Spero di non essere buon profeta, ma ho un brutto presentimento. Credo che a destra, visto che il Berluscone non riuscirà a tenere insieme la sua coalizione ancora per molto, stiano cercando un elemento unificatore per poter mantenere ed aumentare consensi e voti. Poiché la politica si nutre degli istinti peggiori degli uomini, per tenerli insieme è necessario trovare un nemico comune contro il quale unificarli. L'hostis publicus è uno degli strumenti più efficaci e antichi che i politici utilizzano. Molto rozzo, estremamente low-tech e per questo sempre buono alla bisogna.
Siccome è evidente che Berluscone non lo vogliono più intorno ed è altrettanto evidente che non si possono tenere insieme facilmente leghisti, alleati nazionali, ex-dipendenti di Publitalia e democristiani, sono in piena fase di testing. E siccome a destra sono anche decisamente bravi ad annusare l'aria e sapere da che parte tira il vento, noto con molto dispiacere che stanno imboccando una strada pessima.
Ha cominciato Tremonti tempo fa, quando si è messo a parlare di un gruppo di "illuminati" che reggono il mondo. Piano piano in molti hanno iniziato a non parlare più dei partiti della sinistra come "comunisti", ma come di una Spectre in mano agli inglesi. Quelle tre o quattro volte che qualche politico di destra è finito sotto inchiesta (una cosa ovvia in Italia, dove tutti i politici sono corrotti e quindi prima o poi qualcuno viene preso) si parla di golpe della magistratura in mano agli inglesi.
Adesso ci si mette pure il Giornale, che pubblica un redazionale dove si abbracciano con gioia le bislacche tesi dei cosiddetti "signoraggisti", quelli che credono che il debito italiano non sia dovuto al fatto di aver preso soldi in prestito, ma di dover pagare la cartamoneta che i grassi banchieri vendono a caro prezzo. E la soluzione che propongono è quella che il governo stampi soldi, perché come è noto stampando soldi si diventa ricchi.
A me sembra chiaro che il Giornale stia cercando di pescare nel bacino di potenziali voti costituito da coloro i quali nel Berluscone vedono una specie di Mattei, un titano in lotta con gli dei anglosassoni e ora minacciato con la prigione sulla rupe del Caucaso. C'è già una nutrita schiera di blogger e forumisti che espongono queste tesi.
Francamente non mi interessa il merito di nessuna di queste posizioni sul Berluscone, sulla finanza internazionale o sugli allevatori di aquile del Caucaso. Temo però le proposte sia dei fautori della "sovranità monetaria" sia dei dietrologi proberlusconiani. Costoro predicano a favore di un governo ipertrofico, onnipresente, con in mano il potere di stampare moneta a piacimento, di uno statalismo estremo che sbandiera la lotta contro il privato per imporre il proprio potere.
E se pensate che questi siano solo un pugno di disperati, pensate anche che, pur essendo numericamente pochi, sono tremendamente motivati: stanno convertendo al loro credo moltissime persone, perché in questi tempi di crisi economica offrono a chi non capisce cosa sta accadendo soluzioni facili che promettono di diventare ricchi senza far fatica. Ora stanno per ricevere un appoggio ufficiale da partiti politici importanti. Ripeto: spero di essere pessimo profeta, ma la vedo dura. Sapete perché? Perché l'idea di uno stato assistenzialista, ipertrofico e in grado di stampare cartamoneta a piacimento è la descrizione delle grandi dittature novecentesche.