Dalle stalle alle stelle

Per fortuna sono nato abbastanza tardi da perdermi certi dibattiti sulla cultura-cultura contro la cultura massificata. Dico fortuna perché ad esempio so che all'epoca fece un certo scandalo tra i circoli intellettuali la nascita della collana BUR (Biblioteca Universale Rizzoli), cioè una serie di pubblicazioni di classici della letteratura e della saggistica in formato tascabile a basso prezzo. Ciò era male, perché avrebbe portato alla massificazione del sapere, all'inflazione del suo valore, allo svutamento di ogni significato.

Siccome i circoli intellettuali hanno smesso di capire qualcosa ai tempi del Risorgimento, le collane economiche si sono invece moltiplicate e questo è stato solo un bene. Da adolescente [sfigato qual ero] io spendevo mille o duemila lire e mi portavo a casa capolavori, mentre i miei amici spendevano dieci, venti, quando non cento volte tanto per musica e videogiochi. Costavano così poco che valeva la pena di prenderli, sti libri, che se tanto non ti piacevano non ci avevi perso niente. Per non parlare della BUR, che ho usato per tutta la carriera universitaria come fonte unica di accesso a testi antichi e meno antichi.

Poi c'è la famosa critica al Signore degli Anelli: siccome il libro non era gradito a certi intellettuali, essi lo avevano bollato come “fascista”. Che per alcuni funziona un po' da insulto universale: quando vogliono esprimere l'abiezione totale, dicono “fascista”. Non ho mai capito se invece i neofascisti che si rifacevano a quel libro lo facessero come reazione a questa critica o per iniziativa propria ed indipendente. Ma non ho mai approfondito: in fondo non sono mai riuscito ad andare oltre le cinquanta pagine del libro, non so neanche di cosa stiano parlando.

Per non dire dei fumetti, o degli anime.

Oggi siamo al salto generazionale e gli allora giovanissimi che hanno sfidato quegli sciocchi pregiudizi si stanno avviando verso la strada dell'imbolsimento, in modo da perpetuare quei vecchi ragionamenti, solo che da una prospettiva speculare. Così tutto quello che era considerato cultura massificata, fascista e piccolo-borghese, adesso diventa capolavoro assoluto, vetta eccelsa, punto di non ritorno. Anche se è una canzonetta pop, anche se è un filmetto da quattro soldi. Basta che una volta non piacesse che oggi piace.

Gli eroi dei fumetti, tipo Batman, erano considerati fascisti perché l'uomo forte eccetera eccetera. Oggi sono descritti come pietre miliari che incarnano lo spirito del tempo. Si fa fatica a trovare qualcuno che dica “mah, a me Batman sembra la storia inverosimile di un ricco disturbato che va in giro vestito da pipistrello; mi piaceva quand'ero bambino, ma adesso che sono cresciuto non ci trovo più niente di speciale.”

Una volta i film tipo “Ispettore Callahan” erano fascisti, perché il vigilante, le paure piccolo-borghesi e via dicendo. Oggi stanno pian piano risalendo la china e tempo due anni saranno il nuovo faro della cultura cinematografica, perché spiegano il declino, le ansie e le disillusioni della società postmoderna. Provate a trovare qualcuno che onestamente ammetta “Callahan è un personaggio ai limiti del reale, con una faccia da schiaffi, però mi diverto a guardare le sue storie per le battute memorabili, che non c'entrano niente con quello che un poliziotto direbbe mai, ma in fondo chissene, è un film”.

Mai che ci sia la mezza misura, l'onesta percezione della mediocrità. Sono solo canzonette, suvvia.


1 commenti:

annarellix ha detto...

Il caso "Signore degli Anelli" e' piuttosto complesso e non solo in Italia.
All'estero il libro fu molto popolare tra hippies ed alternativi vari, cosa che pare non piacesse molto a Tolkien che tutto era meno che filo-hippie (era un sonoro, solenne conservative inglese)
In Italia fu invece utilizzato dai neofasci, prima ancora che avesse una qualsiasi risonanza. Non fu un fatto da "intellettuali", fu un fatto di base. Pubblicato da Rusconi, editore di dx, e utilizzato per i campi Hobbit. Seguirono i CLini che ci trovavano tanti bei temi cristiani ecc.
E' solo con gli anni '90 che diventa un autore di culto ma privo di connotazioni ideologiche.

Lo stesso gioco che fai con la letteratura potresti farlo con la musica. Le discussioni su Rammstein ed altri le ho beccate anch'io ed e' dura spiegare che credo che tutto sian meno che nazi