Confesso: sono figlio di un predicatore

Volevo solo dare spazio ad una cantante che in Italia non ha lasciato un grosso ricordo di sé. Ebbe parecchio successo negli anni '60 in patria, l'Inghilterra, ma non so quale sia stata la sua influenza sulle generazioni future (a parte una cover dei Cypress Hill). Ah, ha pure partecipato ad un Festival di San Remo, non s'è fatta mancare niente. Di lei mi piace soprattutto che sono l'unica persona che ho mai incontrato in vita mia che la conosce e l'apprezza. Signore e signori, Dusty Springfield (in coda, piccola comparazione che spiega la differenza tra la musichetta strappalacrime italiana e la musica leggera propriamente detta).

Ed ora una canzone, due versioni. Apprezzate le differenze.

Versione italiana

Versione bella

Dimenticavo: se qualcuno non fosse d'accordo con questo post, in fondo a destra c'è la porta. E non mi interessa se suonate i bonghi da Dio. La porta continua a rimanere in fondo a destra. Grazie.

15 commenti:

Yossarian ha detto...

Io apprezzo, i bonghi li suono malissimo e li odio.

Come le percussioni in generale.

Non scherzo. Batteria e percussioni sono due cose diverse.

La musica leggera italiana e' un pacco perche' non esiste.

Per decenni, ci hanno spacciato per "musica melodica italiana" rifacimenti annacquati di ottimo materiale pop estero.

Esiste dell'ottima musica leggera fatta nel Belpaese, ma non c'entra un cazzo con la targa italica che le affibbiano per ragioni abiette di marketing paranazionalistico sanremese.

Mi vengono in mente i Matia Bazar di Vacanze Romane.

E' solo un esempio, poi ovviamente de gustibus.

A me piace anche Petula Clark.

La versione originale di Downtown e' strepitosa.

Mi garba pure Bacharach, guarda un po'.

:-)

Yossarian ha detto...

Anzi, tie':


http://www.youtube.com/watch?v=u7uh15s23nQ

Costello e Bacharach.

E non sono un fan di Costello, ma questa mi gusta.

:-)

Unknown ha detto...

La cosa curiosa di "You don't have to say" è che la Springfield aveva sentito "Io che non vivo" al San Remo e le era piaciuta. Poi è tornata a casa e ha deve aver detto "uhm, l'idea è buona, ma dobbiamo renderla in una forma decente."

Io non so cosa sia, ma la versione della Springfield è bella, la versione di Pino Donaggio è la cosa tipicamente italiana, canzonetta senza anima. Sarà l'arrangiamento, sarà un uso più sapiente della metrica del testo, ma tant'è.

E' sempre così Yoss: hai presente il film "Big", che è la copia spudorata di un film con Pozzetto? Perché il film italiano sembra sempre fatto da amatori incompetenti, mentre quello americano no? It's the same freaking story!!!

(la risposta mi sembra scontata)

Yossarian ha detto...

"Io non so cosa sia, ma la versione della Springfield è bella, la versione di Pino Donaggio è la cosa tipicamente italiana, canzonetta senza anima. Sarà l'arrangiamento, sarà un uso più sapiente della metrica del testo, ma tant'è."

Quoto ogni singola riga.

Non sapevo della storia di "Io che non vivo", grazie!

Senti, sul cinema ti propongo due teorie, scegli tu, io sono indeciso:

A) autolesionismo, dal momento che quando facciamo le cose bene, siamo davvero in gamba, e il mio regista preferito insieme a Kubrick e' Sergio Leone.

B) Assoluta mancanza di rispetto per lo spettatore e la sua intelligenza.

Presumere che si possano fare solo cinepanettoni, o noiosissime storie finto-intimiste-autoriali-sociali, su famiglie/coppie/giovani professionisti di sinistra in crisi con se stessi e con la sinistra, mi sembra un segno evidente di questo sintomo.

Non capisco perche' per esempio, non si possano produrre commedie brillanti, intelligenti e divertenti come fanno francesi, americani e inglesi.

Lo abbiamo fatto negli anni 60, perche' oggi no?

Fra l'altro prima che intervenga il solito trombone che mi accusa di non capire la cccultura, sottolineo che storie tragiche di drammi personali-intimisti e storico-sociali, le faceva benissimo il signor Rainer Werner Fassbinder, che io amo molto e che riusciva a piacermi enormemente senza tirarmeli piatti come le bambole, pur non essendo un regista di blockbuster....


Dalle tue parti mi garba anche Herzog.

Wenders lo manderei al Colosseo a lottare coi leoni pero'.

Non lo sopporto.

:-)

Attila ha detto...

Son of a preacher man è nella colonna sonora di Pulp Fiction: eccezionale, uno dei cd che ho più ascoltato in vita!

