Iniziano ad essere fastidiosi

Ieri volevo guardarmi una puntata di Glee e invece ho trovato uno stormo d'aquile:



Non mi preoccupo, è già successo. Basta aspettare uno o due giorni e tutto torna come prima.

La mia idea a riguardo è molto chiara. La legislazione sul diritto di copiare è il tentativo da parte dei produttori di copie di mantenere o espandere per mezzo della forza di polizia un mercato dal quale non sarebbero altrimenti in grado di ottenere i ricavi voluti. Non dovrebbero esistere né leggi né azioni coercitive dello Stato che impediscano al singolo di usufruire di una tecnologia solo perché 30 anni fa questa tecnologia era molto costosa. Libero mercato.

Così come non esiste una legge che impedisce di prepararsi le lasagne in casa al fine di proteggere i guadagni dei ristoranti, ugualmente non dovrebbe esistere una legge che impedisce di copiare dei file multimediali al fine di proteggere i guadagni delle aziende che copiano file multimediali.

Non so come andrà a finire, ma non credo che la mia posizione prenderà il sopravvento. Storicamente quest'idea ha sempre perso nel mondo occidentale capitalista. Nei sistemi capitalisti il libero mercato è sempre stato soppresso a favore degli interessi del più forte. Si è cominciato agli albori della rivoluzione industriale, reinventando il concetto di proprietà privata e creando la polizia che difendesse questo nuovo diritto, e non ci si è più fermati: ogni volta che un'entità economica ne ha la possibilità, chiama in aiuto lo Stato per chiudere il mercato e mantenere una posizione di privilegio.

Una cosa in cui il capitalismo è sempre stato dieci passi avanti ai propri critici, soprattutto quelli di matrice socialista, è che i capitalisti non sono filosofi. Data la realtà, cercano di trarne vantaggio economico e di pianificare l'azione coerentemente alla realtà stessa. I suoi critici invece rifiutano il confronto sulla realtà ed elaborano teorie fondate sull'assunto che il capitalismo, essendo cattivo, morirà. Così in teoria il capitalismo sarebbe dovuto estinguersi circa 150 anni fa, ed in teoria il socialismo avrebbe dovuto portare pane, pace e uguaglianza. Infatti...

Nei Paesi capitalisti la classe dirigente ha imparato a chiamare “libero mercato” il controllo del mercato da parte dello Stato a suo favore, e a chiamare “socialismo” qualsiasi cosa su cui non abbia messo le mani. Dall'altra parte, siccome sono farlocchi, se la sono bevuta da farlocchi quali sono e così loro non vogliono il “libero mercato” dei capitalisti, vogliono le regole e vogliono l'intervento statale. Solo che lo Stato è in mano al più forte, cioè ai ricchi, che così possono fare il bello e il cattivo tempo.

Coerenza tra pianificazione e realtà: il potentato pianifica il vantaggio economico attraverso la forza dello Stato e lo ottiene. Invece la sinistra (latu sensu) lancia anatemi contro il nemico dei potentati, il libero mercato, e chiede l'intervento statale contro quelli che stanno a capo dello Stato. Il risultato è la bocca a O di fronte al manganello della polizia mandata a difendere il “libero mercato” pagato coi soldi delle tasse.

Per quanto riguarda il copyright sta succedendo lo stesso. La polizia viene mandata a sopprimere il libero mercato delle copie a vantaggio delle posizioni di rendita dei maggiori attori economici, mentre quelli contrari ragionano come se la realtà procedesse secondo i loro desideri e discettano sulla fine imminente del modello economico fondato sull'obsoleto copyright.

La realtà sembra dire qualcosa di preciso. Fino a dieci anni fa era possibile fare una copia di un prodotto multimediale o la fotocopia di un libro senza particolari problemi. Oggi invece è vietato per legge, e non solo. Chi compra un prodotto multimediale, o anche una console per i videogiochi, acquista la mera licenza di utilizzo, che è revocabile. Condividere file protetto da copyright sta diventando un reato penale. Anche l'idea di scaricare gratuitamente da internet sta lentamente tramontando: usare il p2p è un azzardo. Magari non in Italia, ma in altri Paesi le citazioni in giudizio arrivano, così come le multe salate, anche allo studente squattrinato. Per abbassare il rischio i più accorti sono passati ai sistemi di download diretto, ma per quelli si paga. Addio scaricare gratis.

