Per fare un tavolo, ci vuole...

Non capisco se sia la mia donna, le donne tedesche o le donne in generale, ma... non c'è modo di spiegarle che un lavoro manuale fatto bene richiede il soddisfacimento di due condizioni: l'esecuzione del lavoro stesso e l'emissione a mezza voce, facendo sibilare il fiato tra denti, palato e lingua, di violentissime espressioni blasfeme accompagnate da osceni riferimenti all'apparato riproduttivo sia maschile che femminile, nonché all'ultimo tratto dell'apparato digerente e i suoi prodotti.

Non si tratta di voler male alla religione, né di sessismo verso le donne né di odio verso i propri amici maschi, è che bisogna far così. Magari per piantare un chiodo no, ma per esempio – parlo per esperienza – se volete sistemare il carburatore di una Vespa o far combaciare i pezzi della carenatura di una moto e non lasciate esalare le imprecazioni di cui sopra, non ci sarà verso di riuscire. Lo stesso vale per i lavori di carpenteria, muratura e falegnameria, nonché per riparare biciclette e affini. Ed infatti, quando qualcuno vi chiede quanto è difficile fare la tal cosa e cosa bisogna fare, non dovete mai esimervi dal riferire anche la quantità di imprecazioni.

Ora, è chiaro che se lei viene a parlarmi mentre sto lavorando in casa, l'unica cosa che sentirà in risposta saranno le suddette. Siccome la lingua tedesca non permette di smoccolare, o si becca la versione originale (per lei incomprensibile) oppure una povera traduzione in inglese, che però non rende. Quello che non si riesce a far comprendere né a lei né sembra a qualsiasi altro abitante del nord Europa è che non sono insulti a lei, ma strumenti di lavoro. Non sono incazzato, sto lavorando.

Poveri, poveri nordici: mi chiedo come possano montare un divano dell'Ikea senza gli strumenti adeguati. Dev'essere snervante.

Quando i videogiochi imitavano la guerra e non viceversa

Alle porte dell'adolescenza, pronto a scoprire il mondo, feci un incontro che mi segnò per sempre: Wolfenstein 3D. All'epoca non lo sapevo, ma sul mio (se non sbaglio) 386 con Windows 3.1 c'era il fondatore d'una prospera schiatta di videogame che avrebbe avuto un successo inenarrabile: lo sparatutto in prima persona. FPS, per gli hardcore wanker e per evitare di pronunciare la parola “sparatutto”. Poi vennero i vari Doom, Duke Nukem, Quake, capisaldi sì, ma che mi avevano anche stancato. Il nuovo millennio, missando insieme computer potenti, Saving Private Ryan e Band of Brothers, mi ha fatto riappassionare al genere FPS con Call of Duty e Medal of Honor (nello specifico Pacific Assault).

Evidentemente mi attira il filone del soldato in lotta con nazismo. Dal 2005 al 2009 non ho più sparato un colpo, per poi ricominciare con Call of Duty: Modern Warfare. Finito quello, ho deciso che è ora di basta. Non per chissà quali motivi, ma se gli sviluppatori di FPS hanno deciso di intraprendere quella strada, io non ci sto. Mi spiego.

Il succo dello FPS era l'eroe solitario che combatte da solo terribili nemici. Terribili nemici che erano più forti di lui. Molto più forti. In Wolfenstein 3D impersonavate un prigioniero che doveva scappare da un castello zeppo di SS e alla fine dovevate sconfiggere Hitler, che pilotava un mecha dotato di ben quattro Gatling.

Superata questa fase à la McLane e raggiunta una certa maturità, in Call of Duty non si era più un eroe solitario, ma un soldato in mezzo a tanti soldati. Solo che si finiva sempre nelle situazioni più difficili: il lancio della 101 Divisione Aviotrasportata in Normandia, la battaglia del Pegasus Bridge, la casa di Pavlov e così via. In Medal of Honor il gioco iniziava con l'attacco a Pearl Harbour e proseguiva con le battaglie nelle isole del Pacifico. Vi assicuro che cercare di difendersi dagli attacchi giapponesi con un M1903 Springfield è tutt'altro che semplice.

Pur nella loro diversità, è facile vedere come questi giochi avessero come caratteristica comune quella di mettere il giocatore in condizione di inferiorità rispetto al nemico. È una cosa logica. Nessuno si appassiona alle storie di quelli più forti di tutti, non si identifica con loro. È bello quando il debole vince sul forte, nessuno si vanta di essere Golia contro Davide. E se per caso create un personaggio invincibile, dovete per forza introdurre un punto debole: Achille aveva il tallone, Superman la criptonite, Joe Hallenbeck la musica rap. Il nodo focale non è la vittoria (per convenzione sapete già chi vince) ma come si combatte. È lo stesso motivo per cui gli alpini e i paracadusti possono ancor oggi essere orgogliosi di Nikolaevka e Al Alamein: hanno perso, ma hanno saputo tener testa ad un nemico più forte e numeroso.

