Ogni volta che scoppia un quarantotto da qualche parte del mondo, di riflesso parte anche la blogosfera italiana. Perché insomma, non puoi non invidiare quel popolo lì, che fa la rivoluzione davvero, non come noi che non la facciamo mai e come ci siamo ridotti in questo modo che sopportiamo tutto e loro sì e noi no.
A leggere i blog e i forum italiani pare che una volta invece le rivoluzioni fossero all'ordine del giorno, che la gente si alzava la mattina, sorbiva il suo caffeuccio fatto con amore, prendeva l'autobus, faceva la rivoluzione fino alle 18 e tornava a casa per cena. Gli è che non era così per niente.
“Una volta” non si facevano rivoluzioni ogni secondo giovedì del mese. A tenersi larghi, c'è stata la Rivoluzione francese, che però è finita in schifo e non credo che nessuna persona sana di mente avrebbe voglia di ripassarci e più di cent'anni dopo la Rivoluzione russa, e lì è finita in schifo peggio che pria. Sì, ci sono stati moti di piazza, tentativi insurrezionali per tutto l'800, ma non sono state rivoluzioni e non erano lo strumento politico per eccellenza; sì, dopo il '17 è nata la retorica della rivoluzione, ma la retorica è fatta di parole e non di barricate e teste mozzate.
Possiamo tranquillamente stabilire che l'uomo medio di una volta non ha mai fatto nessuna rivoluzione in vita sua. Poi, quei pochi che l'hanno fatta, avevano i loro buoni motivi, principalmente il fatto di stare così male che era meglio rischiare la buccia che non fare niente.
Invece la retorica delle rivoluzione è tale per cui fare la rivoluzione è una specie di imperativo morale, di cifra etica attraverso cui vagliare il valore delle persone. È come i fioretti alla Madonna: prometto che quest'anno sarò buono, aiuterò chi ha bisogno e farò la rivoluzione. Tanto non è che la Madonna a fine anno arriva a farti la due diligence, se non mantieni non succede niente.
Infine, bisogna avere anche un motivo per fare la rivoluzione. E se il motivo ce l'hai, vuol dire che stai nuotando a rana nella cacca. E se non la fai, vuol dire che il motivo non ce l'hai, e questo è un bene, per l'amor del cielo! Non è che ci si deve lamentare per forza di tutto. A volte capita proprio che non ci siano motivi per fare la rivoluzione, che la strada la si può ancora usare come via di trasporto e che twitter lo si usa per le sciocchezze come si è sempre fatto.
Gesù quanto si agita la gente per niente.
3 commenti:
Ahaha! Mi piace.
Ma è comunque vero, secondo me, che fino a trent'anni fa c'era molta più coscienza sociale.
Di solito le donne non mi dicono mai che mi chiameranno. Nemmeno quelle che telefonano per vendermi un nuovo piano telefonico.
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