Le cartelle contengono i feed ordinati per argomento. Ignorate i nomi: se mi sono messo a ordinare i miei feed in cartelle e per argomento significa che quel giorno ero molto molto annoiato. Di fianco ai nomi ci sono dei numeri in grassetto, che indicano quanti elementi non letti ci sono in ogni cartella.
Un semplice colpo d'occhio rivela quali siano le mie priorità di lettura. Leggo con costanza i blog personali; con costanza quasi pari leggo notizie sui videogiochi; poi a seguire perdo tempo con i siti che mi fanno ridere; seguono le notizie su Ubuntu; infine rimangono praticamente intatte le notizie vere e proprie, l'informazione così come la si intende generalmente.
Quel “1000+” – tendente all'infinito – ha lasciato stupito più me che voi. Essendo nato e cresciuto nell'epoca precendete all'internet di massa, sono stato educato a “leggere il giornale”. Leggere il giornale era considerato un atto dovuto per chi si considerasse una persona intellettualmente attiva. Leggere due o tre giornali era prerogativa degli intellettuali veri e propri. Leggere il giornale a scuola o all'università era simbolo esteriore di serietà ed intelligenza.
Sì. |
Quando la stampa estera è diventata ampiamente accessibile grazie a internet, mi ci sono dedicato con intensità. In fondo i quotidiani mi avevano insegnato a considerare la stampa estera e specialmente anglosassone la forma sublime di giornalismo. Da un lato mi è stato possibile accedere e comparare un grande volume di notizie di stampa in un arco di tempo ridotto e a costi quasi nulli, dall'altro ho potuto vedere il tipo di lettori e capire in che modo si approcciano alla notizia (quando si legge un quotidiano non è possibile sapere cosa pensano gli altri lettori, grazie ad internet si ha subito un'idea sulle reazioni suscitate da un articolo).
Essendo possibile questa visione accelerata e onnicomprensiva del modo in cui i media funzionano, è anche molto più facile comprenderne le dinamiche che, nel mondo tradizionale, erano così lente e così grandi da rimanere al di fuori del campo visivo del lettore medio quale sono io. Questa triangolazione di prospettiva tra produttori di notizie, fruitori di notizie ed effetti prodotti dalle notizie mette in luce la natura dell'informazione.
Classica è una vignetta che non ha mai finito di dire quello che ha da dire. |
L'informazione è un bene che viene prodotto e viene offerto a chi lo vuole in cambio di un altro bene. È una forma di mercato, insomma. Ma prima che partano i commenti sbroccotronici, vediamo di fare chiarezza. Una considerazione del genere non ha valore positivo o negativo, ma di semplicemente di osservazione.
Ora, se considero la mia pagina di Google reader, non mi sorprende vedere che di fatto non leggo più quotidiani. Per quanti giornali leggessi, non sono mai riuscito a prevedere nulla di importante accaduto nel mondo. Mai. I giornali, pur offrendomi una mole enorme di informazioni, non mi hanno mai offerto notizie significative. Quello che mi vendevano era una visione del mondo: il lettore paga per vedere confermata la propria idea sulla realtà, e questo vale allo stesso modo per il lettore di Repubblica o del Times, per chi guarda Rai3 o FoxNews. Poiché a me non interessa vedere confermata la mia visione del mondo, ma avere informazioni abbastanza dettagliate per potermi muovere, ho smesso di leggere la stampa tradizionale. Ho smesso di girare con 15 quotidiani internazionali sotto il mouse e indovinate? Non è cambiato niente né della mia visione del mondo né della mia capacità di affrontarlo.
Quanti editoriali servono per cambiare la tua visione dell'universo? |
L'informazione è dunque tutta così? No, perché l'offerta è diversa a seconda della domanda. Prendiamo le altre voci dei miei feed. Per usare Ubuntu ho bisogno di consigli e informazioni su come farlo funzionare a dovere, le trovo in quei siti e posso vedere i risultati in pratica. Mi piacciono i videogiochi, che però costano: vado nei siti dove trovo le informazioni giuste per scegliere un videogioco e non buttare via i soldi.
E perché leggere i blog? Con blog intendo quelli personali, amatoriali, non siti commerciali che hanno la forma esteriore del blog. Li trovo altamente informativi perché si pongono all'opposto dei quotidiani, sono esplicitamente soggettivi e si interessano di realtà vicine a chi scrive. Offrono uno spaccato di una realtà così come viene vista dall'autore, mi fanno conoscere libri che val la pena di leggere e film da guardare la sera.
E dove sta lo scambio? Per i quotidiani è il denaro, ma per gli altri? Solitamente, i siti di videogiochi e passatempi mi offrono notizie in cambio di una mia visita, che si traduce poi nel valore degli spazi pubblicitari da vendere. Chi scrive riguardo ad Ubuntu lo fa perché vuole si diffonda l'uso di Ubuntu medesimo: loro mi aiutano ad usare Ubuntu, in cambio io partecipo alla diffusione del “loro” sistema operativo. I blog di solito vogliono in cambio di essere ascoltati e di ricevere dagli altri quello che loro offrono per primi.
Il sito su Ubuntu mi dice “leggimi e troverai consigli su come far funzionare la tua scheda video e su quale lettore multimediale installare”; ma non mi dice “leggimi e poi vai a discutere con Linus Torvalds su quali linee di codice cambiare”. Mentre il quotidiano mi dice “leggimi e saprai cosa sta succedendo nel mondo” quando con le informazioni che veicola non si è in grado di prevedere sconvolgimenti storici come quelli che stiamo vedendo questi giorni in Africa e Vicino Oriente.
Non c'è dolo da parte dei quotidiani. È la nostra società ad attribuire un valore esagerato all'informazione massmediatica; è la società nel suo complesso che insegna il dovere di “leggere il giornale”; è la società che stima chi gira per strada con “due quotidiani sotto il braccio”; è la società che ritiene giusto che la scuola dell'obbligo educhi a leggere i giornali come se da questo dipendesse la loro capacità di interagire con la realtà.
Se le informazioni fossero una mappa, i quotidiani sarebbero gli antichi planisferi: al centro c'era quello che si sapeva già (dove sono la Grecia, Roma, i Parti...) e tutt'intorno gli Iperborei, i leoni e l'oceano sconfinato tra Europa e Asia. Così un antico guardava il planisfero e credeva di sapere come era fatto il mondo, mentre quella roba lì non la usava per muoversi nei territori noti ed in più credeva di star piantando la bandiera dei re di Spagna sul suolo indiano quando invece aveva inzuccato un intero continente di cui non aveva nemmeno immaginato l'esistenza. Però cavolo, quanto si vantava di essere colto...
" 'zzo dici, vecchio? Sapevano già tutto nel 3000 a.C." |
Un buon sito di videogiochi o di trucchi per usare Ubuntu è come gli schemi della metropolitana: un po' di linee colorate che si intersecano. Tu lo sai che la città non ha quell'aspetto, però grazie a quelle linee arrivi sempre a destinazione. Ma soprattutto, non ti sentirai in grado di discutere con l'Amministratore Delegato della Metropolitana per il solo fatto di essere sceso alla stazione giusta.