Ora, quando ho preso in mano l'osannato Modern Warfare, sono rimasto prima di stucco (circa dieci secondi) poi tramortito dalla noia. Il gioco è ambientato nel presente e voi fate parte delle SAS inglesi e dei Marines americani. E già qui siete i più forti in campo. Poi, il nemico? Avranno pensato che la Wehrmacht fosse un tantino abusta e allora, per raggiungere gli stessi livelli di maleficità, hanno condensato tutto il male venuto dopo la seconda guerra mondiale: nascono i terrorsulmani russi. Arsenale nemico: AK-47 e stracci in testa. Numero di combattenti nemici: un miliardo. Intelligenza artificiale: non pervenuta. Svolgimento del gioco: orde di terrorsulmani vi vengono incontro gridando “yallah yallah, bakshish bakshish” e voi li fulminate tutti con il vostro fucile d'assalto privo di rinculo, dalle munizioni infinite e con una gittata utile di 12 chilometri. Se per caso arriva una macchina con una MG-42 sul tetto, voi andate dietro un angolo, estraete il vosto Javelin, inquadrate la macchina, sparate il missile, rimanete dietro l'angolo, accendete una sigaretta mentre il missile prende quota e ricominciate a sparare ai terrorsulmani. Se proprio proprio non ce la fate ad andare avanti, nessun problema: si chiama il supporto aereo e un cacciabombardiere americano sgancia mille quintali di bombe sui nemici facendo terra bruciata. Addirittura ad un certo punto voi siete dentro un AC-130. Per chi non lo sapesse, è un aereo che funge da cannoniera per il supporto delle truppe di terra: in pratica svolazzate in cielo armati come un cavaliere dell'apocalisse e, attraverso uno schermo di computer, prendete di mira degli omini in bianco e nero che non sanno nemmeno che voi ci siete e che non possono difendersi. Terribilmente divertente. Davvero.

Nei “vecchi” Call of Duty questo non succedeva. Eravate sempre in inferiorità numerica, ma la cosa non solo era giustificata, ma era anche vera e storicamente accertata (quando ho scoperto che la missione nella casa di Pavlov non era inventata non ci potevo credere). Le armi finivano i colpi e dovevate prendere quelle abbandonate dai tedeschi. Che vi attaccavano con i carri armati e voi avevate solo un Panzerfaust per difendervi e il bersaglio era difficile da centrare ed era pure resistente ai Panzerfaust! Anzi, in un riuscitissimo delirio citazionista, la prima missione a Stalingrado si svolgeva senza armi e l'obiettivo era di rimanere vivi sotto i colpi di mitragliatrice tedeschi e russi (i commissari politici facevano sparare su quelli che si ritiravano).

Qualunque videogioco funziona così, non c'è niente di strano. Non che quelli di Modern Warfare non ci abbiano provato: per riequilibrare la schiacciante superiorità tattica e strategica del giocatore, hanno avuto la pensata del secolo: i terrorsulmani sganciano l'atomica contro di voi (nientemeno!). E così voi siete in elicottero e scoppia la bomba atomica e voi morite. A parte il ricorso all'escalation (se i terrorsulmani ora sganciano l'atomica, cosa faranno la prossima volta?), non hanno pensato che far morire il giocatore è un pessimo modo per tenere viva l'attenzione del medesimo?

Ma io capisco che dev'essere cambiato il pubblico dei consumatori. I videogiocatori sono aumentati e bisogna far fronte alle richieste di schiere di coatti che si comprano la plei taroccata e che si aspettano un prodotto in linea con il loro livello culturale e morale. Così se agli inizi degli anni '90 lo sfigato che giocava al PC si divertiva con gli FPS grotteschi e iperpompati come Doom, oggi il tamarro che gioca con gli occhiali da sole e la tuta dell'Adidas si diverte sparando ai terrornegri sicuro di ucciderli tutti senza fatica, sognando di diventare Borghezio e fare quello che il politicamente corretto oggi gli impedisce di fare.

E ci sono degli sviluppi ulteriori. In Modern Warfare 2, che mi rifiuto di giocare, c'è una missione in cui dovete/potete sparare a schiere di civili inermi. Divertentissimo. Fra poco uscirà il nuovo Medal of Honor, in cui impersonerete l'elite dell'elite dell'elite dei soldati americani (ad ogni videogioco scopro una nuova Forza Speciale americana, ma quante sono?) e andrete in Afghanistan ad uccidere afghani in questo modo: arrivate di notte in un accampamento, lo circondate, prendete di mira i quattro terrorsulmani che mungono le capre e gli sparate alle spalle senza che nemmeno possano gridare “yalla yalla” o il suo equivalente afghano.

