Ho passato l'altra sera a cercare, con l'aiuto di mio fratello, di disinfestare il computer di mio padre. Infatti, quando ormai mancava poco a che finisse di avviarsi, si inseriva un benevolo programma che lanciava un allarme riguardo alla presenza di virus vari, impedendo ogni altra operazione del computer. Si è scoperto che bloccava l'avvio di explorer. Superato il primo scoglio e disinstallato il software evergeta, provo a fare una scansione con l'antivirus. Però l'antivirus non c'è. Comincio ad unire i puntini e a maledire mio padre. Poi penso che però mio padre non è niubbotto del genere, non toglierebbe mai l'antivirus senza una ragione precisa. Chiedo.
Ecco, l'antivirus lo aveva disinstallato perché quelli di Alice gli avevano consigliato di disattivare tutti gli antivirus, spyware e firewall per ottimizzare la velocità di navigazione, che non c'era pericolo perché tanto controllavano loro.
Io comprendo che quelli di Alice debbano giustificare in qualche modo il fatto che promettano 7 mega e non si arrivi mai a 2 – prima dicono che è colpa dell'antivirus, poi che è colpa dei virus – ma dovrebbero perlomeno inventarsi delle storie meno allucinanti, perché alcuni clienti hanno dei figli che non considerano moralmente biasimevole tagliare la gola agli impiegati del customer care che hanno detto una cosa del genere.
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Tornato in Germania ma ancora in vacanza, decido verso sera di andare a prendere Frau Angelo al lavoro. Per ammazzare il tempo, faccio una capatina nel negozio di una nota catena. Vado al reparto cellulari, perché il mio ormai è intubato e abbiamo già firmato per l'espianto degli organi.
Tentare di farsi un'idea su un cellulare è impossibile. Non in senso figurato, è proprio impossibile fisicamente, perché gli scaffali sono assediati da orde di burini urlanti e maleducati, quasi tutti sotto i diciott'anni, che non riescono ad aspettare due minuti il loro turno e che sfidano la noia parlando tra di loro a voce altissima nella neolingua della suburra delle città tedesche. Ciò mi fa comprendere il perché dei prezzi dei cellulari.
Premetto che non muovo una critica al negozio o agli operatori telefonici: quando la tua clientela è fatta di ragazzini analfabeti che spendono i soldi del sussidio di disoccupazione in beni di elettronica di consumo, è tuo dovere morale cercare di sfilar loro quanti più soldi possibile, non importa come.
Scopro che tutti i cellulari vegono venduti con il contratto di un operatore telefonico. Lo capisco del fatto che esiste uno scaffaletto dove si vendono apparecchi radiomobili grandi come CB che porta la scritta “senza contratto”.
Comincio a dare un'occhiata e vedo che tutti i telefoni decenti recano due prezzi: con il contratto e senza contratto. Diciamo che per un cellulare di fascia medio-alta, il prezzo con il contratto è di 29 euro, senza contratto 250. È chiaro che il mercato è basato sulla vendita “con il contratto”, si intende da come vengono mostrati i prezzi, da come vengono esposti i cellulari e dal fatto che esiste uno scaffale apposito per quelli senza. Ed è altrettanto chiaro il perché.
Il tamarro che non sa né scrivere né parlare in tedesco arriva in negozio catapultandosi ai cellulari. Se si cerca un posto calmo, basta andare dai computer e accessori; lì non c'è un tamarro a pagarlo oro. Ovviamente vuole il cellulare più fico, quello con gli altoparlanti dolby che svegliano tutto il quartiere; vuole quello col touch-screen, così può finalmente dimenticare l'ordine delle lettere. A uno così basta dire che senza contratto paga 250 euro, con il contratto 29: siccome 250 è più corto di 29, significa che è meno e il nostro tamarro prenderà senza esitazione quello con il contratto.
Va da sé che il contratto sono sì 29 euro, ma al mese e per due anni e non è nemmeno una tariffa flat, ma semplicemente copre i costi di un tempo di chiamate abbastanza limitato. Così, alla fine dei due anni, il nostro tamarro ha speso praticamente 700 euro per un telefono che diventa suo solo quando dovrà cambiarlo, vista la longevità di questi giocattoli.
