Marciare compatti

Quello che sta accadendo in Egitto mi pare un esempio molto interessante per comprendere il mio desiderio, quando diverrò la guida suprema del Paese, di tornare ad un esercito di leva, possibilmente a reclutamento territoriale.

In più, sono due giorni che non piove o nevica, quindi mi dedico ad atti scaramantici.

Il tiranno prospera perché voi non lo insultate

Io ammiro i tedeschi per come gestiscono la cosa pubblica: sono efficienti quanto uno statale può essere, però sono onesti fino all'ultimo, onesti onesti onesti. Nel privato invece non li capisco molto. Non dico nelle aziende private (quelle sono efficienti come un ufficio pubblico), ma proprio nel privato privato. Ogni tanto ho l'impressione che arrivino da qualche altra dimensione e non abbiano mai avuto contatti con le altre persone. Così quando si parla del più e del meno mi trovo a distribuire consigli banalissimi e ovvietà e in cambio vengo idolatrato quale portatore di un grado sapienziale superiore.

Tra le altre cose, in queste lande manca totalmente il concetto di “come si incazza si scazza”. Dalle mie parti si dice così, magari in altre regioni d'Italia no, ma si usa per intendere che c'è un limite all'arrabbiatura di una persona, oltre il quale scatta l'indifferenza altrui (di solito relativamente a qualche screzio nella relazione tra due persone).

Prendiamo la tipica coppia marito e moglie. Il marito fa una di quelle cose che mandano in bestia la moglie, chessò, risciacquare i piatti dopo averli lavati. Se la coppia fosse italiana, la moglie andrebbe dal marito a lamentare l'orrida azione. Il marito si arrabbierebbe per essere stato criticato e basta. Però se il marito persistesse nel suo stato di arrabbiatura, la moglie liquiderebbe la questione con “come ti incazzi ti scazzi”, cioè falla finita, non essere ridicolo, c'è un limite entro il quale ti devi mantenere, dopodiché non è più affar mio.

Se la coppia invece è tedesca, la moglie non andrebbe mai dal marito a lamentarsi, perché il marito si arrabbierebbe e così lei si troverebbe ad avere due rogne: i piatti risciacquati e il marito incazzato. Non si tratta di paura, potrebbe essere anche a ruoli invertiti. È solo che l'incapacità di gestire l'arrabbiatura altrui è tale da far preferire il silenzio.

In questo modo una persona appena un po' più scorbutica o egoista o viziata ottiene sempre tutto quello che vuole, perché chi le sta attorno preferisce accondiscendere anziché vederla incazzata, anche se c'è l'aggravante dei futili motivi. Potrei raccontare storie per noi al limite dell'assurdo a riguardo; ho assistito con le mie orecchie a dichiarazioni che in Italia sarebbero costate come minimo il definitivo accompagnamento alla porta con minaccia di non farsi più vedere.

Qui tutti tacciono e rimuginano, rimuginano e tacciono. Mi stupiscano che non muoiano tutti di cirrosi a 35 anni, davvero.


Chiedete e vi sarà risposto

Ci sono molti quesiti cui l'uomo non sa dare risposta. Siamo quello che siamo a causa del nostro DNA o a causa dell'ambiente? Siamo la specie in cima alla piramide alimentare o siamo un parassita del pianeta? Se viaggiamo indietro nel tempo e cambiamo il corso degli eventi, cambieremmo davvero qualcosa dal punto di vista futuro dal quale siamo partiti? Ma la cosa che divide più di tutti gli esseri umani è: ma le batterie agli ioni di litio? No perché parliamone.

Bisogna lasciarle scaricare completamente almeno una volta ogni tanto oppure no?
Bisogna evitare di caricarle più a lungo del necessario?
Ma hanno una memoria della carica oppure no?
È vero che bisogna conservarle in congelatore?
O non è forse meglio in luogo fresco e asciutto come la Nutella?

Sono domande a cui non esiste una ri... per cui ci sono sempre due risposte: sì e no. Dipende dalla persona cui fate la domanda. Preso un numero pari di esperti, le risposte sì saranno sempre in numero uguale a quelle no.

Io ho risolto chiedendo sempre ad un numero dispari di esperti. L'ultimo è quello che ha ragione, per mancanza di opposizione.