Chissà cosa si farà nel prossimo? Già me lo immagino: siete un Marines appostato sul tetto di un imprecisato Paese mediorientale e guardate gli aerei che sganciano bombe sui minareti. Premendo X al momento giusto, potrete esultare come l'ultimo dei bifolchi per non aver fatto niente di niente. Fine. Titoli di coda, Credits.

Deliri d'onnipotenza

Ma a voi non viene mai da pensare cosa fareste se foste a capo di tutto? Io sì. Mi chiedo: cosa farei io se per 100 giorni fossi a capo dell'Italia? Ma non a capo come Napolitano, ma proprio a capo nel senso che per un anno si fa come dico e non si discute... Carta bianca per 100 giorni e poi a casa.

Non è facile rispondere. Cioè, uno può dire “farei questo e quello”, ma non sarebbe mai sicuro di come va a finire la cosa. Allora ci si pensa con più calma. Ecco cosa farei nei miei 100 giorni a capo dell'Italia.

  1. Abolizione dell'esercito professionale e introduzione della leva obbligatoria di un anno per maschi e femmine. Conversione ad una milizia territoriale. Obiezione di coscienza limitata ai casi di comprovata presenza di una coscienza. Conseguente ritiro dalle missioni all'estero e l'esercito torna a difendere i confini nazionali al di qua dei medesimi, come è naturale che sia.

  2. Blocco di tutte le opere pubbliche a data da destinarsi.

  3. Blocco di tutti gli aiuti di Stato e comunitari.

  4. Blocco dei finanziamenti pubblici ad attività private di qualsiasi genere (partiti, giornali, cliniche e scuole compresi).

  5. Abolizione della Rai (non privatizzazione: abolizione). Azzeramento di tutte le leggi sulle telecomunicazioni e creazione di un libero mercato televisivo e radiofonico.

  6. Trasferimento di tutti i giudici, i magistrati, i prefetti e gli alti gradi delle forze dell'ordine.

  7. Obbligo per i dipendenti statali di lavorare 40 ore a settimana (e non per il doppio dello stipendio).

  8. Separazione tra previdenza sociale e pensioni e contestuale passaggio ad un sistema per cui chi lavora mette soldi da parte per sé e non paga i pensionati attuali.

  9. Abolizione delle province e accorpamento dei comuni più piccoli.

  10. Le tasse devono rimanere il più vicino possibile al contribuente (Comune e Regione) e solo una frazione minima deve arrivare a Roma.

  11. Drastico abbassamento delle tasse.

  12. Legalizzazione di droga e prostituzione.

  13. Scuola. Si torna ad insegnare solo le materie serie: leggere, scrivere e far di conto; italiano, matematica, scienze, inglese, storia, geografia e poi negli istituti superiori le varie materie di indirizzo. Stop assoluto alla fuffa, all'educazione civica, ai giorni delle memorie e a Dio sa cos'altro riempie la testa dei ragazzini al giorno d'oggi. Abolizione dell'insegnamento di qualsiasi religione.

  14. Abolizione del Concordato: gli appartenenti alla gerarchia cattolica sono cittadini come tutti gli altri e le loro proprietà sono fatte della stessa sostanza di tutte le altre, quindi non c'è bisogno di mettersi d'accordo su niente.

  15. Abolizione di tasse e balzelli su carburanti, sigarette e alcolici.

  16. Riduzione del numero di parlamentari nazionali e limitazione delle loro competenze a pochi ambiti, quali la difesa, le emergenze sanitarie e naturali e poco altro. Il resto va alle Regioni e ai Comuni.

  17. Licenziamento in tronco e denuncia per mancata ottemperanza degli obblighi contrattuali di tutti i medici “obiettori”. Se lavorate per un ospedale pubblico, fornite tutte le prestazioni previste; se la vostra coscienza non ve lo permette, apritevi il vostro studio e fate quello che vi pare.

  18. Divieto a chiunque abbia rivestito una carica elettiva di potersi candidare per qualsiasi altra.

  19. Abolizione di tutti i segreti di Stato applicati finora.

  20. Varie ed eventuali dettate dall'estro del momento.

Lo so, lo so che si alzeranno alte le grida e so anche il perché ma non importa. Il primo obiettivo è fare in modo che tutta la popolazione riceva un'adeguata preparazione militare. Non c'è libertà senza la possibilità di difenderla. Secondo obiettivo è eradicare la criminalità organizzata senza leggi o magistrati, ma semplicemente affamandola. Niente più soldi da droga, prostituzione e comunità europea, niente più mafia. Terzo obiettivo: troncare ogni forma di corruzione, che manda in fumo miliardi ogni anno e spesso provoca morti (a causa di costruzioni fatte al risparmio). Poiché la corruzione esiste per lo più negli appalti e nelle opere pubbliche, e per il resto nelle sovvenzioni pubbliche, si smette con tutte queste cose e cessa anche la corruzione.

