Natale è alle porte, occupiamo

Leggo sui giornali che si è aperta la stagione delle occupazioni scolastiche. Vuol dire che siamo già verso dicembre... come vola il tempo. Comunque, pare che quest'anno alcuni studenti (no, gente dei centri sociali! Ah perché uno dei centri sociali non può essere uno studente?) le abbiano prese e siano finiti in ospedale.

Propongo quindi di aprire la rubrica “racconta la tua occupazione”, e non si tratta di fare live-blogging dalle scuole autogestite, ma di ricordare tutti insieme come abbiamo passato noi le nostre occupazioni. Perché io sono per il recupero e la salvaguardia delle tradizioni, che non vanno assolutamente perdute.

Ho partecipato alle ultime occupazioni/autogestioni quando chi è in quinta superiore adesso aveva da poco imparato le tabelline. Le mie prime risalgono a quando chi protesta ora era un frugoletto che la nonna si strapazzava tutto il tempo.

Personalmente ritenevo che di motivi per protestare ne avessimo a bizzeffe. Avevamo un docente che dormiva per buona parte della lezione. Un altro che spiegava per dieci minuti e il resto della lezione cazzeggiava. Uno lo abbiamo cambiato ogni anno e un anno ne abbiamo cambiati tre. Uno non aveva alcuna conoscenza della materia che spiegava. Uno ci faceva dare i voti alle ragazze della scuola. Uno diceva di seguire le nuove frontiere della pedagogia moderna (all'università mi hanno bocciato una sola volta: nella materia che insegnava costui, con un esame casualmente incentrato sulle uniche tre cose che costui ci aveva insegnato). A scuola si spacciava e si consumava droga in completa tranquillità. Fecero la differenza una giovane supplente, bellissima e di cui mi ero vagamente infatuato, e un'altra supplente che per quel poco che rimase ci obbligò a studiare sul serio (sostituiva quello delle nuove frontiere della pedagogia, infatti poi all'università non fui costretto a studiare da zero le parti di programma da lei tenute).

La cosa brutta è che questi insegnanti pretendevano pure che andassimo bene, impresa al limite dell'impossibile. Il fatto è che io a casa non avevo una schiera di parenti che mi potessero aiutare in tutte le materie, né provenivo dalla parte “buona” della società e non avevo il vantaggio di essere raccomandato come molti miei compagni. Insomma, avevo un bel po' di motivi per voler protestare.

Del tutto ignorati dal resto degli studenti.

I quali ritenevano degne solo le cause dal nome magniloquente e dalla retorica stantia, ma che non avevano mai nessuna ricaduta pratica sulla vita quotidiana. Se invece protestate perché il vostro docente ruba i soldi delle tasse snocciolando fesserie, quello il giorno dopo ve lo trovate in classe e vi fa pentire di essere venuti al mondo. E così mi ritrovavo sempre una scuola autogestita, in cui i professori non dovevano nemmeno più far presenza e in cui non c'era niente da fare.

Però ricordo che un anno partecipai ad un gruppo di lavoro. Credo fosse l'epoca della riforma Berlinguer, ma potrei sbagliarmi. Il gruppo di lavoro doveva studiare la parte della riforma che riguardava le scuole private. La retorica degli occupatori autogestori – come potete ben immaginare – era la stessa di oggi: vogliono distruggere la scuola pubblica, vogliono mettere tutto in mano a Confindustria e farci diventare tutti operai in fabbrica. Così il nostro gruppetto, il più piccolo e sfigatello, si è messo pazientemente a leggere gli articoli incriminati. Alla fine della lettura, convenimmo tutti sul fatto che, almeno per quell'ambito, la riforma era la solita cosa all'italiana, dove tutto cambia nella forma ma rimane identico nella sostanza. E così redigemmo il nostro documento in cui si affermava proprio questo. Ma poiché il documento non diceva che la riforma voleva privatizzare la scuola il lavoro venne cassato. La scena si volse sotto i miei occhi e sono testimone del capetto politico di turno che affermava chiaramente che lui non poteva accettare un documento che andava contro quello che lui diceva. Fine della discussione.

Per il resto l'autogestione era anche divertente: concerti, birra, ragazze (gli altri, io su quel versante ero fortunato tanto quanto in politica).

