Tre anni

Ci siamo conosciuti al liceo, tramite amici comuni. Ci si vedeva alla ricreazione, talvolta alle feste. Non ci parlavamo molto all'epoca. Ero timido e volevo far credere di non essere interessato e poi anche tu eri così aspra all'inizio, era difficile anche solo starti vicino. Col tempo ci siamo conosciuti meglio, io ho imparato ad accettare te, tu ti sei addolcita. Finché alla fine abbiamo ceduto l'un l'altra. Quanto tempo è passato! Ci vedevamo di nascosto, anche dagli amici. Poi gli amici hanno saputo, e bastava non farlo sapere agli altri. E poi, raccogliendo tutta la spavalderia dell'adolescenza, cominciammo a non aver più timore di nessuno, ci facevamo vedere il pubblico, con aria di sfida. Ma non ai miei genitori. Loro non accettevano il nostro rapporto, non l'hanno mai accettato, nemmeno più avanti, quando era chiaro che non ti avrei abbandonata facilmente.

Ricordo che tu c'eri sempre, anche nei momenti in cui ho creduto che la vita mi si stesse rivoltando contro. Tu c'eri. Come si dice? Nella buona e nella cattiva sorte. Quando le pedate nel didietro arrivavano forti e secche, quando gli schiaffi sul viso bruciavano l'orgoglio, venivo sempre da te.

Sei stata a lungo compagna di viaggi, insieme abbiamo visto posti lontani e magnifici. In Ungheria, quando ci era persino consentita l'intimità di certi vecchi vagoni del treno; in Grecia, quando soli io e te sedemmo al Capo Sunio, senza nessuno attorno, a contemplare il mare dove nacque la civiltà.

Poi vennero tempi più duri. Quando credemmo di poter finalmente vivere il nostro rapporto apertamente e senza più vergogna, arrivarono i moralisti a condannare e giudicare e puntare il dito. Quante volte fummo io e te in un pub a godere una fresca e spumosa birra scura? Ma no, non più, ora la gente ci guardava di traverso, alla stregua degli assassini, colpevoli del solo delitto di amarci. Persino nelle stazioni del treno, il luogo dove a tutti gli amanti è consentito lasciarsi andare, non potevamo più vederci. E questo ci rese più vicini. Ma forse segnò anche la nostra fine. Cominciai a non poter fare a meno di te, ti bramavo e ti pensavo ad ogni momento. E tu non ti tiravi indietro mai, mai, nemmeno quando il desiderio volgeva in lussuria, in sfrenato abbandono ai sensi: mai hai detto “basta”, semplicemente tacevi, mi guardavi e ti lasciavi prendere una volta, due volte, tre volte, finché ansimante mi coricavo. Eri amore e sei diventata ossessione. E ti lasciai.

Chi mi sta intorno è felice per me. Mia madre, finalmente placata. Mio padre. I miei amici. Tutti a chiedere come sto, se è stata dura, com'è la vita dopo così tanto tempo. E io dico che è stata la scelta giusta, che doveva andare così. Lo dico, ma non lo penso. Lo dico, perché so che è ciò che gli ipocriti si vogliono sentir dire. Ora saranno felici, mi vedono senza di te. Ma loro non sanno, non possono capire cosa significava per me stare con te; cosa significava vivere una quotidianità intensa ed intima; non aver paura di portare alla bocca cose che altrimenti sarebbero state disgustose; senture il tuo profumo, che non mi abbandonava mai. Ora tutto è perso. Da tre anni. Ci siamo rivisti qualche volta, a qualche festa. Non è più stato lo stesso. So di aver rovinato tutto.

Ti ho fumata per l'ultima volta all'aeroporto e ho buttato il pacchetto ancora mezzo pieno. Ti ho aspirata lentamente, con dolore. Tu hai lasciato fare, hai lasciato che il destino si compisse. Sei divenuta mozzicone e sei stata portata via da uno spazzino qualunque.

Mi manchi.

Ciao.

5 commenti:

Yossarian ha detto...

Bel post Tommy, lo dico da fumatore che non credo smettera' a meno di non essere ucciso dal fumo.

E rispetto la tua decisione.

Metto subito le mani avanti: non sto facendo un apologia della sigaretta, sono uno strenuo sostenitore delle leggi antifumo in tutti i locali e servizi pubblici. Non mi sognerei mai di fumare in casa di qualcuno senza prima chiedere il permesso e sarei favorevole anche a introdurre una tassa sul fumo ( una a dire il vero la paghiamo gia') per finanziare le cure sanitarie legate a questo tipo di patologie.

Ciodetto, e non mi rivolgo a te, lasciateci in pace.

Lo dico soprattutto ai medici, da figlio di medici.

Quello infatti che non posso accettare e' la demonizzazione del fumatore.

Non sono proibizionista, pero' gli effetti sociali del fumo passivo, paragonati a quelli dell' "alcool passivo", se escludiamo le ovvie patologie legate al vizio stesso, sono risibili.

E' onestamente difficile che io picchi mia moglie, scateni una rissa o faccia un disastroso incidente stradale dopo 5 sigarette.

Altrettanto non si puo' dire degli effetti di 5 pinte di birra.

Su chiunque, non solo sugli alcolisti.