L'obiezione “ma si perderanno un sacco di posti di lavoro” è sensata. Ma purtroppo per voi quello è proprio l'obiettivo. Far perdere il lavoro a tutti quelli che campano alle spalle degli italiani che lavorano: che sia la Fiat, il direttore di qualche clinica privata o il palazzinaro di un comune di 5000 abitanti. Tutti costoro perderanno il lavoro e smetteranno di succhiare soldi al contribuente. Deve essere così.

Direte “eh ma il sud e i problemi e la disoccupazione”. No, per niente. È ora di smetterla con queste sciocchezze. Basta soldi e lavori pubblici al sud e lasciate che mafiosi e parassiti rimangano senza lavoro. È ora di lasciare che le persone perbene possano costruirsi una vita dignitosa senza dover lavorare per mantenere i parassiti. Direte “eh ma la mafia”. La mafia niente: vi ho appena dato una milizia territoriale, avete le armi e sapete usarle. Arrangiatevi.

Direte “ma la gente che perde il posto di lavoro”. Perderanno il lavoro quelli che vivono di soldi pubblici e questo non è un effetto collaterale, ma uno degli obiettivi. Contemporaneamente però rimarranno molti più soldi in tasca alla gente, che quindi ne avrà da spendere per le cose che interessano davvero.

Direte “ah ma tu sei un neoliberista che vuole che i ricchi diventino sempre più ricchi”. No, per niente. Semplicemente penso che quando lo Stato si fa mallevadore di criminali e corruttori va fermato ed al più presto. Quando lo Stato diventa il modo per vivere alle spalle dei propri concittadini va fermato.

Direte “ah ma all'estero il welfare per tutti gratis”. Sciocchezze. I programmi di assistenza sociale funzionano bene nei Paesi con pochi abitanti, dove le tasse non si allontanano mai dal contribuente e dove il lavoro c'è. Per il resto credete che sia diverso dall'Italia? In Germania vengo decurtato della metà del mio stipendio perché lo Stato ha deciso di finanziare l'industria automobilistica e le banche, mentre io, oltre ad avere un'assicurazione sanitaria privata, devo pagarmi una pensione integrativa perché, grazie alle mirabili politche sociali tedesche, sarà buona appena per comprarmi i pannolini. Nel frattempo però devo mantenere tutti quelli troppo stanchi per lavorare, o troppo impegnati a bere birra o a guardare la tv al plasma, o pagare lo stipendio a quelli che lavorano nelle ONG che “aiutano” i Paesi in via di sviluppo, o pagare la retta agli studenti universitari parcheggiati da qualche parte a bere birra. Se non è chiaro, i soldi delle tasse servono per far arricchire i già ricchi, non penserete davvero che servano a “redistribuire la ricchezza”?

Direte “eh ma guarda in America come sono messi”. Francamente dell'America non me frega niente. Non vivo in America, non sono americano e i due Stati che si fregano o si sono fregati i miei soldi sono l'Italia e la Germania. Qui non è l'America e qui le cose funzionano in maniera diversa.

Se il programma non vi va bene, io resto in carica solo 100 giorni, poi potete tornare a finanziare la mafia e i falsi invalidi quanto vi pare.

Attrazione fatale

Avete presente Attrazione Fatale, mitico film dell'87 con Glenn Close? Lei che usciva dalla doccia brandendo un coltellaccio era diventata l'icona della follia irrazionale e persecutoria. Mi è venuta in mente l'altro giorno, quando ho aperto la cassetta delle lettere e ho trovato questo: E giuro che ha tentato di uccidermi! (e comunque mai avrei pensato che potesse arrivarmi una lettera intestata "Stato". Aggiunge orrore all'orrore) (e comunque se proprio devono comprarmi, dovrebbero offrirmi qualcosa in più che non il biglietto del treno regionale all'interno dei confini italiani)

iMentality reprise

Una volta per far credere di essere colti ed intelligenti ci si lasciava crescere la barba e si indossava la giacca di velluto. Oggi invece ci si definisce nerd o geek. Siccome non sapete chi io sia davvero, oggi mi spaccio per geek.

Allora, fra poco esce Ubuntu 10.04 Lucid Lynx. Ecco come apparirà alla fine dell'installazione:

Courtesy: OMG Ubuntu!