A proposito. Al negozio ho cominciato a giocare con un cellulare molto bellino. In seguito all'operazione menu > opzioni > lingua > cambia lingua > inglese, il gioiellino mi ha chiesto di potersi riavviare; io acconsento, lui si riavvia e, caricato il menu principale, va in crash e non funziona più niente. Ho riposto il marchingegno da 29 euro al mese e mi sono appostato sulle scale a guardare la scollatura di una addetta alla vendita di contratti telefonici.
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Io poi ho un dubbio. Il fine settimana prima di Natale sono caduti 15 centimetri di neve sull'Europa. Italia bloccata, Germania bloccata, Inghilterra bloccata. Acutamente il Daily Mash titolava “Londra sacrifica vergini dopo un centimetro di neve”. Disperatamente Frau Angelo si chiedeva come sia possibile che ogni anno, alla prima nevicata, tutta la Germania entri nel caos.
E allora io ho il dubbio. Che la classe dirigente dell'Europa sia inetta e pericolosa. Se l'intera classe dirigente di un continente dove nevica e fa freddo ogni anno non è in grado di prevedere né la neve né il freddo, cos'altro ha intenzione di dirigere? L'aeroporto di Francoforte è uno dei tre più grandi d'Europa e dopo cinque centimetri di neve si è bloccato. Ma se non sanno gestire cinque centimetri di neve e qualche grado di freddo in meno del solito, com'è possibile che riescano a gestire un traffico aereo di proporzioni colossali come quello di Francoforte? Semplice: culo.
Dopo una settimana senza neve e senza freddo, gli ICE della tratta Berlino-Monaco erano sospesi nel numero di uno ogni due. Cioè, il 50% dei treni non viaggiava a causa delle condizioni atmosferiche di più di una settimana prima. Com'è dunque possibile che riescano a gestire il resto dell'anno (attenzione però, perché nell'estate del 2006 i treni rimanevano bloccati sulle rotaie a causa del caldo: con una temperatura esterna di nemmeno 30 gradi)? Semplice: culo. Non vedo altra spiegazione.
E sto parlando di Germania e Inghilterra, i fari dell'industrializzazione e dell'organizzazione moderna.
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E allora vedete, io scorgo un segno in tutto questo: quando il tuo internet provider ti consiglia di togliere l'antivirus dal computer, quando non si riesce a prevedere il freddo d'inverno ed il caldo d'estate, quando si pensa che 250 sia meno di 700, è ora di togliere le reti di salvataggio. È ora che si ritorni alla sopravvivenza del più adatto. Non è economicamente e moralmente accettabile che si continui a mantenere in vita artificialmente una fetta di popolazione che altrimenti non esisterebbe. Chi è capace di procurarsi da vivere, bene; chi spende i suoi soldi in cellulari e auto che non può permettersi, deve andare in bancarotta e morire d'inedia prima di riprodursi. È un fatto.
14 commenti:
Guarda, confrontandomi con i miei colleghi di altre nazioni europee, ho scoperto che le amministrazioni locali, per giustificare l'impossibilità di circolazione su tutte le strade urbane dopo il primo centimetro di neve, danno tutte la stessa risposta: "Non potevamo essere preparati per un evento atmosferico così violento". A me piacerebbe rispondere di "non essere preparato a pagare le tasse"...
Cordialità
Attila
Non è culo. E' voluto. Nella logica del liberismo più sfrenato degli ultimi anni, per cui ogni extracosto è insostenibile, sono volontariamente tagliati tutti quegli accorgimenti che permettono al sistema di funzionare in caso di eventi che fanno parte della coda della gaussiana eccedente il 90%.
Se fossero onesti, i gestori dei sistemi aeroportuali o ferroviari o industriali dovrebbero dire: "signori, per risparmiare non ci siamo attrezzati per condizioni di neve o caldo sopra i 30 gradi. Arrangiatevi!"
Ho lavorato sia nella progettazione dei pendolini italiani che quelli finlandesi (che viaggiano anche con -30). I treni sono praticamente identici, tranne alcuni accorgimenti che quelli finlandesi hanno in più per sopportare neve e gelo. Guarda caso....
