E quell'uomo gridava

E quelle volte in cui cammini in un posto sconosciuto e ti viene voglia di un gelato, e tutti camminano con un cono in mano, la cioccolata che gocciola lussuriosa lungo le mani, la fragola che si scioglie e impregna l'asfalto, e tu non riesci a trovare la maledetta gelateria "che deve essere qui intorno perché hanno tutti il gelato in mano".

¡Ay Carmela!

Andando così a memoria, senza consultare alcuna fonte, non mi par di ricordare alcuna manifestazione di protesta quando il governo spagnolo gonfiava una bolla speculativa enorme, destinata a fare la fine di tutte le bolle.

Sono abbastanza sicuro di ricordare che la Spagna veniva sperticatamente elogiata come esempio da seguire, come governo illuminato e faro da seguire nella buia notte di vacche nere che avvolgeva l'Italia. 

Sempre a memoria, ricordo che tutti dicevano di voler andare in Spagna, perché c'è il lavoro e poi si sta in piedi a bere fino alle quattro di mattina, non come quello schifo di Italia, il Paese dei vecchi che non ti lasciano stare in piedi dopo le otto.

E adesso che è arrivato il conto, come se niente fosse, c'è gente che continua ad elogiare la Spagna che vuole fare la rivoluzione, non come in Italia che non facciamo mai niente.

Fuuuuuuuuu

Tutti contro i giornali

I giornali diverranno assolutamente inutili a questo scopo [trasmettere informazioni]. Anticipati ad ogni momento dalle ali, veloci come il lampo, del Telegrafo, possono occuparsi soltanto di questioni locali o di speculazioni astratte. Il potere che hanno di fare sensazione, persino  in campagna elettorale, verrà enormemente diminuito, perché l'infallibile Telegrafo contraddirà le loro falsità nello momento stesso in cui le pubblicheranno. 
Anonimo giornalista citato in
J. Gleick, The Information. A History, a Theory, a Flood, London 2011, 145.

La citazione risale alla metà del secolo decimonono, vale a dire più di 160 anni fa, ed è uguale uguale a quello che in molti descrivono come la relazione tra internet e i giornali. Nulla ci dice che debba finire come con il telegrafo, però è curiosa questa secolare ricorsività delle speranze degli uomini nei confronti dei giornali. 

Rinnovare la patente di guida in Germania

Siccome pare che in tutto l'internet non ci sia una pagina che spieghi questo fatto, la scrivo io e poi lascio fare il resto a Google, sperando di essere utile.

Come rinnovare la patente di guida italiana in Germania?

Sostanzialmente non è possibile rinnovare la patente all'estero, ma se avete la patente scaduta o in procinto di scadere c'è un metodo molto semplice per aggirare il problema: scambiarla con la patente tedesca. L'operazione è una mera formalità burocratica, perché i due documenti si equivalgono, e non richiede alcun esame o visita medica.

Se, e solo se, siete iscritti all'anagrafe del posto dove vivete (altrimenti nisba) per prima cosa cercate il più vicino Führerschein Zulassungsstelle (l'ufficio apposito). Gugolate “führerschein zulassungsstelle + nomecittà”. Ricordate che il martedì ed il giovedì gli uffici pubblici sono aperti anche il pomeriggio.

Recatevi colà portando:

  1. La vostra patente di guida italiana
  2. Un documento (passaporto o carta d'identità)
  3. Una fototessera valida per i documenti (biometrisches Passfoto in tedesco)
  4. Lo/la Meldebestätigung (è il foglio che vi hanno dato quando siete andati a registrarvi all'anagrafe cittadina.)
  5. Denaro contante oppure una EC Card (bancomat, carta di credito ecc.)

Importante: se non avete una delle cose sopraelencate, non potete far niente. Il costo per il rilascio è di 24 euro (mi sembra) più altri 29 euro se volete averla in una settimana. Insomma, portatevi circa 30 o 65 euro o una carta. Dovrete pagare lì al momento, perché in questo Paese il concetto di “marca da bollo” è fortunatamente sconosciuto.

