Una mia collega è una di quelle donne molto sensibili alla condizione femminile nel mondo del lavoro. Soprattutto lamenta il fatto che nella nostra azienda ci siano così poche donne a livello di quadri e dirigenti.
Ultimamente si è aperta la possibilità di un posto di responsabilità (nemmeno tanta, ma non siamo una multinazionale con budget miliardari) e io ho cercato di convicerla a sgomitare e farsi avanti. Perché lei è una brava, professionale, adatta a quel ruolo.
Mi ha risposto che lei no, non ci pensa proprio, perché non ha voglia di patire le sofferenze che quel posto di responsabilità comporta.
Ogni tanto penso che ci sia un motivo per cui gli sfruttati sono sfruttati. Poi ovviamente mi rendo conto che io, maschio maschilista, occupo una posizione circa equivalente e ovviamente me l'hanno data perché sono maschio e maschilista e, in quanto maschio maschilista, non devo mangiare la mia quotidiana porzione di merda solo per avere la possibilità di stare lì.
È che proprio c'è il soffitto di cristallo, capite?
7 commenti:
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Classicamente : Voglio avere un posto che conta, ma senza dovermi prendere responsabilità...
Cordialità
Attila
Però adesso cerchiamo di non lasciarci andare a tutti i luoghi comuni più vecchi del mondo :-)
E' lo stesso ragionamento di Casini, vuoi vedere che...?
E una fettina di culo, sottile, gustosa ma magra mi raccomando
Per tirarle su il morale raccontale della mia ex-collega stagista di HP Roma... circa 25 anni, zero capacità informatiche ma una gran capacità di aprire le cosce con la persona giusta. Prima volta in vita mia che ho visto uno stagista fare il team leader. Senza team per di più. E probabilmente quello che le aveva dato il posto aveva fatto altrettanto per salire di grado, visto che non sapeva nemmeno scrivere (letteralmente, scriveva in dialetto). Ciao Svitalba e Rubens!
È chiaramente colpa di Abberlusconi e del corpo delle donne. Adesso che c'è Monti queste cose non succedereanno più
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