Vi ricorda qualcosa? Un aiutino:

Courtesy: Wikipedia

L'occhio esperto avrà notato come almeno manchi il dock nella parte bassa dello schermo. . Perché con questa versione di Ubuntu nei repository sarà presente docky e così, con tre click, la vostra Lince Lucida apparirà così:

Courtesy: Gabuntu

Non comprendo per quale motivo sia necessario copiare in questa maniera Apple. È un'ossessione, è dappertutto. Basta, sul serio, basta. Ora pure l'open source si mette a fare le cose a forma di Apple. Se volevo Leopard, mi compravo un McBook e tanti saluti, no? Perché dovrei avere questa specie di Apple fatto in Cina?

Sì, lo so che tanto l'aspetto grafico si può cambiare (ovviamente il mio è il più ficherrimo del mondo, che credete) però intanto è lì, quella brutta copia di Apple.

Propaganda che vince non si cambia

Tradizionalmente le teorie che attribuiscono una certa situazione politica ad una cospirazione messa in atto da entità extrapolitiche e sovranazionali appartiene ad un'area che potremmo definire di “destra” (con tutte le cautele del caso). Il fascismo trasse il proprio sostegno inizialmente incolpando gli “imboscati” per il disastro della, pur vinta, Grande Guerra e poi agitando il pericolo bolscevico che stava per mettere le mani sull'Italia. Il nazionalsocialismo additò gli ebrei come causa di tutte le disgrazie della Germania, agevolmente accoppiando l'ebraismo al bolscevismo. In seguito, quando le vicende politiche fecero perdere a Italia e Germania il sostegno britannico, ebrei e bolscevichi divennero un tutt'uno con la finanza anglosassone.

Il processo è abbastanza intuibile: alla ricerca del consenso tra le masse si fa leva sulle paure del popolino e si addita come causa unica di tutti i problemi una parte minoritaria del corpo sociale, indicandola come un agente di entità quasi onnipotenti ma invisibili e dipingendo il potere in carica come vittima di un potere più forte. In questo modo è possibile mettere in atto azioni concrete di repressione senza doverne pagare le conseguenze: picchiare, derubare, perseguitare, imprigionare, deportare e uccidere anarchici o ebrei non comporta alcun problema di perdita del consenso o di supporto economico e politico, essendo ebrei ed anarchici pochi, deboli e poco amati dal resto della popolazione.

Agente della finanza anglosassone

Durante la guerra fredda, la nuova potenza egemone ha potuto continuare questo schema, teorizzando un'enorme cospirazione planetaria creata dall'Unione Sovietica i cui agenti si erano infiltrati nei gangli vitali dell'apparato statale e della società americana, creando il clima adatto all'accanimento contro l'avversario politico. Nel frattempo le teorie che coinvolgevano gli ebrei e i comunisti non sono morte, ma sono scivolate nell'ombra, covando sotto la cenere dei movimenti di estrema destra.

Quando lo spauracchio dei comunisti ha fatto il proprio tempo, è stato sufficiente teorizzare un complotto planetario retto da entità ancora più fumose del comunismo (che se non altro poteva essere rozzamente identificato con uno Stato ed il suo esercito e le sue spie e la sua propaganda), il Grande Complotto Islamico contro le Nostre Libertà®.

Lo schema si perpetua: il potere crea consenso per mezzo di un capro espiatorio, contro il quale esercita violenza in spregio delle leggi e del buonsenso, sicuro di non trovare alcuna opposizione a quegli atti. Così il governo italiano può rapire, espellere, imprigionare senza processo muratori e autisti di camion, perché farebbero parte di una cospirazione globale volta a trasformare l'Italia in un califfato.

Il futuro califfo d'Italia

La destra italiana è particolarmente capace in questo senso in quanto, oltre ad adeguarsi alla politica dei più potenti imperi americano ed inglese, propone sempre un guizzo nazionalpopolare che ci regala quel tratto di originalità made in Italy. Così la coalizione di destra, che ha la maggioranza dei voti ed è sostenuta e guidata dall'uomo più ricco e potente d'Italia, proprietario di un sistema mediatico capillare e monopolistico, sin dal suo nascere ha sempre adottato lo schema della cospirazione. Il risultato è che nel volgere di 16 anni da quel fatidico 1994, una folta schiera di persone, giornalisti, politici, blogger, editorialisti, ogni volta che incontra qualche critica al sistema politico contemporaneo non allineata alle critiche permesse dal Ministero della Verità grida con gli occhi iniettati di sangue e la bava alla bocca “complottisticomplottisticomplottisti!”, mentre – contemporaneamente – elabora fantasiose quanto complicate (ma pur sempre scopiazzate) teorie della cospirazione in cui ogni agente o accadimento che non vada perfettamente a favore del potere quasi assoluto che esercitano sul Paese fa parte del complotto globale. Quale complotto globale? Chiaramente quello della finanza anglosassone (ding!) che vuole distruggere l'Italia (ding!) e che per fare questo se la prende con il governo di destra (ding!) che sta attuando una politica di autonomia (ding!) a favore del popolo (ding!) in aperto contrasto con la suddetta finanza (ding!). E per impedire che in l'Italia cada in mano loro (ding!) bisogna innanzitutto sconfiggere le sinistre (ding!) che sono i burattini della finanza anglosassone (dinghededinghededì!!!) che controlla i giudici (ding!). Addirittura un noto ministro dalla erre moscia è andato alla tv nazionale rivelando agli italiani che il mondo è governato da una setta di banchieri e finanzieri (ding!) che potremmo definire Illuminati (dindondan-dindondan!!!).