Come ho già detto, la parabola della mia conterranea Elisa (anche se al proprietario del blog non piace n.d.r.) è il manifesto della musica italiota: da Flowers and Pipes alla canzoncina da Comunione e Liberazione con il tizio amarone...

Per quanto riguarda il cinema, le produzioni italiane "per la massa" degli ultimi 30 anni sono fatte sempre un po' così alla cazzo, ottime idee (soprattutto negli anni '80, come non ricordare "il ragazzo di campagna" o "vado a vivere da solo" che anticipavano le tematiche sui bamboccioni di una ventina d'anni), ma sviluppate senza metterci niente. Di fatti le stesse idee, investendo qualcosa in sceneggiatura, regia e recitazione (sì, lo so, ho detto poco) fatte da altri, danno risultati completamente diversi. E fino agli anni '70 avevamo dei signori registi, signori attori e signori sceneggiatori, che sono stati spazzati via, così (morto il poliziottesco, morto l'horror, morta la commedia scollacciata di classe...).

Sulle produzioni "presunte alte", non mi spendo, tanto è solo CO2 in più liberata nell'atmosfera...

Unknown ha detto...

Personalmente credo ci siano molte cose da dire.

La prima è che la cultura pop è figlia del mercato, nel bene e nel male. Nel male sappiamo perché, nel bene perché non ha ideologia e, sapendo che esiste un mercato di gente intelligente e "studiata", si dedica a questa nicchia e per vendere deve produrre cose intelligenti e "studiate".

In Italia, dove ci rifiutiamo di accettare il fatto che esista la cultura pop, nessuno si dedica a produrre cultura pop decente. Le persone intelligenti e "studiate" vengono istruite a rinchiudersi in una torre dorata e terrorizzate dalle orde di barbari che li vogliono uccidere.

Il problema è che questa torre d'avorio non se la fila nessuno, e loro se ne stanno chiusi lì dentro come dei pirla mentre il mondo li ignora.

Tuttavia il mercato della cultura pop andrà a riempirsi spontaneamente (natura non facit saltus) con quello che resta, cioè con i pirla e la commedia da quattro soldi (o la musica sciacquagioielli; o i libri della Tamaro).

Non è che manchino le opere potenzialmente belle: un film come "il mestiere delle armi" sarebbe bellissimo, se non avessero deciso di farlo recitare da gente di 15 Paesi diversi (per motivi economici) e successivamente fatto doppiare e anche male: ziocantante, sta mania italiana di avere gli attori che muovono le labbra per dire "cacca" e la voce che dice "cioccolata" non la capisco.

Presa diretta, attori veri, anyone?

Attila: il tuo commento fa vedere una cosa altrettanto tipica italiana: perché i cabarettisti devono fare gli attori? Cazzo, non ditemi che in tutta la dannata Italia non riuscite a trovare 4 attori NON ROMANI che sappiano recitare. La miseria, sarà così difficile?

"I piccoli maestri": perchè il protagonista VENETO del film è interpretato da un BOLOGNESE ATTORE CANE INCAPACE? Non c'era un solo veneto in tutto globo in grado di fare quella parte? Cazzo, conosco io personalmente un ragazzo che fa l'attore ed è bravo, cos'è, ho culo io o non li vogliamo proprio?

Ma d'altronde, se persino Pasolini voleva fare i film con gli attori non-attori, perché gli altri dovrebbero fare diversamente? E infatti i film di PPP fanno schifo perché sono recitati da incapaci, da poveri cristi messi lì a fare non si sa cosa, come un qualunque film porno amatoriale.

Perché in Italia l'ideologia deve prevalere su tutto, anche a costo di fare merda ricoperta di merda fritta nella merda (copyright dell'intellettuale che parla della merda).

Tanto poi comunque per gli italiani che vogliono vedere cose intelligenti e "studiate" hanno il peer2peer e tanti saluti :-)

essere disgustoso* ha detto...

sottoscrivo.

anch'io la conobbi attraverso la colonna sonora di pulp fiction.
purtroppo su internet non si trova molto...

se posso permettermi altri due nomi di donne sconosciute al grande pubblico:

http://www.youtube.com/watch?v=XXH_jh6PXkE

http://www.indavideo.hu/video/Camille_Yarbrough_-_Take_YO_praise

sebbene le mie preferite rimangano ella fitzgerald e le mie beniamine, le andrews sisters. danno quel tocco di omosessualità latente in più ai miei viaggi in auto. le adoro.

http://www.youtube.com/watch?v=8iDLjp2LodA

lamb-O ha detto...

> Cazzo, conosco io personalmente un ragazzo che fa l'attore ed è bravo, cos'è, ho culo io o non li vogliamo proprio?