@raccoss: Dimensionare i sistemi sulla base di una analisi costi/benefici che tenga conto delle code della gaussiana non mi pare "liberismo sfrenato" ma buonsenso. La polemica sulle recenti interruzioni dei servizi di trasporto in UE mi pare semplicemente un segno del nostro - di europei occidentali ricchi e satolli - successo. Vado a spiegarmi: abbiamo una rete di trasporti estremamente capillare, estremamente veloce ed estremamente sicura che sposta una rilevante percentuale della popolazione ogni giorno su distanze anche lunghe e con ogni condizione atmosferica, salvo brevi interruzioni parziali in occasione di cambiamenti repentini. 20 anni fa questa rete era sensibilmente meno estesa, meno veloce, offriva meno alternative su ogni data tratta, e spostava un numero di persone enormemente piu' piccolo. 40 anni fa praticamente non c'era. E noi - europei occidentali ricchi e satolli - che l'abbiamo vista svilupparsi - la rete - nel corso della nostra vita, invece di gioire di questa nostra splendida realizzazione stiamo li a frignare per gli sporadici intoppi. Beh, dando per scontato che a nessuno fa piacere rimanere bloccato in un aeroporto per decine di ore e parlo per esperienza diretta e reiterata, dando per scontato che la critica e' lo sprone indispensabile per ogni miglioramento, mi pare che stiamo un po' rincoglionendo drogati di ricchezza, comodita' e diritti, che poi diritti non sono.
Te pareva che non era anche stavolta colpa del "liberismo sfrenato" (che poi dove sarebbe tutto sto liberismo è un mistero, magari ce ne fosse un pochino!). Concordo con Palmiro, anche se i tamarri in effetti sarebbe meglio che non si riproducessero :)
@ raccoss, premesso che non metto assolutamente in dubbio la tua esperienza nel campo, ti faccio notare che porti come esempio di liberismo sfrenato un monopolio di Stato.
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@ Palmiro: guarda, io non sono certo uno di quelli che si lamentano sempre per tutto, perché sono convinto che noi abbiamo molto e che se quel molto non ci piace, basta andare a vivere sul delta del Niger.
Però in questo caso la situazione era quasi ridicola: qui in Germania fa sempre freddino d'inverno e anche nelle parti più calde, come la regione del Reno-Meno, ci sono lunghi periodi in cui la massima è -1. Non è la Siberia, ma il freddo e la neve sono compagni di vita.
Freddo e neve arrivano ogni anno, non è possibile ascoltare il telegiornale che parla di "Winterchaos". Come diceva Attila più sopra, ci sono gli amministratori locali che gridano alla tormenta di neve ad ogni imbiancata. Cioè, io sarò anche l'italiano pizza pasta mamma mia, però qualche nevicata l'ho vista in vita mia...
Non è il problema se l'aereo non parte per ragioni tecniche: se mi spiegano quali sono, io sono soddisfatto. E' il fatto che mi dicano che tutto sarebbe andato bene, se non avesse nevicato come mai nella storia del mondo prima d'ora. Io gli occhi per vedere li ho e posso serenamente dire che tutta sta neve non c'era. Avranno avuto i loro motivi, ma non credo proprio che fossero i 15 centimetri in 3 giorni che sono caduti.
IMHO.
"Che la classe dirigente dell'Europa sia inetta e pericolosa."
E' esattamente quello che tento di dimostrare con i miei post storici.
Fra l'altro colgo l'occasione per ricordare al gentile ospite di Tommy a nome Enrico, che criticare un sistema (il capitalismo) non significa auspicarne la distruzione e la sostituzione dello stesso con schiere di ginnasti che compiono movimenti sincronizzati sotto lo sguardo benevolo del grande leader e della falce e martello.
La critica, in funzione analitica e costruttiva e' essenziale e fondamentale per ogni attivita' umana (tranne la sinistra italiana che non e' ne' essenziale ne' fondamentale alle attivita' umane).
Si dovrebbe essere capito che non sono comunista...ne' di sinistra, ma quel che giustamente fa Tommy, e' cercare di capire cosa non funziona in un sistema. E a mio avviso lo ha fatto bene.
Altrimenti, se ogni volta che si muove una critica al capitalismo si corre il rischio, anche velato e sottinteso, di essere accusati di "centrosocialismo" (la variante piu' nociva e nefasta del socialismo reale), si corre il rischio di diventare tanto monolitici e impervi alle critiche, quanto il PCUS.
Basta sostituire il "Grande Banchiere", al "Grande Timoniere" et voila', il gioco e' fatto, e i risultati sono gli stessi.
