Val più la pratica della grammatica

Mi sono imbattuto in un post di un blog che non conosco e l'ho trovato particolarmente interessante. Parla di una madre che scrive per sapere che università bisogna scegliere per andare a fare una determinata professione. 

L'argomento è interessante, ma molto di più lo è la risposta di un professionista del settore in questione, che suggerisce senza indugio di non fare l'università. Il consiglio per trovare lavoro è quello di dedicarsi a studi più "tecnici" e "pratici" (e brevi) e di cominciare ad accumulare quanto prima esperienza sul campo. 

Il professionista spiega molto bene i requisiti che lui adotta per assumere personale: primo esperienza; secondo senso di responsabilità (accountability, se la traduzione non è corretta correggetemi); terzo talento; quarto capacità di armonizzarsi al gruppo di lavoro.

La breve ma pregnante disamina mi ha molto colpito perché riguarda un ambito molto ristretto: i videogiochi. Per questo motivo non rappresenta in alcun modo una presa di posizione contro l'educazione universitaria né una riflessione teorica sull'accesso al mondo del lavoro da parte dei ventenni. È una semplice riflessione disinteressata e deideolgizzata su un aspetto singolo e particolare. 

Probabilmente in maniera del tutto non intenzionale l'autore ha centrato in pieno il problema della difficoltà di lavorare da parte degli under 30 e, secondo la mia esperienza (fallace e miope qual'è), è il miglior suggerimento che si possa dare ad un ragazzo che non sia sicuro di cosa fare dopo le superiori; è un consiglio molto saggio e col senno di poi direi che sarebbe stato ottimo quando avevo 19 anni. 

Il post originale si trovata qui: Kids, Don't Waste Your Money On Game Dev Education.

6 commenti:

Tommy Angelo ha detto...

Non capisco come... o ce l'hai o non ce l'hai, o te la fai o non te la fai. Non è niente di metafisico.

Mr. Tambourine ha detto...

Nel campo, direi che ha decisamente senso. Quello che mi dispiace è che ti chiedono esperienza in qualsiasi altro campo, anche.
Ma se non ho mai lavorato, come faccio ad accumularla, l'esperienza?!

Tommy Angelo ha detto...

Il punto è proprio questo: nessuno ti paga se non dimostri di saper fare qualcosa. Studiare fino a 28 anni senza arrivare a sapere niente di pratico significa fare il contrario di quello che serve.

Così, se un liceale mi chiede cosa fare dopo la maturità, sicuramente intende "quale università". Il consiglio mio è di pensare in maniera più aperta, perché al giorno d'oggi l'università può rivelarsi un pessimo investimento di tempo, soldi ed energie.

Ovvio che se vuoi fare il medico o l'ingegnere no, devi fare l'università. Ma tante persone vogliono solo trovare un lavoro decente e di studiare, ma non considerano nemmeno il non andare all'università, perché c'è un po' questa mentalità (che ha radici antiche) per cui o fai il perito/ragioniere, o fai il dott.cav.gran.maestr.figl.di.put.

L'esperienza si fa cominciando a lavorare per poco o niente: non se ne esce, nessuno paga qualcuno senza esperienza. Ma un anno di stage a 21 anni è una cosa, a 30 è un'altra.

Fantomatico Dottor X ha detto...

Non ho scritto che bisogna scaricare cartoni dal primo all'ultimo anno di universita'.
Ho scritto che bisognerebbe iniziare a fare qualcosa, poi col tempo si trova qualcosa di diverso, possibilmente di meglio.

E quali sono le universita' che hanno sbocchi professionali diretti? ingegneria e medicina (quali ho dimenticato?). Architettura, giurisprudenza ed economia ti costringono al successivo praticantato ed esame di stato, cioe' altri anni di purgatorio.
Se un ragazzo non e' perfettamente convinto e deciso ad andare fino in fondo e diventare Arch,Avv,Dott etc. allora che studi pure Scienze Sociali della Sibiriguda, se esse lo appassionano: prendera' buoni voti, nel frattempo che cominci a inserirsi in quella cosa che chiamano realta' (dallo scaricare cartoni in su) la quale non viene molto insegnata all'Universita'...forse perche' e' imposibile insegnarla, la si puo' solo sperimentare...
Ho anche scritto che si potrebbe andare all'estero, ma tu ti sei fermato a leggere le prime 2 frasi del mio commento, mi hai etichettato e via, hai scritto una risposta stilisticamente bella come i tuoi post ma inutilmente ripetitiva di quello che avevo scritto io.
La sostanza, sulla quale mi sembra che siamo d'accordo, e' questa: ragazzi, datevi da fare, non state li' ad aspettare che il futuro radioso vi venga incontro e si realizzi senza la vostra partecipazione.

Tommy Angelo ha detto...

Cheppalle gente, quando avete la luna storta non venite a lamentarvi tra i commenti del mio blog. Se sentite che i vostri sentimenti sono stati offesi, o se sentite che potrebbero essere offesi, o se pensate che la vostra opinione sia così giusta da non prevedere critiche, se pensate che un'opinione diversa sia un'attacco alla vostra dignità di persona, boh non so, ma non sfogatevi qui, davvero.

EdSchlecter ha detto...

Commento con ritardo questo post perché mi è tornato in mente dopo aver fatto alcune considerazioni: da quel che ho potuto notare per esperienza diretta (ossia giovani in cerca di lavoro), non è vero che non serve a niente fare l'università, anzi. Ma bisogna sceglierla bene.

Non so quale sia l'esperienza di asala, ma da quel che vedo io, con una ingegneria seria, tipo meccanica o aerospaziale, tempo massimo qualche mese dalla laurea e lavori. Con facoltà come chimica, ingegneria chimica e ingegneria aeronautica hai richieste di lavoro molto prima di consegnare la tesi triennale. Poi conosco qualcuno che ha fatto chimica farmaceutica e farmacia, e pure loro hanno trovato senza troppi problemi. Con medicina, se riesci ad entrare e ad avere la forza di finire, lavori di sicuro (in Italia c'è carenza cronica di medici). Lo stesso vale per scienze infermieristiche (si chiama così?). Con odontoiatria, fisioterapia e logopedia diventi semplicemente ricco.