Fregati con le loro mani

Attraverso noiseFromAmeriKa apprendo che si starebbe per istituire una specie di diritto dei lavoratori a non essere stressati sul posto di lavoro, facendo in modo che il datore di lavoro sia attivamente coinvolto nella ricerca dei lavoratori stressati, in modo da evitare lo stress. Si può anche ricorrere a professionisti del settore.

No, ma benissimo. Perché per aiutare il lavoratore dipendente si sentiva il bisogno di screening psicologici, non c'è niente di meglio che mettere in mano al management, nero su bianco, la lista dei lavoratori che non ce la fanno a tenere il passo senza mantenere intatto l'amore incondizionato verso l'azienda. Non c'era niente di meglio che dare al datore di lavoro una scusa per mettere in un angolo quelli che non gli garbano. A norma di legge.

Mi immagino la scena: il lavoratore che lavora spesso è anche un rompiscatole, solo che non ci puoi fare niente. Ma con trucchetti del genere è tutto molto più facile: quando il lavoratore rompe e si agita e magari alza la voce, noi gli diciamo che è stressato e, per il suo bene, lo mettiamo a temperar matite e a fare coriandoli dei documenti riservati.

Che poi se uno è stressato perché i suoi superiori sono delle emerite testedi, ha due opzioni: o se lo tiene per sé e se lo mette in tasca (opzione che adotto di solito) oppure lo dice, così i suoi superiori sapranno che si ritieno stressato per colpa loro. Facendoli felici come non mai e assicurandosi un luminoso futuro in azienda.

Se qualcuno volesse fermare il legislatore in materia di lavoro mi farebbe un gran favore. Già hanno reso i contratti un delirio privo di senso, poi ci infilano queste perle di saggezza non richiesta e siamo a posto.



Quando tocca di riciclare

Per caso ho letto questo post, dove si spiega che a Roma si sta introducendo la raccolta differenziata dei rifiuti. Come in tutti i posti dove ho vissuto, sia in Italia che all'estero, la differenziata si fa separando i rifiuti alla fonte: ogni nucleo abitativo ha ha diversi bidoni dedicati (l'applicazione non è la medesima ovunque, ma il principio è quello) i quali vengono svuotati dall'azienda preposta secondo un calendario stabilito ad inizio anno.

Non so se questo sia il miglior metodo in assoluto, so che al giorno d'oggi praticamente ovunque si faccia differenziata questo viene adottato, e che se lo fanno anche i tedeschi allora sicuramente un senso ce l'ha. 

La cosa bella del post è che uno si aspetterebbe gioia e tripudio, finalmente ricicliamo e rispettiamo l'ambiente. Invece  l'autrice e tutti i commentatori (a parte uno) si lamentano che oh, gli tocca dividere la monnezza, gli tocca imparare a distinguere tra una mela e una bottiglia di plastica e che tutto è così oltre la loro portata.

Soluzione: abolire le vigenti leggi chimico-fisiche e produrre soltanto materiali ugualmente "biodegradabili", in modo che carta, plastica, metallo, cibo e acqua finiscano tutti nello stesso bidone senza bisogno di pensare.

Ma come? Cent'anni che rompono che dobbiamo riciclare e fare come all'estero e quando alla fine cominciamo a fare entrambe le cose, si scopre che non vogliono fare la fatica di avere due bidoni perché è troppo difficile? Eh no, dai, così poi uno pensa che lo pigliate in giro...

Comunque pare che il pagamento della tassa non sia proporziale alla quantità di rifiuto non riciclabile prodotto, ma sia legato al vecchio metodo della metratura della casa: bravissimi, così hanno eliminato il senso della divisione all'origine, cioè rendere la separazione economicamente vantaggiosa.  

Il mio principio è più lungo del tuo

Il motivo per cui non combatto battaglie di principio è costituito quasi interamente dai potenziali compagni di battaglia. Magari alcuni principi andrebbero anche difesi, ma tanto diventerebbero strame a causa dei loro difensori. Anzi, aggiungo: più il principio è nobile e importante, più sarà oltraggiato da chi lo sostiene.