In compenso servizi come iTunes, che fanno pagare di più per avere meno di quello che si trova gratis, macinano milioni. Colossi come Amazon vendono libri elettronici e poi, ogni tanto, decidono che il libro che avete regolarmente pagato deve essere cancellato dal vostro Kindle.

Non vedo all'orizzonte un drastico cambiamento di rotta. Chi è contrario al copyright ricorre ad argomenti che non hanno presa nella realtà e muovendo da presupposti che sono solo teorici. I gradi attori economici ottengono, qui ed ora, che il mercato venga strozzato in loro favore e, sullo sfondo, la litania dello Stato che deve regolare il mercato offre il quadro ideologico alle major.

Perché non si può predicare il controllo statale del mercato e poi lamentarsi che la polizia persegue chi viola le leggi che controllano il mercato.

10 commenti:

Falecius ha detto...

Faccio fatica a capire come fai a postulare un libero mercato senza il concetto di proprietà (e senza lo Stato a garantirlo).

Tommy Angelo ha detto...

Dov'è che ho eliminato il concetto di proprietà?

BrunoB ha detto...

Ma secondo me ci può essere una via di mezzo, bisognerebbe partire ripulendo l'industria dell'intrattenimento (ma non solo) dai cazzoni che vivono di rendita e si fanno le seghe sulle previsioni di vendita e sulle analisi di mercato campando sulle spalle di chi il lavoro lo fa davvero. Correlato (ma non troppo) cosa ne pensi di Flattr?

Tommy Angelo ha detto...

Quelle sono questioni interne alle aziende, mica possiamo andare a decidere come gestirle.

Flattr mi sembra una cosa interessante, vorrei capire come funziona in dettaglio (in teoria è sempre tutto molto bello, in pratica...)

Quartz ha detto...

A me stupisce sempre più Itunes, diobon è scomodo, è una palla al piede, è costoso, ha mille alternative migliori etc...
Se la distribuzione fosse p2p con una protezione relativamente blanda, con prezzi 1/10 di quelli attuali e pagamento diretto ai produttori (oggi la distribuzione è un balzello doganale), "in teoria" i problemi dovrebbero scomparire, sono CONTENTO di dare soldi a chi produce qualcosa di buono, così come sono contento di toglierli a chi mi ricatta/non collabora al mio benessere come le grosse case discografiche...
Imho bisogna cmq distinguere musica, ove è possibile e costruttiva l'autoproduzione, dal mondo del video dove produrre costa davvero, sono meccanismi economici completamente diversi, c'è (c) e (c).

Cmq i veri problemi si stanno vedendo sempre più nel mondo dei brevetti, che nacquero come tutela ed ora sono essenzialmente una vessazione.
Che sia un problema del capitalismo o del socialismo importa poco: è uno schifo e va rivisto radicalmente, che al momento sarebbe persino meglio il nulla.
E btw capitalismo e socialismo sono uno l'alibi dell'altro, l'opposizione è sempre stata di comodo, privatize the gains and socialize the losses da secoli e secoli, possibile che si stia ancora a fare sti discorsi? Ma bel pezzo cmq...

Tommy Angelo ha detto...

Riformulo: confondi i diritti morali con i diritti di sfruttamento economico. Con la nascita del capitalismo, si è creato il diritto di sfruttamente economico, che può essere venduto e comprato e grazie al quale l'editore, in posizione di forza rispetto all'autore, poteva legalmente fare soldi copiando le opere dell'intelletto che non aveva creato.

Fulvion ha detto...

Ciao Tommy, una domanda visto che ti vedo preparato sull'argomento..
La mia ragazza è tedesca, di Berlino. Io al momento mi trovo lì e di solito in Italia scarico film e telefilm da Hotfile (ho un account premium).
C'è qualche rischio in Deutschland? No perchè non vorrei crearle dei casini...
Grazie e complimenti per il blog, che leggo sempre volentieri!
f.

Tommy Angelo ha detto...

Se guidi oltre il limite di velocità, stai violando la legge e rischi di essere punito.

