Progettazione tedesca

Oggi ho avuto una delle tante epifanie culturali che mi capitano in Germania. Il contesto è il mondo della bicicletta. Qui è popolare il cambio interno al mozzo posteriore. Questa soluzione prevede che ci sia una sola corona e un solo pignone, mentre i diversi rapporti sono alloggiati all'interno del mozzo, cui si collega un cavo per effettuare la cambiata.

Questa soluzione è tipicamente tedesca: in teoria non ha bisogno di manutenzione, perché il tutto è sigillato all'interno del mozzo, permette di cambiare rapporto anche da fermi ed elimina i problemi del cambio tradizionale legati all'usura dei componenti. In teoria, sembrerebbe la soluzione perfetta per chi vuole avere una bicicletta dotata di rapporti ma non vuole perder tempo dietro al cambio.

Ed in pratica è anche così, perché non c'e niente che questo cambio prometta che non viene mantenuto. L'unico problema è che sembra progettato come se con la bicicletta ci si facessero due cose: pedalare e cambiare rapporto. Se però con la bicicletta vi capita di bucare, o di dover cambiare pneumatici, il cambio interno al mozzo... ecco, non ha previsto questa possibilità.

Immaginate, con una bici tradizionale, di dover smontare il deragliatore ogni volta che togliete la ruota. Sembra una cosa sensata? A me no. Eppure è quello che si deve fare con il cambio interno al mozzo. Così oggi, per cambiare una gomma, ho dovuto smontare il maledetto cambio e non sono riuscito a rimontarlo perché è un meccanismo più complesso del deragliatore. E domani devo subire l'offesa di portare dal meccanico la bici per far rimontare il cambio a causa di un lavoretto da nulla che non interessava il cambio. Per evitare il fastidio di pulire e ingrassare la catena una volta ogni tanto, hanno escogitato una soluzione che rende molto molto difficile tutto il resto della manutenzione. 

E mentre ero lì a rimirarmi le mani nere rigate di sangue (taglio sul polpastrello del pollice, lunghezza 1 millimetro, profondità 2 centimetri, cl versati sulla ruota 10), mi sono reso conto che qui capita spesso di trovare delle cose che in teoria sono tantissimo migliori di quelle normali, e che appena provi ad usarle nel mondo reale ti creano più problemi di quelli che risolvono. Anzi, alla fine pensi che i problemi che volevano risolvere non erano poi neanche veri problemi, ad essere onesti. E che siccome la cosa nuova che hanno progettato loro costa due o tre volte di più, allora non ne vale proprio la pena.  

2 commenti:

liberi_tutti ha detto...

Più che tedesca, mi pare la solita progettazione engineering-fetish, dove si bada a ottenere la massima efficienza a scapito della manutenzione e dell'efficacia.
Un oggetto costruito sotto la guida di ingegneri sfuggiti al controllo è, facilmente riconoscibile, qualsiasi cosa esso sia in quanto:
-sarà super efficente, ma solo se le condizioni d'uso non si discostano da quelle ottimali [ottimistiche] previste dal suo ideatore, perchè altrimenti si avranno problemi su problemi.
-sarà [NB inutilmente] iper-complesso nella sua struttura, cosa apprezzata dal potenziale aquirente, ma che susciterà nel ripatore/manutentore, occasionale o di professione, pensieri poco gentili e sottintesi auguri di morte verso l'ideatore.

Tommy Angelo ha detto...

Sì però in Germania ce l'hanno in tantissimi, in Italia no. Non è solo il prodotto ad essere diverso, è anche l'adozione generale da tenere in considerazione.