La cosa che fa più incazzare è che non hai affatto avuto culo tu; lo sgomitante e finanziariamente debilitato mondo del teatro ne è pieno (poi dicono "eeeehh, fare cinema è diverso", ma chissà perché un Alec Guinnes ha sempre fatto ruoli egregi anche al cinema...)

Sottoscrivo tutto, e aggiungo che è anche tanto una questione di cattiva finanziarizzazione (se dobbiamo chiamare grande produttore musicale quell'anticristico individuo di Claudio Cecchetto, beh! beh!).

Unknown ha detto...

ed* le Andrew Sisters! Mitiche, la follia fatta musica.

* * *

lamb-O certo che fare cinema è diverso: lì puoi ripetere una battuta 100 volte finché la fai bene :-)

(qualunquismo pomeridiano, mi scusino i lettori)

lamb-O ha detto...

Dimenticavo:

> sta mania italiana di avere gli attori che muovono le labbra per dire "cacca" e la voce che dice "cioccolata" non la capisco.

È perché abbiamo i "più migliori doppiatori del mondo", non lo sai? =) A partire da Ferruccio "Adenoidi" Amendola che per un po' si è tenuto il monopolio degli attori italoamericani, chissà poi perché.

Una casta talmente chiusa da essere vicina alla partenogenesi, fra l'altro.

Yossarian ha detto...

"Perché in Italia l'ideologia deve prevalere su tutto, anche a costo di fare merda ricoperta di merda fritta nella merda (copyright dell'intellettuale che parla della merda).'

Non aggiungo altro.

Bersaglio centrato.

Senti, sulla comicita':

perche' deve essere sempre e solo satira politica e di sinistra (quella del Bagaglino lasciamola perdere)?

perche' se non e' satira politica a tinte staliniste, stile la Guzzanti, la comicita' non esiste, o e' volgare?

Faccio l'esempio piu' eclatante e scontato: e Chaplin?

Cioe', per far ridere (attivita' serissima e segno di intelligenza superiore) bisogna esclusivamente riversare veleno propagandistico sull'avversario politico (questo vale per entrambi gli schieramenti)?

Perche' la Guida Galattica e' un miliardo di volte meglio di qualsiasi sketch, o trasmissione "satirica" dell'ultima Dandini?

Chissa'.

Unknown ha detto...

@ lamb-O: certo, i migliori doppiatori al mondo. E' per questo che le versioni doppiate in italiano sono migliori di quelle italiane (infatti un personaggio vestito da scozzese è migliore se parla con falso accento sardo; così come un afroamericano è migliore se parla con falso accento veneziano).

* * *

@ Yoss: perché la comicità è il modo in cui un gruppo sociale crea un capro espiatorio e attraverso la derisione lo scaccia da sé stesso.

I grandi comici scacciano il capro in nome della società tutta, i piccoli comici in nome di gruppi più ristretti. Ecco perché sembrano autoreferenziali, perché se non apparteniamo a quel gruppo ne comprendiamo il meccanismo di stigma e purificazione. E non ci piace, ovviamente.

Santaruina ha detto...

Dusty Springfield è una fuoriclasse.
Io l'ho "scoperta" qualche anno fa, quando dopo aver sentito "I just don't know what to do with my self" dei White Stripes andai a verificare se per caso non si trattasse di una cover (quando una canzone mi piace in maniera esagerata tendo sempre a supporre che si tratti di una cover)

Effettivamente di cover si trattava, e la prima versione era proprio della Springfield.

Per quanto riguarda la diversità delle versioni di "io che non vivo", dobbiamo anche ammettere che la lingua italiana trova difficoltà ad adeguarsi ai ritmi pop e rock, essendo composta da parole di una certa complessità con accento solitamente sulla penultima sillaba.

I sassoni invece con la loro lingua gutturale ricca di monosillabi possono trovare parole per qualsiasi melodia
Per dire, she loves you yeah yeah yeah, è lo stesso di na na na naa na na, tutti monosillabi.

Ragion per cui i parolieri italiani necessitano di doti superiori, per adeguarsi ai ritmi pop e rock.

A presto

Unknown ha detto...

quando una canzone mi piace in maniera esagerata tendo sempre a supporre che si tratti di una cover

LOL anche io!


essendo composta da parole di una certa complessità con accento solitamente sulla penultima sillaba

E dire che l'hanno fatta così apposta per comporre poesie più belle :-)

Comunque anche io la pensavo così, però poi basta vedere che ci sono persone che non hanno studiato musica o metrica che riescono a fare benissimo quello che fanno gli americani o gli inglesi e allora non la penso più così.

Per esempio (il genere può piacere o meno, naturalmente, è la questione della metrica che interessa):

http://tinyurl.com/ydvvx4g
http://tinyurl.com/ybwrg9u
http://tinyurl.com/y8zfhjg

Belguglielmo ha detto...

Dusty è la mamma che tutti dovrebbero voler avere.