Senza titolo

Gleba e birra


Dunque, poche cose al mondo reputo orrende come l'esibizione di potenza immaginaria, sia collettiva che individuale. Provo istintivo ribrezzo per il nazionalismo di qualunque genere, per il superomismo, per il machismo. Non sopporto coloro che si vantano, soprattutto di cose che accadono nell'intimità degli affetti e delle mura domestiche o alberghiere.

Veniamo al dunque. Come molti italiani, sono cresciuto nella consapevolezza che noi maschi si è mammoni. Perchè, si sa, noi italiani ci lasciamo allattare al seno fino a sopravvenuta morte della genitrice e per questo motivo siamo degli eterni adolescenti, incapaci di crescere e trasformarsi in persone normali.

Non come all'estero!

Non come in Germania, dove i maschi escono di casa a 18 anni per non fare mai più ritorno, diventando veri uomini e ingravidando femmine fino ai 23, per poi sposarsi, metter su famiglia e venire in vacanza in Italia ogni estate.

Capita però che qualche italiano mammone e immaturo in Germania ci finisca per davvero e cominci a vedere che le cose non stanno proprio così. All'inizio non lo nota, perché i maschi tedeschi hanno la tendenza a parlare sempre con la voce impostata, a ridere poco, a sembrare estremamente seri e impegnati e quindi ad essere tanto tanto maturi. Ma dopo anni di studio, di appostamenti, di notti all'addiaccio, ho finalmente scoperto il segreto nascosto di queste terre.

Il curatore del blog osserva il comportamento degli indigeni

Quel che non si dice della Germania è che i maschietti, a 18 anni o giù di lì, abbandonano il controllo da parte della madre, sì... ma per passare sotto il controllo della fidanzata. E “controllo” vuol proprio dire “controllo”.

Le madri tedesche impartiscono ai pargoli una disciplina sentimentale durissima. Non è che non vogliano bene ai propri figli, non è che non farebbero di tutto per renderli felici, non fanno mancare loro nulla, ma non li toccano, non sorridono, non manifestano alcun calore. Per contro, attraverso una diabolica e raffinatissima tecnica psicologica, li addestrano a pensare che se non accondiscendono ai voleri (non espressi) della madre, il mondo finirà in un bagno di sangue.

Mamma, mi vuoi bene?

All'arrivo della maggiore età, non è difficile capire perché un tedesco lasci la famiglia: non abbandona un luogo di affetti e di cure, ma un luogo di continua tensione emotiva. Ci dev'essere un senso di sollievo ad andarsene.

Quello che li aspetta è, per certi versi, ancor peggiore. Si troveranno una ragazza che raccoglierà con gioia i frutti della semina familiare. Il nostro maschietto è stato addestrato ad essere accondiscendente verso la figura femminile e ciò lo ha reso succube delle donne e incapace di opporre alcuna resistenza ai loro voleri, anche quando questo sarebbe più che giustificato. Dall'altra parte, la donna si sentirà e sarà in diritto di esercitare un imperium sulla vita del maschio tale da renderlo di fatto privo di autonomia decisionale. Inoltre, mentre la madre addestra e dunque usa munizioni a salve, la compagna userà munizioni vere: lei può abbandonarvi sul serio, e lasciarvi soli, e lo farà, quindi è meglio rigare dritto e sorridere sempre.

Basta seguire poche e semplici regole

Il rapporto di coppia tra italiani tende ad assumere connotati di serietà graduali. Si parte dal grado minimo, con poche aspettative e si progredisce. Tendenzialmente è il matrimonio che seriamente sancisce la serietà seria. Prima del matrimonio è concesso sbagliare e ritentare, almeno entro certi limiti, ed è prevista una soglia superficialità da ambo le parti, legata alla fase in cui si trova la relazione.

Tra tedeschi, al contrario, il maschio diventa proprietà esclusiva della donna e la relazione passa dal grado zero di non esistenza al grado mille di assoluta serietà. Tendenzialmente la diciottenne teutonica si aspetta di vivere more uxorio: dormire insieme, mangiare insieme, uscire insieme, fare i regali assieme, andare a pranzo dalle rispettive famiglie, passare il Natale insieme. Sempre. Dal primo giorno. Tutti i giorni. In tutto questo il maschietto non ha parte alcuna, se non la presenza.