E funziona, non c'è che dire. Persino siti dal magniloquente titolo d'ispirazione marxiana ormai seguono in fila indiana queste teorie della cospirazione.

Va da sé che nessuna di queste persone crede veramente ad una cosa del genere e che la mossa è puramente propagandistica. Le grande ideologie sono cadute, il mondo sta diventando sempre più complicato e gli elettori non si fidano più del potere: è logico che prima o poi qualche potente si riciclasse come nemico dei potenti. Il ministro con la erre moscia, quando si è messo a parlare male degli Illuminati in televisione, sapeva bene che in ascolto c'erano decine di migliaia di persone in attesa di sentir dire queste cose da qualcuno di importante. Più o meno tutti sappiamo che esiste una finanza anglosassone, più o meno tutti sappiamo che essa è potente e più o meno tutti sappiamo che il sistema bancario è un pozzo nero, ma in pochi sanno effettivamente i meccanismi reali quali siano. È un sistema lontano e dai contorni indefiniti. E allora arriva il ministro che dice “sì avete ragione, ci sono i banchieri anglosassoni che comandano tutto e tutti, votate me alle prossime elezioni e gliela faremo vedere noi a quei cattivoni!”

Il sistema è semplice e collaudato: qualche politico viene indagato? I giudici complottano per favorire la finanza anglosassone. Qualche impiegato statale scende in piazza con le bandierine lillà? La sinistra complotta per favorire la finanza anglosassone. Non consegnano le firme per le elezioni amministrative? Complotto contro la politica antimperialista del governo. Di Pietro cerca di coniugare un verbo? La quinta colonna della finanza anglosassone trasmette messaggi in codice agli agenti sotto copertura.

La finanza anglosassone

David Icke

Purtroppo queste astruserie prenderanno sempre più piede. E ancor di più, finché le uniche critiche al sistema sono rottami di socialismo reale e impiegati statali con la sciarpa lillà che gridano “golpe!” per ogni singolo atto o dichiarazione di un rappresentante della destra. Su Facebook.

Promemoria per chi volesse conquistare il mondo: fate sempre la parte dei perseguitati. Sempre e comunque. Se stuprate, frignate perché i poteri forti vogliono uccidere il maschio. Se picchiate, frignate che ha cominciato lui. Se vi arrestano, frignate che questa non è vera democrazia. Non sottovalutate mai il potere della lamentazione. Se siete presidente della Regione, dite che Roma vi vuole distruggere. Se siete Presidente del Consiglio, dite che la Cina/gli Usa vi vogliono distruggere. Se siete Presidente del Mondo, è ora di tirar fuori la storia dei rapimenti alieni. Più potere avete, più dovrete lamentarvi.

Manus agere

Da quando è scoppiata la crisi non si può evitare di leggere articoli e saggi che cercano di spiegarne cause ed origini. Alcune spiegazioni sono più convincenti di altre, e lo sono perché avevano previsto per tempo le dinamiche economiche e sociali cui assistiamo in questi giorni. Tuttavia, anche se non si è economisti ma si è stati testimoni di un certo modo di fare economia, l'arrivo della bufera non è stato una sorpresa. A me per esempio è capitato di lavorare per un'azienda della cosiddetta new economy, che voleva diventare la leader del futuro che è già presente, il famigerato web 2.0. Per ragioni di riservatezza e legali non darò alcun riscontro a fatti o cose realmente esistenti, dirò solo che ho lavorato per il sito X.

La storia del sito X è abbastanza tipica. Qualche compagno di università si mette insieme e ha un'idea simpatica ed accattivante e ci costruisce un sito web attorno. Il sito web inizia a raccogliere accessi e visite in numero sempre maggiore, fa parlare di sé, diventa un fenomeno in internet fino a strabordare nella vita reale. I fondatori del sito riescono a trovare dei finanziatori e iniziano a diventare importanti. In piena espansione, il sito (divenuto società per azioni) inizia ad assumere personale. Ed è a questo punto che chi scrive entra a farne parte, perché il sito X è ormai sufficientemente strutturato da non poter più contare solo sui fondatori e sul gruppetto di tecnici che lo fanno funzionare.

