Emozionati

Da qualche tempo faccio fatica a trovare un libro, un film, un videogioco che mi soddisfino veramente. Al cinema non ci vado praticamente più. Libri, tra lavoro, casa, donna e il maledettissimo internet ne leggo molti meno e quelli che leggo li trovo insipidi. Videogiochi poi, ormai non ti puoi più fidare nemmeno delle riviste specializzate.
Ma sappiamo quale sia la ragione: è il mondo occidentale che è arrivato al capolinea, la mentalità capitalista che ha invaso ogni anfratto della società, l'anteporre il guadagno all'arte, cercare il consenso delle mas... Scherzo, non è niente di tutto questo.
La colpa invece è nostra. Mia e vostra. Più vostra che mia, ma anche un poco mia.
Poffarre, si chiederà il lettore prima di minimizzare il browser che passa il capoufficio... poffarre, dicevamo, ma perché dovrebbe essere colpa mia?
È presto spiegato. Stiamo parlando tra amici, diciamo di arte (per dire letteratura, o cinema, o che so io) e si litiga e ci si insulta e poi si torna amici, però c'è una cosa su cui tutti siamo d'accordo, e che l'andiamo a scrivere nel nostro blog e a postare sul profilo di Feisbuc: l'arte deve trasmettere emozioni ed esprimere ciò che l'autore sente. Eccovi spiegata la morte di qualsiasi forma d'arte: le emozioni e ciò che sente l'artista.
Le emozioni, queste maledette. Le emozioni sono il livello minimo di esistenza umana ed è quello che ci accomuna agli animali. Provare emozioni è la cosa più banale e semplice che ci possa accadere, al pari di avere fame e sete. Quello che ci eleva al di sopra delle bestie è la razionalità e la coscienza di sé.
Per un qualche motivo che non posso dire di conoscere, negli ultimi decenni ha cominciato a propagarsi l'idea che invece non è così, che le emozioni e le passioni sono quello che ci rende umani, e la razionalità quello che ci disumanizza, tanto che persino nella cultura pop la maschera del personaggio razionale incarna le virtù negative per antonomasia, quasi più dell'antieroe. Spock, in Star Trek, è simpatico come una crisi acuta di diverticolite. Addirittura, in una delle ultime versioni di Star Trek, i terrestri sono dei bruti ignoranti privi di autocontrollo (vale a dire che hanno i sentimenti e quindi sono buoni) mentre i vulcaniani sono affetti da una sorta di forma aliena di autismo (vale a dire che sono razionali e quindi sono cattivi).

Le persone razionali hanno le orecchie
a punta e salutano in maniera strana
Non c'è bisogno di sottolineare che le emozioni, appartenendo alla sfera più basilare dell'essere umano, sono quelle che più facilmente si possono manovrare, manipolare e sfruttare. Con delle conoscenze minime sul funzionamento delle emozioni, non è stato difficile far marciare al passo dell'oca decine di milioni di persone e soggiogare l'Europa; la pubblicità si basa esclusivamente sulla manipolazione delle emozioni (e funziona); la politica si basa sulla manipolazione delle emozioni (e funziona).
Quindi, quando il pubblico chiede ad un libro o ad un film di “trasmettergli emozioni”, sta chiedendo di avere film e libri banali e privi di valore, perché per provocare emozioni non ci vuole molto, sono sufficienti alcuni accorgimenti che qualsiasi produttore cinematografico conosce. Sono facili da riconoscere quando non si è il target commerciale del film: perché gli uomini trovano tutti uguali i film “da donne”? Perché le donne trovano ripetitivi i film d'azione? Perché lo sono. 

Se solo una Dodge Charger
del '69 sfondasse la parete...
Tutti i film sono prevedibili, soltanto che se facciamo parte del target cui il film si rivolge, cadiamo nel tranello e lasciamo che la parte irrazionale (le emozioni) prenda il sopravvento su quella razionale, ignorando quello che altrimenti sarebbe palese.
Esistono forme diverse di questo meccanismo. Cioè, se siete colti ed intelligenti non vi fate prendere da Die Hard, andate a vedere Il Divo, oppure Le fate ignoranti, ma non è che il meccanismo emozionale sia diverso. L'anno scorso sono stati celebrati due film come Up in the Air e The Hurt Locker. Se vi sono piaciuti, non è certo per le loro qualità intrinseche: sono storie già raccontate millemila volte e costruite in modo da far leva sulla vostra parte irrazionale. Poiché nella nostra cultura l'attivazione meccanica di sentimenti è considerata una cosa positiva, voi considerate bellissimi quei film. 
 Un uomo buono, reso cinico dal lavoro

Un uomo buono, reso cinico dal lavoro
Uno scrittore come Stephen King è un grandissimo scrittore e non ce ne sono molti come lui. Ma è anche l'esempio migliore di cosa intendo dire. King ha scelto il genere che più di tutti fonda la propria essenza nell'ingenerare emozioni nel lettore: l'orrore. Anni fa lessi IT: avete presente quel tomo da milleduecento pagine? L'ho finito in 4 giorni, non riuscivo a staccarmene, letteralmente. 
 E sfotte pure
Stessa cosa per The Stand e The Tommyknockers. Non puoi leggere un libro di King e smettere. Perché lui sa come muovere le emozioni del lettore. Ma ciò che rende King straordinario costituisce anche il suo limite. Togliete ai suoi libri l'orgasmo da paura e cosa resta di uno dei più grandi artigiani della scrittura viventi? Ahimé, molto poco. Di fatto è costretto alla letteratura di genere, schiavo della sua stessa bravura a farvi sporcare la biancheria, ma non riuscirà mai ad elevarsi all'eccellenza della letteratura.
Dicevamo anche che è importante quello che l'artista sente. Perché? Nessuno si è mai posto questa domanda? Perché quello che un artista sente dovrebbe rendere il suo prodotto degno di nota? Non ha alcun senso. Le sue emozioni non sono diverse dalle mie, né da quelle di nessun altro, né da quelle dei primati nostri cugini. Sono la soglia minima sotto la quale c'è il coma. Le emozioni sono la cosa più comune che esista tra gli esseri umani e quindi costruirci attorno un'opera d'arte non avrà altro che esito che la mediocrità.
 Ci siamo capiti, no?
Quindi, per concludere, quando infestate l'interwebz dichiarando solennemente che l'arte deve trasmettere emozioni e l'artista deve rappresentare quello che sente, sappiate che mi state condannando a dovermi impegnare a schivare film noiosi e libri mediocri. Per dire, nella mia lista Wish List di Amazon c'era da un po' The Road, il libro del premio Pulitzer, osannato, fatto il film, che bello. Vedo che piace in giro, mi dico che forse c'è del buono, poi leggo una recensione in cui si dice che finalmente un libro che regala emozioni vere. Ti saluto, Cormac.
Basta emozioni, vi prego. Datemi intelligenza e razionalità, bravura e talento, ma emozioni no.