Ho suonato semiprofessionalmente per 25 anni, ho frequentato certi ambienti e ho visto in troppe occasioni gli effetti disastrosi dell'alcol anche su persone normalissime.

E tanto per intenderci, sono uno che ha sempre avuto una certa predilezione per l'alcool.

Non entro nel discorso delle droghe, verso le quali a mio avviso, esiste una certa condiscendenza culturale dura a morire che provoca solo disastri.

Ribadisco, tanto per essere chiari, che non ho nulla contro le canne, e sicuramente la legalizzazione delle droghe leggere e pesanti diminuirebbe in maniera sensibile la percentuale di reati legati al commercio illegale degli stupefacenti.

Tuttavia, una volta eliminate le conseguenze criminali del fenomeno, resterebbero comunque quelle sociali.

La maggior parte delle persone che beve non diventera' mai alcolizzata, ma la percentuale di alcolisti e alcolizzati nei paesi dove il consumo di alcol e' socialmente tollerato e' molto alta.

Qui in Inghilterra e' una piaga sociale, molto peggiore del fumo.

Lo stesso dicesi delle droghe: legalizzare l'eroina sicuramente eliminera' il giro criminale legato alla sostanza, ma gli eroinomani resteranno, e non saranno una minoranza.

Per carita', non sogno societa' perfette dove tutti sono sani e belli, ma negli anni 70, grazie alla "cultura della droga", almeno 1/3 dei miei amici e' passato attraverso droghe pesanti e la meta' non e' qui per raccontare l'esperienza, a meno di non volerli contattare tramite una seduta spiritica...

E parlo con cognizione di causa, perche' il fenomeno lo conosco da vicino.

Non mi sono mai "fatto", ma una delle frasi piu' comuni che sentivo dagli amici all'epoca era:

"Yoss, mi reggi il laccio emostatico per favore?".

E non era una questione di "brutte frequentazioni": all'epoca si facevano tutti: ricchi e poveri, belli e brutti.

Hai fatto bene a smettere Tommy, ma io che da 40 al giorno sono sceso a 12 ( roll-ups, ora me le rollo), sono felice cosi'.

Ciao e buon fine settimana.


:-)

lamb-O ha detto...
Questo commento è stato eliminato dall'autore.
lamb-O ha detto...

> non aver paura di portare alla bocca cose che altrimenti sarebbero state disgustose

Questo era studiato per far pensare alla coprofagia o sono in malafede?

Comunque mai fumato, anche se soffro di una compulsione probabilmente peggiore: quella per il cibo, specie se con tanti zuccheri.

P.S. Il commento eliminato più sopra non è altro che questo meno un brutto errore. Scusate.

Unknown ha detto...

Ciao Yossarian,

guarda, le droghe le utilizzano tutti, ancora oggi. Magari non ci si fa più in vena - che fa tanto "poveraccio" - in compenso si assume(va) anestetico per cavalli.

La droga è liberamente accessibile a chiunque. L'unico vero effetto della legge attuale è di mantenere il monopolio del commercio in mano alla mafia. Che è di per se una potenza economica e che ha anche parecchia influenza sulla politica.

Io sono per la responsabilità individuale. Il corpo è tuo e hai diritto di disporne come vuoi. Se altri non sono in grado di gestire la propria libertà, non vedo perché dovrebbe esserne impedito a me l'esercizio.

Se nei Paesi del nord non sono in grado di gestire il consumo dell'alcol (e non sono in grado), non accetterei mai che mi venisse impedito di bere il mio vinello mentre mangio o il grappino dopo cena.

Anche io ho conosciuto gente che si è rovinata grazie alla droga. Che ti devo dire? Sapevano i rischi, sapevano che fa male, sapevano tutto. Francamente non riesco a provare pena.

Pare ad esempio che LSD dimostrasse potenzialità incredibili in campo medico. Ogni studio è stato interrotto dopo il bando. In pratica sappiamo che gente che oggi soffre le pene dell'inferno per colpa di tumori e malattie croniche, o persone con disturbi psichici, potrebbero stare meglio e avere un'esistenza migliore, ma non possono perché un branco di tossici ha pensato bene di usarla per divertirsi.

Perché? Non lo trovo giusto. Se domani dovessi trovarmi a letto con un tumore che non mi lascia tregua, vorrei poter assumere qualsiasi sostanza mi faccia stare meglio. E se questo vuol dire che qualche pirla si mette a volare dalla finestra, be', so be it.

D'altronde dei miei compagni di classe avevano scoperto che uno sciroppo contro i sintomi del raffreddore li sballava e quindi andavamo in gita con litri di sciroppo. Che facciamo, vietiamo lo sciroppo a causa dei pirla?

********

Lamb-O Questo era studiato per far pensare alla coprofagia o sono in malafede?

E' abbastanza soggettivo, io trovo disgustosa anche la saliva delle donne che non conosco, ma c'è un sacco di gente che bacia donne appena conosciute.

essere disgustoso* ha detto...

rispetto, tommy.
sono un fumatore pentito, ogni volta penso a quanto faccia male fumare e mi agito inenarrabilmente.
per fortuna che posso calmarmi con le sigarette.

@yoss
la mia paura non è morire prima: è sopravvivere parlando attraverso un buco della gola.
di sandro ciotti ce n'è stato uno. e basta.