Quando ci si converte al ciclismo urbano, bisogna risolvere un annoso problema: con quale bicicletta? A riguardo troverete almeno 14 diverse scuole di pensiero. Il mio percorso è stato più o meno questo: bici al grande magazzino (rubata); vecchia bici da corsa al mercato delle pulci (rubata); vecchia bici da corsa al mercato delle pulci (si è rotto il movimento centrale e non ho trovato un meccanico uno che ci volesse metter mano); bici da corsa nuova ma molto economica; ibrida di marca (questa è ancora con me e funziona, ma la tengo per il dì di festa); infine golem autocostruito (per l'uso quotidiano).
Di solito la tentazione è quella di andare a informarsi in internet e farsi fare un preventivo in negozio. Ritengo questa opzione molto pericolosa. L'accoppiata appassionati di bici da un lato, venditori di bici dall'altro cercherà in tutti i modi di convicervi che - in base al detto "chi più spende meno spende" - per avere una bici di qualità appena accettabile dovrete sborsare almeno 500 euro, ma comunque è meglio partire dai 700, perché a meno credi di risparmiare, ma poi la bici cade a pezzi un mese dopo e quindi ce ne devi mettere altrettanti.
Dopodiché diventerete matti per cercare di capire quale tipo di bicicletta vi serve: alcuni vi proporranno delle bici da trekking con quintordici rapporti, portapacchi davanti e dietro, forcella ammortizzata, fanale a combustione nucleare, sella massaggiante, pneumatici chiodati perchè così sono le ruote a bucare i vetri per terra e non viceversa. Altri vi assicureranno che l'unico vero modo per girare in città è la bici da pista, telaio in criptonite, manubrio piega che in curva sfiora l'asfalto, ruote in carbonio (lenticolare dietro,
aerospoke davanti), pneumatici da 19 mm e pedali a sgancio rapido.
Pignone fisso, niente freni, niente luci.
Per il neofita la sensazione è quella di trovarsi di fronte ad una setta di fanatici pronti ad immolare sul fuoco banconote da 100 euro per ingraziarsi il favore della divinità a due ruote, che si materializza in forme sempre nuove e bizzarre.
Io, dopo aver provato 6 biciclette, averne consigliate ad amici e colleghi, averne riparate e messe a posto qui e lì, sono arrivato alla conclusione che per fare percorsi sotto i 10 chilometri, che durano al massimo mezz'ora, qualunque bicicletta va bene e che chi meno spende meno spende.
Per chi vuole cominciare e non ha le idee chiare la cosa ragionevole da fare è prendere la prima bici che ha in garage, oppure dare non più di 50 euro a qualcuno per una bici lasciata in garage, cambiare gomme, pattini dei freni, cavi e andare. Che sia un mountain bike, una Graziella o una bici da corsa poco importa.
Importa poco non perché non si senta la differenza fra uno scassone in acciaio e una moderna city bike da 800 euro (si sente eccome), ma perché non fa alcuna differenza. Cioè spendere 800 euro non vi fa arrivare prima, non vi fa fare meno fatica, non vi fa prendere meno pioggia. Nel traffico cittadino, dove bisogna fermarsi ogni 300 metri, si frena continuamente e si è costretti da fattori ambientali a mantenere medie inferiori ai 20 km/h il mezzo meccanico non può fare alcuna differenza tangibile e non è nemmeno sottoposto a sforzi tali da rendere necessari componenti di fascia medio-alta.
Con questa consapevolezza ognuno poi sceglierà la bici che preferisce. Se spendere 800 euro non vi dà problemi, comprate la bici da 800 euro. Se siete un'elegante signora che va in ufficio in tailleur e tacchi alti, prendete
un'olandese vintage. Se sentite il fascino della Graziella, inforcate la Graziella.
Secondo me un buon compromesso tra comodità e prestazioni è la bici di una volta, telaio robusto (da uomo, per via della rigidità), ruote non troppo larghe, parafanghi e con un solo rapporto. Purtroppo bici così non ne fanno più, almeno non a prezzi decenti. Se proprio dovessi consigliare qualcosa, eviterei biciclette con gli ammortizzatori perché, a meno che non siano veramente di buona qualità, dopo le prime pedalate comincerete a rimbalzare e buona parte del lavoro delle gambe andrà persa in questo modo. Se fate percorsi dissestati, secondo me è meglio montare delle gomme larghette che possono essere tenute ad una pressione inferiore.