Se scarichi materiale coperto da copyright, stai violando la legge e rischi di essere punito. Non so nello specifico quale sia la legislazione tedesca, ma ovviamente la legge è lì per essere rispettata.

Ed Schlecter ha detto...

Certo che 'sto Disqus sarà pure carino, però fa letteralmente a fette le discussioni! Ti rispondo sotto. E giuro che non nomino le lasagne.

Ed Schlecter ha detto...

Continuo la discussione iniziata sopra per evitare crisi epilettiche a chi legge.

Nessuno ti impedisce di possedere alcuna tecnologia. Non verranno mai messi al bando masterizzatore, fotocopiatrice, e-mule o siti di download. Come nessuno ti impedirà mai di usufruire della tecnologia "automobile" perché potenzialmente sfruttabile per azioni illegali. La legge semplicemente ti vieta alcuni usi di quelle tecnologie: copiare contentuti intellettuali di proprietà altrui e stendere pedoni.

Riguardo alle industrie discografiche (e in generale a quelle società che hanno il compito di produrre copie), le avevo lasciate perdere nel mio ragionamento, visto che appunto la tecnologia le sta rendendo via via più inutili.

Dovresti riformulare la domanda così: si è d'accordo col difendere a mano armata gli interessi dei produttori di opere d'intelletto e impedire per legge la copia gratuita delle loro opere? Possibile risposta: sì, io voglio che lo Stato impedisca ai cittadini di copiarsi in casa le opere (come allo stesso modo voglio che impedisca di rubare la bistecca dalla macelleria), perché voglio che il produttore (come il macellaio) sia retribuito per il lavoro che fa di cui il destinatario, grazie alle tecnologie a sua disposizione, ora come ora può usufruire gratuitamente basandosi sul discutibile principio per cui una cosa tecnicamente possibile diventa automaticamente una cosa legittima.

Oppure si può dire che lo Stato non deve occuparsi di salvaguardare la proprietà intellettuale delle opere, ma allora - a meno che non si voglia introdurre una distinzione tra proprietà fisica e proprietà intellettuale, che andrebbe comunque giustificata - per essere coerenti bisogna dire che lo Stato non deve occuparsi nemmeno di salvaguardare la proprietà delle bistecche e di qualsiasi cosa, e in generale non deve occuparsi di salvaguardare alcun diritto. So che tu mi dirai: esatto! Ma questo non era un post sull'anarchia, era un post sul diritto d'autore stante la situazione politica così com'è ora.

Detto al contrario: nel momento in cui lo Stato difende la proprietà del macellaio, non vedo alcun motivo per cui non debba difendere la proprietà dello scrittore.

Riguardo al post vecchio linkato:

"gli autori vendono alle società produttrici di copie il diritto di copiare il proprio lavoro, ed il loro guadagno deriva principalmente da questa vendita."

Non so che esempi tu abbia in mente, ma da quel che so io nella piccola editoria e nel panorama musicale di nicchia il guadagno per l'autore non avviene affatto al momento della cessione dei diritti. Anzi, molte volte devi pagare l'etichetta/editore perché ti produca, oppure, se ti va meglio, lavori gratis. I guadagni li vedi solo dai diritti sulle vendite, ossia ricevi un tot per ogni copia venduta. Quindi copiare gratuitamente, almeno in certi contesti, danneggia molto di più l'autore che la società che distruibuisce.

In pratica è un'enorme fregatura. E infatti io vedo di buonissimo occhio tutte le possibilità che la rete e la tecnologia offrono per bypassare le etichette/case editrici, perché hai perfettamente ragione a dire che quello delle copie è un mercato morto. Ma è cosa ben diversa mantenere in vita ex lege un mercato che non ha senso di esistere e difendere il frutto del lavoro (intellettuale) di una persona.

Ho capito e condivido la tua critica al mercato delle copie, che viene tenuto in vita artificialmente. Quello che volevo farti notare era di stare attento a non buttare il bambino con l'acqua sporca, e distinguere tra la critica al sistema attuale, tutto sbilanciato a favore dei grandi produttori di copie a scapito sia di che le crea sia di chi ne fruisce, e la questione di principio sul diritto di copiare gratuitamente.