L'altro giorno papa Benedetto XVI, stando ai giornali, ha detto una frase molto semplice e molto vera: l'educazione sessuale impartita in certe scuole statali non è neutra, ma frutto di scelte ideologiche contrarie alle sue. Ora, questo è banalmente vero. Quando uno Stato sceglie di istruire i giovani su come funziona la riproduzione degli esseri umani, su come la si possa evitare, su come essa possa essere foriera di malattie talvolta mortali e su come si possano anch'esse evitare, compie una scelta ideologica che si oppone a quella ufficiale cattolica, che vorrebbe i propri seguaci vergini fino al matrimonio e contrari ad ogni forma di contraccezione.

Ok, il pastore tedesco omette di riferire che la sua visione a riguardo non è praticata nemmeno dai suoi seguaci; che alcuni suoi ministri non riescono a tenere la patta abbottonata di fronte ad un bambino ma gli avanza tempo di giudicare gli altri; che il paragrafo del Catechismo in cui si fa obbligo di rimanere vergini fino al matrimonio sta nel capitolo “Raddrizzare le gambe ai cani nel periodo della migrazione degli asini volanti”; che ormai sono lo zimbello del mondo, ci sono persino giochi flash che li perculano sonoramente.

A parte tutto questo, dicevamo, ha ragione, perché quei progetti educativi servono proprio a disarticolare le credenze magico-sciamaniche di antica origine, come il considerare le donne mestruate “impure”, l'infibulazione, la circoncisione rituale, la verginità e l'idea che Dio abbia tempo di pensare a quello che fa la gente a letto, quando ci sono tutti quei preti da perdonare per aver interpretato male la frase Sinite parvulos venire ad me.

L'unica differenza tra le due ideologie è che quella atea e scientifica ha lo scopo di fornire le conoscenze che permettano al singolo di scegliere, mentre quella papalina ha lo scopo di fornire la scelta a prescindere dalle conoscenze. Non sarà ozioso ricordare che la prima è giusta, mentre la seconda è sbagliata, visto che in un sistema ateo-scientifico il pensiero magico-sciamanico può vivere pacificamente, mentre il contrario no. Prova ne sia che negli ospedali italiani possono lavorare ginecologi che confondono la contraccezione con l'aborto e che impongono ai pazienti le proprie superstizioni anche quando il paziente non le condivide.

Quindi, di fronte al pastore tedesco che afferma la non neutralità dell'educazione ateo-scientifica, il non credente medio avrebbe dovuto scrollare le spalle, abbozzando un “sì, e allora? Qualche problema?” e tirare per la sua strada. Invece la reazione media è stata quella di cercare di dimostrare che il Papa aveva torto, anche quando aveva ragione. Voglio dire, se il Papa dice che i principi liberali e illuministi gli fanno schifo perché vanno contro i suoi, non ha torto, perché in effetti è così. Ed è proprio il motivo per cui si abbracciano: perché cercano di superare la visione magico-sciamanica della realtà che il clero continua a difendere nonostante tutto.

Ma ormai si da contro al Papa perché di sì, l'ateismo è diventato un fenomeno di massa e che gli atei ormai parlano senza sapere quello che dicono. Alla fine era meglio essere l'unico ateo nel paesello democristiano, almeno non dovevo vergognarmi di quelli che la pensavano come me.


E adesso godiamoci la serie di commenti pacati e senza astio che seguiranno.

La smorfia

Sarà che sto invecchiando, sarà che qui in Germania devo stare molto più attento alle sòle che non in Italia, sarà quel che sarà, ma ormai non mi fregano più. Eh no, perché per dire... cioè se io fossi una personalità di un certo rilievo nel campo economico e fossi certissimo di sapere come far guagagnare un sacco di soldi ad un'azienda che non se la passa bene, tipo... non so... la FIAT, cioè voi cosa fareste?

Io mi metterei in contatto con la FIAT e gli farei una proposta: signori, so come risollevare le sorti della vostra azienda. Se seguite i miei consigli, vi assicuro che nel giro di 5 anni il vostro guadagno passerà da tot a tot. Non voglio nemmeno essere pagato adesso: voglio avere ogni anno lo 0,5% del fatturato, se questo raggiunge le mie previsioni.

