Ci sono alcune cose che a noi paiono così ovvie e scontate, così macroscopicamente in bella vista che non riusciamo a comprendere come tutti quelli che ci circondano non le vedano. Di esempi ne avrei molti, ma oggi mi interessa discutere della personificazione dell'azione di governo. È la naturale tendenza a discutere di fatti politici attribuendone al paternità ad una sola persona: Bush ha fatto questo, Putin ha fatto quest'altro...
Questa tendenza è ampiamente giustificata dal fatto che veniamo istruiti sin da piccoli a pensare in questo modo, oltre ad avere una cultura secolare alle spalle che non aiuta. Il mito antico individuava un “primo scopritore” o “inventore” per ogni cosa. Generazioni di studenti si sono formati su libri come “Le vite parallele” e “Le vite dei Cesari”. Esiste cioè un filone nobile del pensiero che individua le cause delle umane vicende nelle azioni di singoli individui (i viri illustres dei romani). Non è difficile da spiegare: le azioni di un singolo uomo sono comprensibili, l'insieme dei molteplici fattori che determinano gli eventi no; inoltre, le fonti riguardo alle azioni di un singolo uomo abbondano, quelle dei fattori oggettivi no (e tanto più si va indietro nel tempo tanto più questo è vero).
Siamo autorizzati a definire l'Iliade opera di Omero e la nascita dell'impero romano opera di Ottaviano, ma lo facciamo perché le fonti non ci permettono nulla più ed è implicita la convenzione per economia di linguaggio. Quando però si abbiano a disposizione numerose fonti e ben documentate, non è più accettabile il ricorso alla personificazione. Nella storia recente come nell'attualità, ritenere che un uomo solo possa determinare il corso degli eventi è un atteggiamento superficiale.
È sufficiente assistere, in questi giorni, al baccano che si sta scatenando intorno a Craxi. Secondo alcuni, Craxi ha distrutto l'Italia; secondo altri, l'ha salvata da morte certa. Tutto da solo. Il suo cervello era collegato ad un übermainframe nel sottoscala di palazzo Chigi e di lì dirigeva ogni cosa. Ogni cosa.
Non voglio certo sottovalutare l'influenza che un Presidente del Consiglio ha sul proprio Paese, ma qui si stanno dimenticando le basi di qualsiasi ragionamento che si mantenga almeno all'interno di un minimo buon senso. Craxi è stato Presidente del consiglio una volta sola (due di fila, per essere precisi), dall'agosto 1983 all'aprile 1987: tre anni e nove mesi scarsi. Sarà anche stato bravo o malvagissimo, ma cosa può aver fatto in meno di quattro anni e con in mezzo una crisi di governo?
Poi, tutti si dimenticano sempre il particolare che l'Italia è una democrazia parlamentare. Vuol dire che la centralità dell'opera politica appartiene al Parlamento, non al Governo. Il Governo è subordinato al Parlamento e può da esso essere sostituito in qualsiasi momento, come infatti succedeva con cadenza quasi annuale fino all'arrivo di Berlusconi sulla scena. In un sistema parlamentare proporzionale la creazione di un governo risulta dall'accordo di diverse forze politiche, visto che nessuna – nemmeno la DC dei tempi d'oro – riusciva ad ottenere la maggioranza assoluta. Puntualmente, il governo Craxi era sostenuto da 5 partiti (DC, PSI, PRI, PSDI, PLI), perché alle elezioni dell'83 il Partito Socialista aveva ottenuto l'11 percento dei voti. Il PSI era sì il terzo partito in Italia, ma non era una forza sociale dirompente, non aveva i numeri dalla sua. Quindi, che piaccia o meno, Craxi faceva parte di un sistema più ampio, complesso e articolato che di certo non poteva comandare a bacchetta, né dirigere a piacimento.
Esaltare Craxi o, al contrario, ritenerlo responsabile di ogni male, è un giudizio superficiale e immotivato, che non ha alcuna valenza se non sul piano emotivo, con la creazione di un mito o di un capro espiatorio. In ogni caso ne risulta un personaggio grottesco e onnipotente, in grado di manipolare l'Italia a proprio piacimento come se fosse fatta d'argilla.
Non credo sia necessario spiegare che in un sistema complesso come una Nazione moderna l'intervento di una sola persona, per quanto potente, non abbia particolare influenza sul lungo termine. È un'idea infantile. È la stessa idea per cui Obama avrebbe dovuto essere la svolta a 180° della politica americana, quasi che questa sia una partita di calcetto tra amici, dove basta che qualcuno gridi “rigore” perché il gioco si fermi e ci si metta a decidere se è rigore o meno.
Purtroppo se questo è il tenore del dibattito non solo dell'opinione pubblica mainstream, ma anche dei commentatori underground di internet, penso che assisteremo soltanto a scontri tra gente con la schiuma alla bocca che grida “ladro” e “eroe” in faccia agli altri.
Un po' quello che succede con Mani Pulite: un'inchiesta che ha portato in galera qualche potentucolo, che ha creato qualche sussulto qui e lì e poi basta. Non è crollato nessun sistema, non è cambiato niente. Certo, alcuni personaggi sono spariti per motivi anagrafici. Craxi, che si era costruito una carriera con modi da dittatore all'interno del PSI, al primo alito di vento è stato abbandonato dai suoi stessi sostenitori, come tutti i dittatorelli. I partiti hanno cambiato nome. Per il resto tutta la classe dirigente che c'era prima è rimasta. Metà dell'attuale governo è composta di ex socialisti; Berlusconi senza Craxi non esisterebbe nemmeno. Il resto del Parlamento sono tutti ex qualcosa, DC e PCI soprattutto. Amato, Ciampi, Prodi, Dini sono tutti politici che appartengono alla cosiddetta prima Repubblica. E quelli più giovani (per modo di dire) come d'Alema, Fini, Casini, hanno trascorso la loro vita in una sede di partito e sono stati educati secondo le regole di allora. Mani Pulite è stato un accidente che non ha mai interrotto la continuità del nostro sistema politico.