Avremo le stesse mummie robotiche che applaudono meccanicamente il Grande Banchiere, stile congresso del PCUS (non so se avete presente), solo con doppiopetti e Blackberry al posto di "Libretti Rossi" e uniformi coperte di medaglie...
@Tommy: A quanto ho capito il problema e' derivato, come dicevo, dal cambiamento atmosferico repentino. Insomma, sono sempre in giro per lavoro, spesso in europa e normalmente gli aeroporti funzionano, e le ferrovie anche di piu', ovunque anche nel pieno dell'inverno. Se poi nevica all'improvviso quando e' previsto che non nevichi, beh che ci siano un paio di giorni di problemi a me pare scontato.
Palmiro, quello che non capisco io è che cosa ci sia di imprevedibile in una nevicata di fine dicembre :-)
Voglio dire, qui si mettono le gomme da inverno alle macchine ad inizio novembre, in previsione di nevicate e freddi improvvisi. Mi è capitato di andare al lavoro col nevischio ad aprile.
L'impressione è che ogni anno il primo freddo serva a dare una svegliata a chi di dovere. Poi tutto funziona a dovere.
E' questo quello che mi preoccupa: non il fatto che quest'anno sia andata così, ma che ogni anno la prima neve provochi le stesse reazioni.
E' la mancanza di previsione di eventi ciclici che mi preoccupa, non so se mi sono spiegato...
Tommy, dipende sal periodo minimo consdierato per programmare la predisposizione delle misure d'emergenza. Insomma, io non ne trarrei conclusioni cosmiche. Poi vabbe', a me hanno affibbiato il nick "Il migliore dei mondi possibili"....
Adottata la precisazione di Yossarian, io con "liberismo sfrenato" intendo la filosofia economica reganiano/tatcheriana, che ha portato i paesi occidentali a privatizzare tutto fuorchè l'aria (per ora) e a creare quelle simpatiche S.p.A. a utile privato e debito pubblico che allegramente ci servono da una decina d'anni.
E fra queste compagnie, compare anche la Ferrovie dello Stato S.p.A. che non è ne' compagnia pubblica (sebbene le azioni -per ora- siano tutte del ministero del tesoro) ne' monopolista (già ora, in Italia, nonostante gli ostacoli, operano varie altre compagnie come Allegra, Artesia, Ferrovie Nord Milano, etc. etc.).
Rispondendo preventivamente all'obiezione sulla proprietà delle azioni del ministero del Tesoro di FS SpA, cosa cambia? Non credo che ci sia bisogno di rispiegarlo, ma ricordo in sostanza la non necessaria trasparenza dei conti rispetto al parlamento (Moretti spende i soldi come meglio crede, basta che non finisca in rosso) e la possibilità di fare acquisti senza gara d'appalto pubblica.
Quindi, detto che FS SpA è un ente privato come sono io o sei tu, mettiamo che io decido apposta di non comprare gomme da neve ne' catene perchè la probabilità che nevichi a Torino sta nel 10% della coda della gaussiana. Beh, poi è matematico che quando nevica "non sei attrezzato"!
Quindi, mutatis mutandi, sarebbe più onesto che di fronte alle stazioni mettessero un avviso che dice "se nevica state a casa, che tanto non ci sono i mezzi per farne fronte: non ci sperate più di tanto" (come nel campo di calcetto in cui vado a giocare con gli amici).
Io non trovo scandaloso che si faccia un'analisi costi benefici, ma tenersi dentro il 90% mi pare un po' poco. Non voglio ciccare un viaggio su 10. Penso che il margine minimo minimo sia il 98%!
Considerando che affidabilità, sicurezza e costi sono una coperta dai tre lati sempre corta, e considerando che coi Frecciarossa non ci si può permettere uno schianto ai 300 all'ora, parimenti non posso accettare un'affidabilità al 70% come si sta attualmente attestando!
Analogamente il discorso delle manutenzioni. Non essendoci più officine interne, la privatizzazione porta ad appaltare la manutenzione a ditte esterne che le subappaltano ancora (mediamente nel campo ferroviario i subappalti arrivano fino al 4o ordine). Poi però si sfasciano i carrelli delle autocisterne e va a fuoco Viareggio, ma non si trova un responsabile da punire.
Mi dispiace comunque deludere chi invoca più liberismo, che più liberismo di così non si può. Buon anno a tutti.
