La colpa è sempre altrui

Seguo con alterna attenzione le vicende economiche euroelleniche. Più che altro, seguo i commenti a corredo, perché sono spassosissimi.
Quello che sta succedendo in Grecia e che forse capiterà altrove era già scritto da tempo. Più o meno nel momento in cui i politici greci hanno cominciato a far vivere la nazione a debito, cioè indebitandosi per somme che non avrebbero mai potuto restituire. Bisogna, in questi casi, guardare in faccia la realtà: contrarre debiti porta inevitabilmente a due alternative: ripagare i debiti o andare in bancarotta. Non c'è alternativa, né via di fuga.
Molti pensano che non sia così, perché gli Stati avrebbero il magico potere di convertire l'acqua in vino e di poter contrarre debiti a piacere senza doverne mai venire a capo. Non è così. I debiti si pagano. E non c'entra nulla che altri speculino sui debiti contratti da uno Stato. Sono stati i governanti a decidere di contrarre il debito e niente può distogliere dal naturale esito di quel debito. Poi, a parte, si potrà anche discutere sulla liceità di talune pratiche, ma questo non serve e non deve distogliere dalla realtà.
Oggi tocca alla Grecia, ma pian piano toccherà a tutti gli altri, perché hanno contratto debiti che non possono ripagare. Certo, sentiremo sempre più di frequente dare la colpa al capitalismo, al libero mercato, alla deregulescion, alla poco controllo della politica sull'economia. E tutti ci crederanno, naturalmente.
Ciononostante, rimane il fatto che la situazione, sia Greca che europea che mondiale, è prima responsabilità dei vari governi, che dalla fine della seconda guerra mondiale in poi hanno deciso di regolamentare l'economia, perché naturalmente gli uomini non sanno regolarsi da soli, hanno bisogno del politico che gli dica dove e come investire i propri soldi.
E così prima hanno messo in piedi un sistema economico statalista e assistenzialista derivato dalle esperienze di Roosevelt e Hitler, hanno abolito il cosiddetto gold standard, hanno praticato politiche inflattive, hanno rese lecito per le banche quello che per ogni altra attività commerciale sarebbe truffa e via dicendo. Oggi stiamo raccogliendo i frutti di questa semina.
E oggi, di fronte al disastro di una politica che ha voluto guidare l'economia, che poverella da sola non ce la faceva, e divertirsi a fare ingegneria sociale, che voi siete solo dei poveri dementi da educare, mi tocca vedere i maggiori esponenti della politica che si riuniscono per salvare la situazione. Sudo freddo. Se penso che gente come Berlusconi o Sarkozy o la Merkel vogliono salvare l'Europa vengo colto da riso isterico: in Germania non sono neanche capaci di mantenere un sistema sanitario decente senza fare miliardi di debiti (un consiglio: cercate di non stare male verso la fine del mese, quando i medici hanno già esaurito le prestazioni che le assicurazioni sanitarie pagano loro; anzi, fate così, non state male proprio: andare da un medico tedesco di solito significa sentirsi dire che non si ha niente o che si è stressati) e pensano a come salvare il mondo. Tanto per dire, il presidente più colorato della storia degli Usa, il genio che doveva salvarci tutti, ha affermato perentorio che “i problemi della Grecia dimostrano che tutti i Paesi sono interconnessi”. Un genio, non c'è che dire. Magari l'altro giorno ha anche imparato dov'è la Grecia.
Fermateli, per carità! Più fanno, più fanno male. Più si muovono, più rompono. Lasciateli a casa. Distraeteli. Fategli vedere un film. Portateli al circo. Raccontate loro una fiaba. O magari i racconti al telefono di Rodari. Qualsiasi cosa, ma non lasciateli “trovare un accordo”, non permettete loro di “mettere in sicurezza la zona euro”, non lasciate loro alcuno spazio di manovra che non sia fare “ciao mamma” con la mano davanti alla telecamera.
Vorrei vivere tranquillo gli anni che mi restano.
Grazie.

2 commenti:

Attila ha detto...

Se leggiamo i "Racconti al Telefono" di Rodari a qualche geniale economista, corriamo il rischio che le prenda per vere e produca una nuova teoria (assurda) dello zero rischi, prenda il Nobel e ci spiaccichi una nuova fantastica crisi ancora peggiore di quella in corso... no, niente racconti e a letto senza cena per tutta quella brava ggggggente!

Cordialità

Attila

Unknown ha detto...

Non ci avevo pensato!

Hai ragione, a letto senza cena (per abituarsi ai tempi che verranno).