Sarebbe una soluzione buona per tutti: l'azienda si risolleva, salvo i posti di lavoro, garantisco il lavoro dell'indotto, riesco a togliere la FIAT dal groppone del contribuente ed in più ci guadagno. Se invece mi limitassi a scrivere sul mio blog cosa l'azienda dovrebbe fare, così sono buoni tutti.

Invece una pattuglia di docenti universitari, di fronte alla questione FIAT, fa mostra di sapere come risolvere tutti i problemi, esprime vaghe insinuazioni su quello che la FIAT non sta facendo di giusto, e firma un appello contro la FIAT.

A parte il fatto che luminari dell'economia pensino di poter influenzare la politica aziendale di un soggetto privato tramite un appello la dice la lunga, ma quello che stupisce è che nessuno di questi luminari abbia pensato di mandare un curriculum alla FIAT. Siete in quintordici economisti che dite di sapere cosa fare, allora andate, fate, salvate, su su. Se io avessi le capacità che dite di avere voi, a quest'ora farei i tuffi negli euro come Paperone.

A firmare gli appelli invece siete come i cartomanti che sbarcano il lunario vendendo numeri del lotto, anziché vivere da nababbi giocando quegli stessi numeri. E con questo non voglio comunque negarmi il piacere di mandare FIAT a quel paese, che francamente un'attention whore del genere in Italia non ce n'è altra. E che s'è magnata altrettanti soldi nostri nemmeno.  

Caccia la frase

Ok, per l'ultima volta: "Bazinga" non sta a sottolineare l'arguzia della battuta appena udita o pronunziata, ma serve a svelare il sarcasmo di una frase che altrimenti non sarebbe stato compreso.

In più, se non si è un fisico teorico o un bambino prodigio e nessuno ride alle proprie battute, esclamare "Bazinga" non salverà la situazione. 


Black Swan - Cigno nero [sneak preview]


Allora, la ballerina è protagonista del film. La prima ballerina della compagnia viene licenziata e bisogna trovare una sostituta. Ovviamente la ballerina protagonista è la candidata, ma c'è rivalità con un'altra collega. E la prima ballerina licenziata fa le scenate isteriche.

La protagonista vive con la madre, ovviamente un'ex ballerina che ha dovuto interrompere la carriera perché incinta della protagonista. La protagonista ovviamente viene scelta come prima ballerina e il regista (del balletto, non del film) è fissato che la tecnica non serve a niente e che bisogna lasciarsi andare al proprio istinto e via con l'accoppiata ballo-sesso che non avevamo mai visto da nessuna parte prima.

Poi entra in scena la vera antagonista, la ragazzaccia che fuma e fa sesso. Buuuh, cattiva! Così la sera prima della prova generale la protagonista va in osteria con l'antagonista, che le mette lattroga nel bicchiere. A questo punto la protagonista esagera e come in tutti i film, anziché collassare sul posacenere dopo aver vomitato l'anima, diventa un simpatico puttanone da batteria e finisce a letto con l'antagonista (scena in cui si mostra al pubblico l'esistenza di un equivalente femminile dell'eiaculatio praecox).

Il resto del film è un susseguirsi di WTF, in un crescendo di WTF che conduce al gran finale del WTF. L'idea portante del film, che non racconto per non svelare niente del film che sicuramente vorrete andare a vedere dopo aver letto questo post, sarebbe decisamente interessante, ma viene del tutto annacquata dalla lunga serie di luoghi comuni che ho giustappunto menzionato. Peccato.

Commento finale: non andatelo a vedere se le unghie rotte e sanguinanti vi fanno schifo. Non scherzo.

Lanciafiamme

Star Wars è una cagata pazzesca!

Ma non come l'urlo fantozziano che era liberatorio. È proprio una cagata di film. 

Non è un capolavoro del cinema, è un filmetto di successo che a trent'anni dalla comparsa non si vuole togliere dai piedi, a causa della nutrita schiera di fanboy che non capiscono niente di niente.

Ogni volta che penso alla storia, mi viene l'orticaria. E praticamente metà internet è dedicata a Star Wars. Immaginate quanto tempo passi a grattarmi...

E Leila è arrapante quanto un cotechino il 7 di gennaio.