La rete ferroviaria è un monopolio di stato. Non esiste un pinco pallino miliardario qualunque che si alza una mattina e dice: voglio costruire una ferrovia, faccio un business plan e ci provo. Anche la "competizione" è regolata da licenze e sistemi tariffari. E' l'opposto di un libero mercato. Moretti ha fatto carriera tra fs e cgil. Non basta mettere un'etichetta di Spa ad un'azienda per farci i complimenti su quanto siamo liberali. E' lo stesso carrozzone di sempre. Regolamentato e sindacalizzato come 50 anni fa. Moretti deve mandare avanti e indietro treni su tratte regionali non redditizie a un prezzo politico. Se questo è mercato io sono babbo natale.
A quanto pare, Babbo Natale Silvano fa confusione tra treni (Trenitalia SpA) e binari (Ferrovie dello Stato SpA). Non mi sembra che i binari abbiano patito il freddo; i treni, invece, si.
Se poi nessun miliardario vuol mettersi li a piazzare binari, vuol dire che fa tanto comodo che i binari siano statalizzati. Alla faccia del liberismo!
Se poi trenitalia è "obbligata" a tenere i prezzi bassi poilticamente, che da sola sennò non ce la farebbe, allora vuol dire che il libero mercato (in certi settori) è sconveniente per l'utente.
c.v.d.
Saluti.
Et voilà, il tutore del "diritto ad avere un prestazione positiva a prescindere dai costi" - manifesto esempio di socialdemocratura statalista. Ebbene no. Non esiste un diritto alla mobilità a prezzo politico, non esiste un diritto al "sottocosto amministrato" per tutti e per le cose "importanti" (inclusi autobus, scuole, ospedali). La liberalizzazione del traffico aereo è la miglior dimostrazione di come il profitto abbia permesso un livello di mobilità a costi bassi e impensabili fino a prima. Lo stato sociale è decadente come una parabola. Prima si promette un servizio, poi lo si promette a tutti e quindi si crea un mono(oligo)polio pubblico, poi lo si mantiene sottocosto, poi si assumono barcate di dipendenti illicenziabili con livelli salariali sopra la media di mercato, poi quando costi del personale, oneri finanziari e operativi sono sostenibili solo con aumenti di imposte politicamente improponibili si "liberalizza in maniera regolamentata". Ci si inventano le finte spa ad azionista pubblico, i contratti di servizio, le authority, le separazioni tra gestore della rete ed erogatori dei servizi e tutte le boiate varie. Comincia poi la ristrutturazione dei baracconi (ricordo FS era arrivata ad "impiegare" oltre 200.000 persone): non si licenzia (sia mai!) e avanti con cassa integrazione, mobilità lunga sussidi etc (vedi alitalia), tutto sempre sulle spalle del contribuente. Poi avanti a tagliare i costi "elettoralmente" meno rilevanti: manutenzione ordinaria e straordinaria, ricambi, allungamento dei periodi di ammortamento dei cespiti etc. Poi anni e anni persi in tavoli sindacali per garantire i diritti acquisiti a chi già lavora da un pezzo e buttarlo in quel posto ai neoassunti (con il risultato di creare da un lato una casta di brontosauri e dall'altro dei paria che lavorano per due briciole). Poi incrementi (insufficienti) delle tariffe per fare un po' di cassa. Il tutto inframezzato da scioperi, dibattiti politico-sindacali, promesse elettorali, servizi sempre più scadenti, polemiche sulla finta liberalizzazione e discorsi della serie "si stava meglio quando si stava peggio". Poi ci si chiede perché in questo paese la gente appena può preferisce andare in macchina nonostante il traffico. Almeno stai a sedere in un abitacolo dove può regolare la temperatura e scegliersi la musica di sottofondo.
A parte la prima frase, Silvano in pratica mi dà ragione. Bene! Sono contento!
Detto questo qualcuno mi deve spiegare se le infrastrutture sono un bene per la società (e per l'economia indirettamente) oppure no.
E qualcuno mi deve spiegare se esiste qualche compagnia privata (privata privata, come piace a Stefano) che abbia mai steso il cemento di un aeroporto intercontinentale o di un' autostrada.
Comunque anche a me piacciono i paladini dell "ognuno si costruisca i 10 metri di strada che gli servono e speriamo di fare una striscia continua lunga almeno 100 km."
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