento, grazie.
E.
@E
Sempre con pacatezza e brevita' perche' ho una vita.
In primis:
se non hai capito perche' ho scelto quell'episodio e' affar tuo.
Io ho una dignita' e non credo di doverla calpestare per spiegare cio' che e' evidente a chi possiede processi mentali, logici ed emozionali a livello di un fermacarte.
In secundis:
Magari non su Montesole+Soluzione finale che era un'epica stronzata, ma vedo che su quello non hai commentato
Scrivo spesso di Storia e l'ho fatto anche professionalmente.
Chiunque e' libero di correggere le eventuali imprecisioni o di dissentire da interpretazioni.
Ed e' un cosa della quale mi premuro sempre di informare i miei lettori ogni volta che scrivo di Storia ( e che mi capita piuttosto spesso).
Quello di cui non ho bisogno sono lezioni di Storia, tantomeno da te.
Infine:
E ho capito che sei socialdemocratico, ma scusami, anche un po' chissenefrega. Non credo che quello che voti sia poi tanti importante
Libera di fregartene, ma per me quello che voto e' importante.
Io non voto per una squadra di calcio: non voto in base a considerazioni acefale da "tifoseria".
Per me democrazia non e' gridare "non e' gggiusto", o "ccccc'ho il diritto".
Ieri sera ho seguito un dibattito politico in cui tre candidati alla carica di primo ministro discutevano di tasse, welfare, immigrazione, scuola e ricerca scientifica.
Nessuno ha dato del fascista o del comunista all'interlocutore, nessuno si e' messo a cantare "Bella Ciao" o "La Canzone del Piave".
Nessuno ha invitato il pubblico a salire sulle barricate e a combattere i fascisti o i comunisti.
Quelli come te cara E - e non importa di che colore o simpatia politica - sono il motivo per cui i politici italiani non importa di che colore e simpatia politica, invece di parlare di tasse, welfare immigrazione etc etc, cantano "Bella Ciao" gridano " Abbasso la censura fascista" o " Fermiamo i magistrati comunisti".
So bene che per quelli come te tasse, welfare, immigrazione, scuola etc etc sono quisquilie materiali e volgari rispetto all'esigenza di vestirsi da partigiano a vent'anni, combattere i fascisti e salire sulle barricate per i "ddddiritti" violati e combattere i "regimi" che mettono a tacere eroi del popolo ex-europarlamentari da 100.000 euro all'anno come Santoro.
Ma questo e' il motivo per cui abbiamo una classe politica degna di chi la vota.
A destra e a sinistra.
Vuoi le barricate, e gli "alti idddeali" per combattere le SS, i comunisti o i repubblichini nelle strade di Roma nel 2010?
Eccoci serviti.
Per quanto mi riguarda sono felice di sapere chi sono, cosa voto, e perche' penso prima di votare.
ti facevo molto più intelligente di così, peccato.
Questo e' vero, devo ammetterlo.
Come dice un proverbio: "Non metterti a discutere con uno sciocco. Potrebbe non notarsi la differenza"
Yoss,
non pretendo di darti lezioni di Storia, ma ci mancherebbe, non mi sento di dare lezioni a nessuno su niente. Soprattutto a te, dato come la prendi quando ti si fanno notare.
Inutile che ti dica che giudicare il modo di pensare, di vivere e di comportarsi di qualcuno senza conoscerlo, solo in base a quel che hai potuto dedurre da 2 frasi scritte, è sciocco oltre che inutile.
Non te lo sto a dire perché so che catalogando "Quelli come me" (ancora il magma indistinto!) raggiungi il tuo scopo e prendi l'applauso, quindi continuerai a farlo.
Ma non fai altro che cadere nello stesso errore di cui mi accusi, ovvero la superficialità.
E.
@E
Ok, I quit.
Tommy grazie dell'ospitalita', e ancora complimenti per il post.
Facciamo cosi' E:
ieri sera ho visto un dibattito in cui si parlava di cose reali e parlare con te mi ha depresso.
Fai quello che vuoi, iscriviti all'ANPI, all'associazione Reduci di Waterloo e delle Guerre Puniche.
Canta Bella Ciao, la Bella Gigogin, Bandiera Rossa e tutto l'ambaradan.
Io in un paese cosi' ci ho vissuto per 44 anni, poi visto che di vita ne ho una sola, mi sono rotto i coglioni di cantare Bella Ciao, di parlare di televisioni, di Berlusconi, di fascisti dappertutto, e di barricate.
Ma soprattutto di dover avere una tessera dell'ANPI, del PD, del PDL o di chi diamine vuoi, per trovare lavoro, o fare carriera.
Esattamente quello che i partigiani non volevano.
Cosi',mi sono tolto elegantemente dai coglioni.
Quindi sono contento che qui dove sono, il 25 aprile sia solo il quarto giorno del solstizio primaverile.
E se tu rappresenti la " meglio gioventu'" che un giorno guidera' il paese, magari nel 2035 cantando Bella Ciao e invitando alla resistenza contro il fascismo, che dio o chi per esso aiuti il popolo italiano.
solo il quarto giorno del solstizio primaverile.
L apsus: mi sono confuso con il 21 marzo.
Vabbe', facciamo che e' solo un accidenti di giorno in aprile.
In spirito di riconciliazione storica e di superamento dei contrasti che separano gli eredi delle diverse fazioni che si confrontarono allora, propongo di far diventare il 25 aprile la giornata dedicata all'unica cosa cui tutti i partigiani, i repubblichini, i tedeschi, le SS, i G.I. e i Buffalo Soldier pensavano.
Una parolina solo per far sapere che ho apprezzato molto questo intervento: complimenti.
Come dice Santaruina, sarebbe bello poter leggere un articolo del genere su di un quotidiano; purtroppo non succederà, ed anche per questo sarò felice quando anche l'ultimo di essi spirerà.
grazie Alex!
(ah, ma allora sei tu uno di quelli che non leggono i giornali e aprono la strada al fascismo...)
Clap. Clap. Clap. Bellissimo post, chiaro, sintetico, perfetto. DAvvero. Non voglio entrare in polemiche (sciocche), ciò che hai scritto potrà essere o meno condivisibile, ma è perfetamente chiaro e coerente. E io lo condivido.
Una chiarezza di pensiero notevole, mi piacerebbe avere il tempo di commentare in dettaglio, purtroppo il lavoro mi chiama.
Miguel Martinez
Post eccezionale. Complimenti davvero.
Oggi c'è chi rivaluta ancora il fascismo? La risposta è sì.
E questo scritto di Asor Rosa ne è un esempio:
http://esserecomunisti.it/index.aspx?m=77&f=2&IDArticolo=24963
Ogni volta che mi capita di leggerlo e arrivo al punto in cui parla delle "buone intenzioni" del fascismo, finisco in preda alle convulsioni.
Non credo ci sia bisogno di commentare...
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