Ci si può depilare con un post-it?

In quanto giovani adulti degli anni '70, i genitori degli anni '80 erano terrorizzati dalla droga (eroina assunta per via endovenosa soprattutto) e tutti noi bambini di allora abbiamo ricevuto una fortissima educazione alla prevenzione, allo stare lontani dagli spacciatori e dagli sconosciuti che distribuivano droga gratis.

Inevitabilmente, quand'è venuto il momento di affrontare da soli il mondo, non avremmo saputo riconoscere uno spacciatore nemmeno se ci avessimo sbattuto contro. Inevitabilmente, eravano del tutto impreparati ad affrontare la questione droga, uso, abuso, dipendenza eccetera. Credo sia per questo che al giorno d'oggi c'è gente fulminata nel cervello che non si considera tossicodipendente perché non si infila un ago in mezzo alle dita dei piedi nei bagni della stazione.

Lo stesso sta succedendo con quelli che hanno orchestrato la campagna dei post-it sulla bocca. Stanno facendo un quarantotto per una legge che verrà, mentre è ormai da anni in Italia la magistratura e la polizia possono chiudere un sito praticamente per sempre a totale discrezione loro, senza processo e senza difesa.

Della cosa se ne sono sempre fregati tutti, perché all'inizio erano misure contro i terroristi islamici i pedofili: tradotto, riguardavano qualche immigrato con le pezze al culo e qualcuno che era considerato talmente rivoltante da non meritare alcuna protezione, nemmeno quelle richieste dalla Costituzione.

È bastato lasciare tempo al tempo e si è arrivati al punto che se uno sciroccato qualsiasi con qualche contatto “importante” vi querela, il magistrato che si occupa della questione decide che il vostro blog, tutto e per intero, deve essere chiuso e fa in modo che il vostro servizio di hosting stacchi la spina.

Mentre quelli che si lamentano del fatto che una legge voglia rendere obbligatoria la rettifica dei contenuti bla bla bla, contemporaneamente è pratica abituale che i blog vengano fatti chiudere senza processo e senza condanna. Nel silenzio generale. Senza post-it.

Ora, nelle questioni giuridiche non metto parola, non mi compete. Però due cose mi paiono chiare. La prima, come ho già avuto modo di scrivere, è che in Italia manca completamente una mentalità dei diritti personali inviolabili, che sono sempre stati considerati sacrificabili in favore del partito, della corporazione e dello Stato. Anche perché pensate che in Italia quelli che si definiscono liberali e liberisti sostengono Berlusconi. No, per dire a che livello siamo.

La seconda è che una situazione del genere (che un blog venga fatto chiudere a tempo indefinito senza una condanna e che nessuno se ne lamenti) è il frutto maturo delle politiche di chi per anni ha chiesto allo Stato tutto. Abbiamo chiesto allo Stato di darci la sanità, la scuola, l'università, le pensioni, la casa, il lavoro, pensando di non dover dare niente in cambio. Non ci siamo resi conto che c'era un prezzo da pagare per tutte queste cose: la libertà. Così oggi, quello Stato a cui ci siamo rivolti mostrandoci deboli ed indifesi, ci tratta come tali: se siamo deboli ed indifesi, è giusto che sia lo Stato a decidere quali blog dobbiamo leggere e quali no. La censura è sempre fatta per il nostro bene, no?

Al pari dei bambini degli anni '80, i difensori della libertà a mezzo post-it non riescono a distinguere la censura e la limitazione dell'espressione del pensiero nemmeno quando ci sbattono contro, perché sono stati abituati a pensare che la censura sia una legge scritta da un Presidente del Consiglio molto cattivo nella quale esplicitamente si ordina la censura. E finché quella legge non c'è, la vostra libertà di espressione può essere calpestata a piacere senza che se ne accorgano.

7 commenti:

Yossarian ha detto...

In nome della "lotta al terrorismo" ( quale? Quattro pirla guidati da uno sciroccato miliardario saudita? Questo sarebbe il "terrorismo globale?) si sono commesse porcherie inaudite in materia di diritti individuali e privacy.

In UK c'e' mancato poco che passasse una legge davvero liberticida su e-mail e conversazioni telefoniche.

Tendo a concordare sull'Italia e sui post-it. Compresa la delega allo stato di liberta' personali.

Farei comunque una distinzione sull'obbligo di rettifica dei blog. Io non posso scrivere che Tommy e' un pedofilo su Internet perche' quella e' una calunnia diffamante e una violazione alla tua liberta' personale, cosi' come non puo' scriverlo un giornale.