Non mi dilungherò in particolari, l'importante è capire che appena arrivati si capiva che di soldi ne giravano tanti, ma proprio tanti e questo veniva spiegato col fatto di aver trovato dei finanziatori che credevano nell'idea del sito X (che continuava ad aumentare accessi e visite). Era altresì chiaro che il sito non generava entrate, come qualsiasi altro sito che non abbia pubblicità o una sottoscrizione a pagamento. Il sito X era un sito ad accesso libero e senza pubblicità di alcun tipo, al pari del blog che state leggendo in questo momento.

La popolarità del sito X cresceva a vista d'occhio ed ormai era diventato una società vera e propria, con presidente, amministratore delegato, management, catena di comando e api operaie lì in fondo (del cui numero facevo parte).

Al culmine del successo il sito X venne comprato da un'importante società che opera nei media per una cifra non resa nota ma – secondo le voci di corridoio – decisamente elevata, quasi certamente a sei zeri.

In tutto questo tempo la formula non è mai cambiata e il sito X non ha mai prodotto un centesimo di fatturato, solo che i nuovi padroni erano arrivati per fare soldi e così hanno cominciato a fare pressione sul management. Il management, che aveva reso il sito popolare grazie al fatto di essere gratuito e senza pubblicità, non sapeva cosa fare e così ha cominciato a fare pressione sulle api operaie, non mancando di incolparle dei problemi della società.

La presente formica operaia da un lato lavorava in un clima soffocante, dall'altro capiva che il sito X, non raccogliendo soldi, non ne aveva nemmeno da distribuire e quindi, preferendo lasciare che essere lasciata, ha rassegnato le dimissioni. Qualche tempo dopo i nuovi padroni hanno iniziato a vibrare dolorosi colpi di mannaia. Non so di preciso che fine abbia fatto il sito X, di sicuro funziona ancora, ma è stato decisamente ridimensionato e rivisto nella formula.

I miei lettori si chiederanno cosa ci sia di strano in tutto questo: la storia è semplice ed il finale inevitabile. Il problema è che eravamo in pochi a vedere le cose come stavano, e quei pochi erano appunto api operaie, prive di qualunque potere decisionale. Il problema è che il management del sito X, così come il management dei primi investitori ed il management dei nuovi padroni non sono stati in grado di vedere la realtà dei fatti.

È da sottolineare che i fondatori del sito e il management erano tutte persone che studiavano o avevano studiato economia o management e, presumibilmente, anche i manager delle altre società interessate. Non stiamo parlando di adolescenti che si sono trovati per caso con la gallina dalle uova d'oro in mano, ma di un gruppo di teste pensanti che si sono date un obiettivo e l'hanno perseguito razionalmente.

Quello che è successo è che i fondatori hanno trovato un modo di rendere popolare il sito X, aumentandone il traffico. Poi, con i grafici presi da Alexa.com, si sono presentati a qualcuno e gli hanno fatto credere che quel traffico significasse denaro.

Ora, non solo chi lavora nel web, ma anche chi lo frequenta nel tempo libero sa che il traffico generato non equivale alla vendita di merce: centomila accessi al giorno per un sito non equivalgono a cento automobili prodotte da una fabbrica. Se è comprensibile che un gruppo di giovani entusiasti cerchi di vendere la propria idea a qualcuno, è già meno comprensibile che ci siano investitori pronti a dare soldi per un progetto che non ha possibilità di generare ricavi. Ancor meno comprensibile è che importanti società quotate in borsa spendano fior di quattrini per avere qualcosa che non le farà mai rientrare dell'investimento.

Il problema di questi personaggi è che non sono mai stati responsabili del loro operato e non ci hanno mai rimesso un solo soldo. Prima hanno trovato chi li finanziava, poi sono riusciti a sollevare un gran polverone sui guadagni che avrebbero ottenuto e si sono dati stipendi di tutto rispetto. Al momento buono hanno venduto la società e alla fine hanno abbandonato la nave che affondava dopo aver vissuto da nababbi e probabilmente con molti soldi in banca. Tutto il loro operato è stato un fallimento, non essendo riusciti a rendere la società remunerativa; gli unici soldi sono quelli ottenuti millantando inesistenti futuri guadagni; dopo aver impiegato delle persone, le hanno mandate a casa senza nemmeno dire “ci dispiace”. Solo che quando cercano altri lavori, vengono giudicati da altri manager: si capiscono, tra di loro. Mostrano il CV, fanno i meeting, sfoggiano Power Point, vendono fumo, dirigono una società senza sapere cosa stanno facendo e poco prima che la società affondi volano via, incassando la buona uscita, e il ciclo si ripete. E se qualcuno sta facendo un'analogia con le locuste, ha capito perfettamente il meccanismo.