La vera differenza col passato è che oggi succede che qualche politico venga indagato. Una volta non succedeva, oggi sì. Purtroppo è inevitabile, in un sistema che funziona solo attraverso la corruzione. È un sistema dove persino un Marrazzo qualunque, decisamente una personalità defilata e sottotono, passa il suo tempo libero tra cocaina e prostitute, quindi figuriamoci cosa fanno gli altri. Il povero Craxi lo sapeva e aveva usato questo fatto come difesa: se tutti rubano, siamo tutti colpevoli. Se siamo tutti colpevoli, nessuno è davvero colpevole. Quel patetico appello al Parlamento voleva risuonare come l'atto del grande uomo. Ma il pubblico di ladri, che della moralità aveva fatto strame per anni, non ha raccolto: hanno fatto il gesto dell'ombrello e l'hanno lasciato scivolare verso il suo destino. E non si può dire che quelle parole non suonino ridicole: un ladro che fa appello agli altri ladri per mettersi d'accordo su come smettere di rubare è una scena surreale, buona per qualche commedia e niente più.
Ma siamo in Italia e c'è sempre qualcuno pronto a difendere i forti. Me ne sono fatto una ragione.
6 commenti:
analisi equilibrata e condivisibile.
l'unica "progressione" che noto dalla prima alla seconda repubblica è che, precedentemente, vigeva il "prendi i soldi e scappa".
ora, invece, prendi i soldi, gridi alla persecuzione politica, rimani in italia e ci governi pure.
Credo che prima di Tangentopoli la classe politica italiana fosse sostanzialmente intoccabile per questioni geostrategiche: erano lì a mantenere l'ordine stabilito a Yalta e dovevano farlo (anche il PCI) altrimenti si andava a finire come in Grecia o peggio.
In cambio avevano ottenuto l'impunità di fatto.
Finita la contrapposizione tra blocchi, all'America non siamo più importati granché e ci hanno lasciato andare. Ai politici mancavano i protettori e nei primi momenti di riaggiustamento degli equilibri qualcuno è caduto.
Nessun problema, comunque: basta vedere cosa è successo con De Magistris. Il Ministro lo ha sbattuto fuori dai piedi e tanti saluti. Si è ritornati all'impunità, come sempre.
Non vorrei fare il bastian contrario, però a mio parere è vero che l'11% è poco, però come la lega oggi, il PSI era forte in alcune aree (vedi milano) dove la faceva da padrone. E non so la vostra età, ma ai tempi non sfuggiva NULLA alle grinfie dei magnaccioni di turno... che si sia fatta un po' di pulizia non mi è spiaciuto per nulla. Sul come e i risultati, ecco lì avrei da dire. Sulla relativa poca importanza del presidente del consiglio, se è vero che in teoria può poco dal punto di vista di governo (però è tutto da dimostrare, eh! Dipende da quanto sia compatta la coalizione) può tantissimo a livello di accordi internazionali: basta vedere quanto è attivo berlusca, e (figure a parte) non è che non ottenga risultati, anzi. Bettino è stato uno dei pochi (forse l'unico) ad essersi impuntato con gli americani in più di un'occasione. Per chi crede ai complotti, può darsi che siano stati proprio loro a dare l'imput per "farlo fuori". Uno che ai tempi prendeva "il largo" era impensabile e non si doveva assolutamente dare l'esempio...
Ai posteri l'ardua sentenza.
Non vorrei fare il bastian contrario, ...
by marcomi
BYE!
Beh, Tommy, come hai detto tu, ha retto la presidenza del consiglio "solo" 3 anni... calcolando che durante la cd I Repubblica i governi duravano in media 6 mesi scarsi, quei 3 anni sono sembrate davvero ere geologiche. Secondo me è quello che è rimasto più impresso nella mente.
Cordialità
Attila
@ marcomi: E non so la vostra età, ma ai tempi non sfuggiva NULLA alle grinfie dei magnaccioni di turno... che si sia fatta un po' di pulizia non mi è spiaciuto per nulla.
Indubbiamente è così: la corruzione era endemica, anzi sistemica, cioè elevata a sistema.
Solo che ad un certo punto gli imprenditori si sono rotti le scatole e hanno cominciato a fare la fila per andare a deporre. Non escludo che avessero anche qualche conto da regolare, ma non riesco a provare pietà per i poveri ladri ingabbiati.
Per chi crede ai complotti, può darsi che siano stati proprio loro a dare l'imput per "farlo fuori". Uno che ai tempi prendeva "il largo" era impensabile e non si doveva assolutamente dare l'esempio...
Sai, per gli americani nemmeno Scelba era abbastanza anticomunista, immagino quindi che per loro fosse difficile comprendere come un partito che si definiva socialista potesse andare al governo.
Poveri, chissà che confusione avevano in testa.
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@ Attila: quei 3 anni sono sembrate davvero ere geologiche. Secondo me è quello che è rimasto più impresso nella mente.
Indubbiamente. Come pure tutto l'ambaradan coreografico che ci stava attorno. Ma è proprio questo il punto: abbiamo un ricordo sentimentale dell'uomo, che va anche bene, basta solo non volerci costruire giudizi storici.
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