In compenso le catene si portano con tutto

Consideriamo per semplificare quello che qui chiamano party, cioè una qualsiasi forma aggregativa che preveda la presenza di alcol e musica in un luogo chiuso, dalla serata in discoteca alla festa di compleanno. I maschi appaiati se ne rimarrano buoni a bere in silenzio senza disturbare, perché stranamente l'unica cosa che le compagne concedono loro è l'essere ubriachi, mentre qualsiasi altra manifestazione di attività bio-neurale viene aspramente biasimata. Significativamente i maschi non appaiati si comporteranno allo stesso modo, rimanendo tra di loro ed evitando gli individui del sesso opposto. Credo percepiscano il rischio di poter conoscere una ragazza e ne siano terrorizzati. E non so come dar loro torto: non sono in grado di difendersi e una donna è un avversario troppo forte.

Rituale di accoppiamento (Bassa Sassonia, ca. 2007)

A onor del vero, mi è anche capitato di vedere qualche tedesco che ci prova. È un vero spettacolo, commovente e tenero. C'è questo omaccione alto un metro e novanta con la voce finto-baritonale che fa e dice tutte le cose che noi tutti abbiamo fatto e detto. Ma quando avevamo 13 anni. L'imbarazzo, la timidezza, i discorsi fuori contesto, la paura di sbagliare. Da manuale proprio.

Allora, dando per scontato che in un mondo perfetto tutti dovrebbero essere maturi, responsabili e privi di difetti, mi chiedo: ma chi è veramente messo peggio? Io italiano sarò anche eccessivamente legato a mia madre, ma almeno lei mi ha nutrito, mi vuole bene sul serio e posso ragionevolmente contare sul fatto che un bel giorno non si sveglierà con l'idea di non parlarmi più. Insomma, ho qualche motivo per essere mammone. Loro tedeschi invece sono costantemente succubi della donna di turno, devono fare tutto quello che dice lei e non ottengono niente in cambio se non la facoltà di ubriacarsi, mentre non riescono a sviluppare alcuna autonomia e maturità sentimentale.

E se magari le lettrici dovessero pensare che uomini del genere siano comunque migliori di noi italiani, vi posso presentare qualche tedesca che non sarebbe decisamente d'accordo con voi.

La natura tu puoi vivere

È meglio agire assecondando il principio o è meglio agire in base al risultato ottenuto? Il risultato deve essere determinato dal principio e viceversa, o deve invece essere il risultato slegato dal principio? Posso giustificare il risultato alla luce del principio?

Detto tra noi, non ne ho idea; però so che per convincere qualcuno ad scegliere una direzione vale di più il risultato che non il principio. Per esempio, sono anni che cercano di convincermi ad essere vegetariano e ambientalista. Motivo? Per la natura, per non far soffrire gli animali, per difendere il pianeta.

Non ci sono ancora riusciti. Perché io sono a favore della natura. E la natura ha messo l'uomo in cima alla catena alimentare. Lo dimostra il fatto che lo siamo, che addomestichiamo gli animali, li uccidiamo, li mangiamo, ci facciamo i vestiti, li usiamo per lavoro e per diletto. Essere alla sommità della catena alimentare giustifica secondo natura la posizione di predominio sulle altre specie.

La natura ci ha dotato di intelligenza, che noi sfruttiamo per piegare l'ambiente circostante alle nostre esigenze. Se non avessimo naturalmente l'intelligenza non ne saremmo in grado, ma ce l'abbiamo e modifichiamo il mondo secondo la nostra volontà, così come la natura ci ha predisposto a fare.

C'è un limite a tutto ciò? Certo, quello di nuocere a sé stessi. Quando la nostra intelligenza ci ha permesso di avere luce, riscaldamento e automobili, abbiamo agito secondo natura. Ma se l'uso di queste tecnologie del tutto naturali provoca degli effetti nocivi sulle persone (scossa elettrica, inquinamento, incidenti) è buona cosa cercare di limitare il pù possibile il rischio. Certo ci sarà sempre qualcuno che muore fulminato e certo quando non c'era l'elettricità non c'erano casi di morti fulminati, però – una volta ridotto il rischio sotto una ragionevole soglia – i vantaggi dell'elettricità sono tali e tanti che non ha senso tornare indietro.