Dal basco al reality


Guardandomi indietro, capisco che la più grande idiozia che un giovane può fare, a parte bucarsi e ingravidare ragazze che passavano di là, è dedicarsi alla politica. Mi riferisco proprio all'attivismo, al dedicarci energie materiali e spirituali, alle nobili cause.

Il primo grosso problema è che, mentre già a 10 anni tutti ti mettono in guardia contro la droga, nessuno ti mette in guardia contro la politica. Anzi, in moltissimi casi essa viene propagandata come la più nobile delle attività (se poi finite al liceo classico o comunque tra le grinfie qualche insegnante particolarmente fissato, questa cosa diventa il nuovo catechismo).

Giovani, ascoltate bene: state lontani dalla politica, a meno che non abbiate intenzione di fare come Capezzone. Cioè, o la intendete come una professione e andate con chi vi paga meglio, o non intendetela affatto. In tutti gli altri casi, qualsiasi attivista farà l'esatto contrario di quello che predicava da sbarbato.

Facciamo degli esempi. Questo è Flavor Flav al tempo dei Public Enemy, con tanto di Black Panther a corredo, che noi combattiamo il sistema e lo dobbiamo far capire al colto e all'inclita, sia mai.

Niente grida “rivoluzione” quanto un basco ben portato.

Vent'anni dopo, Flavor Flav è protagonista di un reality show che è stato giudicato “inguardabile” da una giuria composta dagli autori di Uomini&Donne, Il Grande Fratello e Porta a Porta:



Questo invece è Cordozar Calvin Broadus, cioè Snoop Dogg. A poco più di vent'anni ha ottenuto un quadruplice disco di platino con un album che un'attivista afroamericana ha definito “un'oscena e profana glorificazione dell'omicidio e dello stupro”. E infatti nel lontano 1993:

L'assenza di basco denota indifferenza verso
la condizione della donna afroamericana.

Vent'anni dopo, Snoop Dogg si fa vedere in giro così:

Niente basco...

... e niente basco.

La politica fa male a te e a chi ti sta intorno. Ma soprattutto fa male a me che ti devo ascoltare. Smetti, prima di ridurti come Flavor Flav.

Un gioco da bambini


Il 2010 appena trascorso resterà nei miei ricordi come l'anno della tecnologia per bambini. Per molti sarà stato l'anno delle prostitute in politica, per altri l'anno dello scontro tra Marchionne e la FIOM, o quello degli studenti che protestano contro la Gelmini.

Per me, è l'anno in cui è divenuta preponderante a livello di massa l'idea che l'efficienza e la bontà di una tecnologia si debbano misurare in base alla capacità di un bambino non ancora scolarizzato di utilizzare la tecnologia medesima.

Sto certamente pensando al touch-screen, glorificato perché alla portata dei fantolini, ma non mi limito a questo: in svariati ambiti è idea diffusa che l'ergonomia debba essere tale da non richiedere alcun apprendimento, se non quello possibile ad un bambino.

Ma cosa succederebbe se tutta la tecnologia umana si fondasse su questo principio?

Innanzitutto, sarebbe difficilissima da creare. Dovendo usare le mani per muoversi. Perché cammineremmo tutti a quattro zampe, visto che quello è il modo in cui i bambini naturalmente deambulano. Ma anche se potessimo usare le mani, avremmo molto poco da fare: un bambino non sa usare il fuoco, non sa scrivere, non sa costruire un riparo per la notte o filare la lana per avere dei vestiti.

Sostanzialmente la civilizzazione è incompatibile con le capacità di un bambino. Per questo motivo servono decine di ingegneri incredibilmente abili e preparati per arrivare a creare un gadget che possa essere usato anche da un bambino in età prescolare.

Che poi in pratica vuol dire una minoranza che possiede le conoscenze può stabilire cosa la maggioranza debba usare, quando e in che modo. E finché si tratta del sottoscritto che non può vedere un video di YouTube sul famoso tablet perché l'applicazione dedicata non lo consente, non è neanche un problema. Ma in un mondo in cui l'alfabetizzazione ormai coincide con il saper usare un computer anche nel lavoro peggio pagato, glorificare l'analfabetismo non mi pare la più saggia delle decisioni.