Che spasso la biblioteca


Non mi è mai capitato di conoscere qualcuno che affrontasse in maniera razionale il perché bisogna leggere libri. Tutti pensano che sarebbe bene leggere tanti libri, tutti ammirano quelli che leggono tanti libri e oggi c'è persino aNobii, dove si può  mostrare agli amici quanti libri si sono letti.

Nessuno però vi dice perché. Personalmente rivendico la superiorità del libro non sul piano ontologico (leggere un libro non è un'attività superiore ad altre) ma sul piano che ai libri compete, cioè l'intrattenimento.

Sostengo la superiorità del libro come forma di intrattenimento, e lo faccio per un motivo razionale: il libro offre il miglior rapporto costo/benefici rispetto a tutte le altre forme di svago.

I costi sono esigui. Bisogna saper leggere, e questo è ormai non è più un problema per nessuno. Costa pochi euro. Questo è quanto.

I benefici sono innumerevoli. Intanto esistono libri per tutti i gusti: che si abbia voglia di profondi processi intellettuali, di trame mozzafiato o di languide storie d'amore, c'è sempre il libro giusto. Un libro dura giorni, se non settimane. Lo si può portare dove si vuole senza problemi, non ha bisogno di elettricità, di supporti, di cavi, di spazio, di password, di connessioni. Teme l'acqua, ma polvere, cibo, sabbia, sigarette e vento non lo scalfiscono. Può cadere, sbattere, essere strattonato e strapazzato, ma sarà sempre lì. Non deve funzionare, gli è alieno il concetto di funzionare. Si può interrompere la lettura quando si vuole, e riprenderla quando si vuole, e non l'esperienza non ne risentirà.

Inoltre, ciò che lo rende imbattibile è il fatto che tendenzialmente il costo aumenta al diminuire della qualità. Cioè: esiste una letteratura di consumo, di bassa qualità, ad un costo unitario relativamente alto. Esiste la letteratura di qualità che invece si situa nella fascia di prezzo più bassa.

Così se vi piacciono le schifezze di cassetta pagate tanto, mentre più il vostro gusto è raffinato meno pagate. È un piccolo angolo di giustizia in questo brutto brutto mondo.

Non esiste nessun'altra forma di intrattenimento che offra così tanto a così poco. Il cinema e il teatro durano un paio d'ore al massimo, richiedono di essere presenti in un luogo prestabilito, dipendono dalla tecnologia e comunque non sono disponibili continuamente.

La musica è a metà strada. Quella dal vivo ha le stesse caratteristiche del cinema e del teatro e sovente a costi superiori. La musica registrata, benché sempre disponibile ed anche a prezzi accessibili, richiede una buona dotazione tecnologica per essere gustata a pieno, e in questo caso più alta è la qualità richiesta, maggiori sono i costi necessari per usufruirne.

I videogiochi costano moltissimo ma soprattutto non sono universali: azione, sangue, velocità abbondano, ma spessore culturale no. Bisogna essere veri appassionati, altrimenti non vale la pena.

In qualche modo i telefilm stanno cercando di prendere il posto del cinema, e qualcuno ha finalmente capito che un film di 90 minuti non basta a raccontare un storia come si deve. Ma qui siamo ancora agli albori del genere, sempre che ci sia un'ulteriore evoluzione.

Infine la grandezza del libro sta nella quantità di risorse utilizzate. Considerate i riconoscimenti: un autore e qualche correttore di bozze contro le decine, centinaia del cinema. Considerate gli strumenti: 21 lettere, a fronte di sceneggiatura, montaggio, luci, effetti speciali, CGI, occhiali 3D e musica in surround.

Il libro è la forma superiore di intrattenimento.

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