Il riscaldamento domestico provoca inquinamento, che non fa bene alla salute e quindi bisogna ridurlo quanto più possibile. Ed ovviamente quando non c'era il riscaldamento domestico c'era meno inquinamento. Ma i vantaggi di avere il riscaldamento sono troppi per rinunciarvi.

Quando invece, a causa della competizione del mondo naturale, qualche specie che viene a contatto con l'uomo si estingue, è un peccato ma è la natura che fa il suo corso. Le balene, se avessero il pollice opponibile e la coscienza di sé, potrebbero magari sopravvivere. Purtroppo non hanno né l'uno né l'altra, quindi sono destinate ahimé ad estinguersi, per colpa non dell'uomo, ma della natura e delle sue regole. Potrebbero anche non estinguersi, ma ciò dipenderebbe dalla volontà dell'uomo di mantenerle in vita e tutto questo non sarebbe affatto naturale. Ma siccome noi umani ci dilettiamo a vedere le balene spruzzacchiare dalla schiena, forse le risparmieremo e le useremo per il nostro diletto.

Il concetto è semplice, dunque. Se qualcuno vuole convincermi ad adottare certi comportamenti, non deve giocare sui sentimenti, non deve sbandierare principi. Quando mi mostrano gli allevamenti di mucche e galline e cercano di sollevare la mia pietà e farmi rinunciare a mangiare carne, non ce la fanno. Non che mi diverta a vedere le mucche macellate, ma nemmeno m'impensierisco. È la natura che fa il suo corso. I macelli sono il naturale risultato della catena alimentare.

Quando invece leggo che le mucche e le galline vengono bombardate di ormoni e antibiotici, che vengono nutrite con qualunque cosa e che questo mi farà del male nel momento in cui le mangerò, allora lì si che ci penso bene e sono contento che si tenti di abolire queste pratiche. Così come, sapendo che l'eccesso di carne non fa bene alla salute, ne limito il consumo e per alcuni periodi sfioro il vegetarianesimo.

Mi dispiace molto per le povere balene e per i cuccioli di foca, ma è così che funziona la natura. E non crediamo che il problema sia del tutto moderno: a causa nostra l'uomo di Neanderthal si è completamente estinto, sopraffatto dalla superiorità tecnologica e intellettuale di noi sapiens. La natura che fa il suo corso.

E per la cronaca, a me nemmeno piace come funziona la natura, perché creare una specie così tanto superiore alle altre non può che far soffrire le balene e i cuccioli di foca.

Per tutti quelli che non sono Hunter Thompson


Il motivo per cui mia madre ha sempre creduto che non mi piacesse nessun cibo è che già in tenera età avevo compreso la connessione che esiste tra l'espressione del gradimento di un particolare piatto e il trovarselo in tavola 5 volte alla settimana.

Contestualmente, una delle prime conquiste del mio personale processo gnoseologico è che anche la cosa più bella e buona, se fruita in abbondanti quantità, diventa insopportabile (il processo gnoseologico ha più tardi stabilito che esiste un'eccezione a questa regola per D. N. e V., ma non perdiamoci in facezie).

È dunque con questo spirito che mi appello ai giovani e meno giovani d'oggi.

Giovani e meno giovani, io vi capisco. So cosa si prova, so cosa si sente. Ma vi chiedo, vi supplico, v'imploro: smettete di indossare quelle maledette All Star. Sembra di stare nella Cina di Mao. Sembra un dannato campo di concentramento.

Vi taglio i piedi.


Il rasoio di Sartre


Posso dire la mia esistenza sia dilaniata da due forze opposte. La forza dell'ideale, che tende alla perfezione, e che mi fa desiderare di radermi ogni giorno. E la forza del reale, che mi spinge a non rasarmi mai.

Così finisce che mi rado due volte la settimana. Il lunedì ed il martedì.