In teoria la patente dovrebbero poterla spedire direttamente a casa, ma a me non è stata offerta questa possibilità. Chiedete all'impiegato. Quando sarà il momento di ritirare la nuova patente, fate una telefonata per accertarvi che sia pronta. Quando andate a ritirare la nuova patente ricordatevi di portare:

  1. Un documento di identità
  2. La vecchia patente

A questo punto avrete la nuova patente, che è la stessa cosa di quella italiana, solo con le scritte in tedesco. L'unica differenza è che la patente tedesca non va mai rinnovata, per cui adesso che l'avete siete a posto per sempre (sì, se avete 97 anni, siete ciechi da un occhio e con la cataratta sull'altro, non ci sentite e avete un leggero tremolio delle mani, potete guidare sereni).

Il cambio di patente può essere fatto anche quando la patente italiana è già scaduta.  

Drammatologia

Perdere il lavoro è diverso da come immaginavo. Somiglia al primo pugno in faccia: uno pensa chissà che, ma lì per lì non fa particolarmente male. Somiglia a quella volta che una moto mi ha tagliato la strada sulla pista ciclabile e ho fatto una capriola in aria e sono atterrato sulla schiena e i passanti mi hanno circondato inorriditi e mi sono alzato e ho pensato “uau, tutto qui?” Poi i giorni passano e gli effetti si fanno sentire: le labbra tagliate dai denti, il ginocchio ingrossato, la schiena con un ematoma così.

L'altro giorno era il primomaggio. Primomaggio da disoccupato. Ho pensato al concerto di Roma, i sindacati, la sinistra. Come molti, in passato l'ho seguito spesso in tv. Non tutto, solo i gruppi che mi piacevano. Non ho mai avuto la maglietta di ceghevara, non ho mai sventolato bandierine, ma com'è come non è, molti gruppi che mi piacevano suonavano a S. Giovanni. Poi gli amici di sinistra, qualche volta il pensierino di andarci, tanto per vedere la cosa dal vivo.

Ho pensato alla distanza che irreparabilmente mi separa da quella liturgia che non ha niente a che vedere con il lavoro. Non c'è più niente da condividere con chi ancora celebra riti nati per un mondo che non esiste più. Non c'è niente da condividere perché li hai conosciuti quelli che celebrano quei riti, sono amici, compagni di studi, colleghi di lavoro. Loro si ritrovano a queste celebrazioni collettive (il primomaggio, le elezioni, le manifestazioni...) intonano le solite litanie, fascismo capitalismo Berlusconi Vaticano, la fine dell'Italia, la fine della democrazia, il regime liberticida, ci vorrebbe la rivoluzione e nessuno fa niente.

E poi tornano a casa alle loro vite, su Facebook invitano i propri contatti a votare sì per dire no, le zoccole di Berlusconi che mannaggia a lui, io non ci sto, io sono brutta come la Hack quindi sono intelligente come lei. E le foto delle vacanze. E del weekend in montagna. E beati loro, io una vacanza non la faccio da un pezzo e li invidio anche, sapete. Poi certo, a nessuno frega niente se hai perso il lavoro, tu. Tanto in Germania c'è il uelfarsteit e comunque nel mitico estero tutto va sempre bene per definizione e non c'è nemmeno bisogno di chiedere come va.

Sarete anche di sinistra, ma siete pure un bel po' stronzi, lasciatevelo dire. Comprendo che abbiate Berlusconi e l'acqua privata cui pensare, però dai...

Che tutti i miei amici di sinistra hanno questa cosa: il metus hostilis. Berlusconi, il nucleare, l'acqua privata. Hanno il metus hostilis che li unisce, che regala un senso a tutto, a tutto quello che non va, a tutto quello che non piace, a tutto quello che non è come dovrebbe essere. E anche gli altri c'hanno il nemico che incombe: l'islam, i comunisti, i giudici.

Perché nella vita ci vuole sempre qualcuno a cui dare la colpa. Non come me, che non ci riesco. Berlusconi, il nucleare, l'acqua pubblica, l'islam, i giudici. Fottesega. No, sul serio. Ho perso il lavoro, dovrei odiare il padrone, il capitalismo, gli ebrei, i banchieri... qualcuno da dargli la colpa della mia sfiga! Niente.

Il nuovo contratto di lavoro se ne sta qui, sulla mia scrivania. Già firmato dalla responsabile delle risorse umane. Manca solo il mio autografo e poi via, di nuovo vita da ufficio, colleghi nuovi (urgh...), nuovi capi (urgh...), entrallenove, esciallesei. Yuhu!