Io ammiro i tedeschi per come gestiscono la cosa pubblica: sono efficienti quanto uno statale può essere, però sono onesti fino all'ultimo, onesti onesti onesti. Nel privato invece non li capisco molto. Non dico nelle aziende private (quelle sono efficienti come un ufficio pubblico), ma proprio nel privato privato. Ogni tanto ho l'impressione che arrivino da qualche altra dimensione e non abbiano mai avuto contatti con le altre persone. Così quando si parla del più e del meno mi trovo a distribuire consigli banalissimi e ovvietà e in cambio vengo idolatrato quale portatore di un grado sapienziale superiore.
Tra le altre cose, in queste lande manca totalmente il concetto di “come si incazza si scazza”. Dalle mie parti si dice così, magari in altre regioni d'Italia no, ma si usa per intendere che c'è un limite all'arrabbiatura di una persona, oltre il quale scatta l'indifferenza altrui (di solito relativamente a qualche screzio nella relazione tra due persone).
Prendiamo la tipica coppia marito e moglie. Il marito fa una di quelle cose che mandano in bestia la moglie, chessò, risciacquare i piatti dopo averli lavati. Se la coppia fosse italiana, la moglie andrebbe dal marito a lamentare l'orrida azione. Il marito si arrabbierebbe per essere stato criticato e basta. Però se il marito persistesse nel suo stato di arrabbiatura, la moglie liquiderebbe la questione con “come ti incazzi ti scazzi”, cioè falla finita, non essere ridicolo, c'è un limite entro il quale ti devi mantenere, dopodiché non è più affar mio.
Se la coppia invece è tedesca, la moglie non andrebbe mai dal marito a lamentarsi, perché il marito si arrabbierebbe e così lei si troverebbe ad avere due rogne: i piatti risciacquati e il marito incazzato. Non si tratta di paura, potrebbe essere anche a ruoli invertiti. È solo che l'incapacità di gestire l'arrabbiatura altrui è tale da far preferire il silenzio.
In questo modo una persona appena un po' più scorbutica o egoista o viziata ottiene sempre tutto quello che vuole, perché chi le sta attorno preferisce accondiscendere anziché vederla incazzata, anche se c'è l'aggravante dei futili motivi. Potrei raccontare storie per noi al limite dell'assurdo a riguardo; ho assistito con le mie orecchie a dichiarazioni che in Italia sarebbero costate come minimo il definitivo accompagnamento alla porta con minaccia di non farsi più vedere.
Qui tutti tacciono e rimuginano, rimuginano e tacciono. Mi stupiscano che non muoiano tutti di cirrosi a 35 anni, davvero.
6 commenti:
Ecco un ottimo motivo per cui non riuscirei a vivere senza la lavastoviglie...
Cordialità
Attila
Io credo che ricorderò con più affetto la mia prima lavastoviglie che la mia prima macchina.
Prima che arrivasse in casa ero l'incaricato in famiglia del lavaggio dei piatti; e l'ho sempre trovata un'attività abbastanza distensiva. È grave?
No, tutti hanno delle attività che trovano quasi piacevoli e altre che odiano visceralmente. Per esempio io odio lavare i piatti ma non ho problemi a stirare, altri odiano stirare ma puliscono casa tre volte a settimana.
Lo chiamano "quieto vivere" e a dire il vero ne ho visti non rari esempi anche in Italia, mi incuriosiscono le tue storei al limite dell'assurdo.
I tedeschi dici? Non saprei: "quieto vivere" mi pare dare l'idea della consapevolezza della scelta, si sa che si avrebbe diritto a parlare, ma non si fa per ragioni considerate prioritarie.
Invece quello che intendo io è l'incapacità di saper affrontare le intemperanze di qualcuno, o comunque gli attriti che inevitabilmente si creano, senza avere in mente una quiete generale che non viene nemmeno presa in considerazione.
Sulle storie... di alcune io ho solo ricevuto il resoconto da altri, per cui non ci potrei mettere la mano sul fuoco, per quelle che ho visto io preferisco mantenere un rispettoso silenzio visto che coinvolgono terze persone che non sono qui a replicare.
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