E questo per me vale in linea di principio anche per i blog, dal momento che Internet e' uno spazio pubblico.

Sul come applicare la regola, si puo' discutere.


Osservazione: su cosa affidare allo Stato in senso generale - che comunque comporta sempre una perdita di "liberta' - probabilmente io e te differiamo. Sono d'accordo su diverse idee libertarie ma personalmente ritengo non poche di queste idee semplice egoismo ( non mi riferisco a te) dal momento che il concetto stesso di "diritto" o "liberta' " e' qualcosa che inevitabilmente deve misurarsi con le liberta' e i diritti degli altri.

Non non amo ne' il "Big Government", lo stato "dalla culla alla tomba", ne' la concezione libertaria minarchista.

Scusa la banalita' ma credo che come dicevano i latini: " in medio stat virtus".

Ci sono cose chre credo si possano delegare allo Stato, altre da cui lo stato deve tenere lontano le zampacce.

PS non mi e' mai capitato uno spacciatore all'uscita dalla scuola. Mannaggia.

:-)

Tommy Angelo ha detto...

In nome della "lotta al terrorismo" ( quale? Quattro pirla guidati da uno sciroccato miliardario saudita? Questo sarebbe il "terrorismo globale?) si sono commesse porcherie inaudite in materia di diritti individuali e privacy.

I terroristi odiano la nostra libertà. Noi distruggiamo la nostra libertà. Loro non ci odiano più, non sanno cosa fare della loro vita e si suicidano in massa. Problema terroristi risolto.

Scusa la banalita' ma credo che come dicevano i latini: " in medio stat virtus".

Penso che questo derivi dal fatto che tu consideri lo Stato una entità neutrale rispetto ai privati. Io invece la considero uno strumento in mano a chi lo detiene. E chi lo detiene agisce per il proprio interesse, non per quello di tutti.

Yossarian ha detto...

Anche i privati agiscono per interesse. Non credo che il fatto di essere privato ti ponga al di sopra dell'interesse.

Non esiste lo Stato 'buono" per definizione, ma non credo nemmeno il privato.

Noi distruggiamo la nostra libertà. Loro non ci odiano più, non sanno cosa fare della loro vita e si suicidano in massa.

Questa e' molto bella. Chapeau

:-)

Tommy Angelo ha detto...

Appunto: ogni privato agisce per il proprio interesse. Quando lo Stato è in mano a(d un gruppo ristretto di) privati, essi si troveranno in posizione di superiorità rispetto agli altri e useranno tutte le potenzialità a proprio vantaggio.

Yossarian ha detto...

Ma allora cosa discutiamo se siamo d'accordo?

:-)

manca completamente una mentalità dei diritti personali inviolabili,

Sacrosanto. Fra l'altro la tendenza tutta italiana ad affidare al proprio clan la gestione del privato, non fa che amplificare questa mentalit6a'.

MD ha detto...

Bisogna secondo me distinguere tra gli addetti ai lavori ed il pubblico in generale. Per quanto rigurda l'esistenza delle normative anti-internet se ne è parlato eccome, ad esempio per l'oscuramento via DNS dei siti, per la legge sulle testate telematiche, della data retention e di questi temi se ne è parlato e se ne parla su punto informatico, zeusnews e it.lavoro.informatica (qui un po' meno ché si trolleggia tutti in allegria).
L'obbligo di rettifica è un altro paletto che viene piantato nel cuore dello sviluppo del settore IT e web in Italia.

Il problema è che uscendo dall'ambito IT, a nessuno sembra importagli assolutamente nulla o quasi di questi argomenti. L'argomento della rettifica su web e dei 12500 euro è salito agli onori delle cronache per essere legato alla legge anti intercettazioni che è assolutamente sotto i riflettori.
E' passato sotto silenzio invece la normativa che richede di richiedere una licenza per poter fare streaming, con oneri finanziari e burocratici decisamente onerosi, in modo da segare le gambe alle nascenti web tv.

Tommy Angelo ha detto...

E' chiaro che da qualche parte se n'è parlato, altrimenti io non avrei saputo della cosa.

Il punto è che PI o zuesnews non sono il punto di riferimento di una certa area politica, né fanno campagne per mobilitare il voto, né hanno il potere mediatico di dettare la linea su quali sono gli argomenti da trattare e quali no.

E' anche chiaro che fouri dall'ambito dei pochi interessati, nessuno si interessa a tali vicende, perché la maggioranza legge Repubblica ed il Corriere per informarsi, non PI. E' una specie di circolo vizioso, non se ne parla perché la maggioranza non è interessata, la maggioranza non è interessata perché non se parla.