Ma ancora non c'è da stupirsi, considerando che genere di personaggi sono i manager. Nel sito X, oltre ai manager, c'erano i tecnici IT e noi lavoratori. I tecnici ovviamente avevano moltissimo lavoro ed era comprensibile che dovessero rimanere anche a notte inoltrata in casi estremi. Noi lavoratori avevamo il nostro da fare, ma quasi tutti ad una certa ora uscivamo dall'ufficio. I manager invece ogni giorno tenevano la conferenza stampa in eurovisione a reti unificate per fare sapere a tutti che la sera prima avevano lavorato fino alle 10 e per farci sentire in colpa per non essere rimasti lì con loro. Appena arrivato non sapevo cosa pensare ed in effetti mi sentivo quasi in dovere di rimanere. Poi invece ho capito il perché di questa differenza. Noi api operaie, oltre al lavoro, avevamo anche degli interessi. Niente di speciale, le cose normali che fanno tutti: andare al cinema, andare a un concerto, leggere un libro, praticare uno sport. Dopo otto o nove ore di lavoro, pagato malissimo, avevamo voglia di fare altro. I nostri manager invece no: a parte il lavoro non avevano nient'altro. Forse non ci avete mai pensato, però non avere alcun interesse vi rende la vita molto difficile, soprattutto nel relazionarvi con gli altri. Condividere degli interessi o spiegare i vostri interessi a qualcun altro è un ottimo modo per coltivare un'amicizia o una potenziale relazione. Ma se non avete niente nella testa che non sia il vostro lavoro, non avrete niente da dire a chi non lavora con voi, e alla sera potete scegliere se andare in una casa spoglia, con il frigo vuoto a mangiare pizza surgelata da soli di fronte al computer, oppure rimanere con quelle poche persone con cui avete qualcosa da condividere: i vostri colleghi manager. E naturalmente il giorno dopo avrete anche la scusa per fare la ruota di fronte ai sottoposti. Come se quelli vi credessero.

Un'altra differenza tra noi api operaie e loro manager è che noi cercavamo le nostre relazioni fuori dal lavoro. Per il fatto di avere una vita normale fuori del lavoro, ci sembrava altrettanto normale cercare un compagno per l'accoppiamento fuori dall'ufficio. L'accoppiamento dei manager avveniva invece all'interno dell'ufficio, di solito scegliendo tra le sottoposte, che ovviamente al momento dell'assunzione erano state selezionate secondo criteri estetici abbastanza precisi. In effetti posso dire che in quel periodo ero circondato da un buon numero di belle ragazze. Che spesso non avevano alcun problema a dire esplicitamente che la loro carriera procedeva per mezzo del sesso. E comunque anche le donne non si esimevano dall'approfittarsi dei sottoposti: ricordo una ragazza – gradevole a vedersi ma fredda come un ghiacciolo e simpatica come un'occlusione intestinale – che usava i nuovi arrivati per il proprio sollazzo, anche se ho il dubbio che il sesso le interessasse solo come strumento da usare in società per ben figurare. Per tutto il tempo che sono rimasto lì non l'ho mai vista sorridere né tenere il broncio né piangere. Semplicemente impassibile. Posso solo immaginare a quale travolgente passione si lasciasse andare nell'intimità...

Perché allora questa crisi non dovrebbe stupirci? Perché se tutte le grandi corporation sono guidate dalla mentalità che ho visto io, prima o poi sono destinate a morire di morte violenta.

Primo: i manager sono come Pinocchio. Se prepari un paio di slide di Power Point colorate in cui spieghi che piantando degli assegni circolari sottoterra il valore delle azioni potrebbe salire del 50%, loro ci credono e ti danno assegni circolari in bianco da piantare sottoterra. E ai più restii è sufficiente promettere benefit come un viaggio al Paese dei Balocchi che si convincono subito.

Secondo: i manager non hanno idea di cosa stanno facendo. Loro studiano nelle loro scuole, frequentano altri manager, ottengono MBA in serie, ma non sanno fare niente. Arrivano in ufficio con le loro cravatte strette bene intorno al collo e cominciano a parlare. E parlano. E parlano. E alla fine non dicono niente, perché di quello che fate voi, api operaie, non sanno niente e non saprebbero nemmeno come farlo.

Terzo: hanno bisogno dei disegnini (in inglese: Power Point) per capire le cose.

Questi tre fattori combinati creano la ricetta perfetta per il disastro. Interi gruppi di dirigenti si metteranno a cercare guadagni facili e quindi impossibili, ignorando del tutto i rischi e senza il problema di dover pagare il prezzo dei propri errori. Perché l'imprenditore rischia il suo e se chiude la fabbrica rimane senza soldi, ma il manager no: il manager, dopo aver devastato una società, si sposta e va a devastarne un'altra.

Se vogliamo uscire dalla crisi, dobbiamo per prima cosa liberarci di questa piaga, prima che la razza umana venga sterminata dalla proliferazione incontrollata di manager.