All'università trovai altrettanti argomenti di protesta. Un corpo docente a dir poco imbarazzante, che a tratti si trasformava in clan e dal quale penso siano stati partoriti figli deformi a causa della mancanza di varietà genetica. Senza contare che la casta professorale se ne fotteva allegramente di... oh be', di tutto. Docenti che non pubblicano mezza pagina da anni, che non si presentano a lezione, che spostano le date degli esami a piacere. Ragazzi che si facevano chilometri in treno per niente. Biblioteche quasi inesistenti. Agibilità dei locali dipendente dalle condizioni metereologiche. Insomma, la vostra buona dose di bile quotidiana, se pensate che quella che non state ricevendo è tutta l'istruzione che avete a disposizione nella vita. Io mi sono tenuto lontano da tutte le conventicole politiche, all'università volevo studiare e basta. Però succedevano cose strane.

Ogni tanto la facoltà veniva circondata da tizi mai visti che iniziavano a parlare della “nostra” università, del “nostro” futuro e dei “nostri” diritti vari e assortiti. Non posso certo provare che costoro non fossero iscritti all'università, questo no, anche perché formalmente iscritte sono schiere di persone, che magari hanno finito da anni e gli manca la tesi oppure da gente cui interessa la scusa per stare fuori casa. Tutte cose che sapete anche voi. E questi arrivavano e cercavano di impedire le lezioni. Perché se gli Usa invadono l'Iraq e tu occupi la facoltà, certamente Bush ritirerà le truppe, è chiaro. Erano comunque tentativi destinati al fallimento: intere schiere di pendolari, reduci da un viaggio con Trenitalia, non si sarebbero certo fatte fermare da quattro pischelli con la fregola dell'occupazione (erano coetanei, ma viaggiare con Trenitalia ti fa invecchiare dentro e ti sembrano tutti pischelli, anche le signore di 80 anni). Allora questi ripiegavano su argomenti più seri, come il diritto ad avere le fotocopie gratis e la connessione ad internet gratuita ed illimitata. Immaginate l'effetto di queste proposte a gente come noi che a volte doveva andare in un'altra università di un'altra città per avere un libro assolutamente introvabile nella nostra biblioteca.

Ecco, questi sono i ricordi che ho io delle mie occupazioni e autogestioni.

Piccolo manuale pratico per lo studente protestante

Immagino ci sia un ristretto numero di studenti che genuinamente credono nelle proteste che portano avanti. Mi rivolgo a loro.

Ricordatevi che quello che ora difendete, noi lo avevamo combattuto; quello che voi ritenete un diritto, per noi era un sopruso. Pensateci.

A meno che non abbiate serie intenzioni di fare politica attiva da grandi, state perdendo il vostro tempo. Le vostre proteste non servono a niente. Credete davvero che un gruppo di minorenni che gridano per strada possa avere la minima influenza sulla politca di una nazione? No. Sul serio, non è una provocazione. No. Usate il vostro tempo in maniera più utile. Studiate, anche quello che non vi insegnano. Coltivate degli interessi, leggete, anche cose scientifiche, non ci sono solo romanzi. Viaggiate. Visitate un museo della vostra città. Lavatevi, radetevi i baffetti e chiedete alla ragazza che vi piace di uscire con voi (ma radetevi i baffetti, mi raccomando). Questo era per i ragazzi, lo so. Ragazze, rilassatevi. State con le vostre amiche, uscite con i ragazzi. Siete tutte bellissime, ognuna per quello che è. Non andate a rovinarvi con i dreadlock in testa o mischiandovi a teppaglia parafascista. Giocate coi videogame. Se siete maggiorenni, organizzatevi un bel viaggio con Ryan Air, venite qui in Germania e scoprite le meraviglie della prostituzione legalizzata. L'importante è che stiate lontani dalla massa protestante. Lo ripeto, quello va bene solo se volete fare politica di mestiere. Per tutti gli altri, è solo tempo sprecato. Di vita ne avete una sola, non buttatela via con la politica.

Non partecipate a nessuna manifestazione. E' una cosa stupida. A chi pensate di gridare, camminando per le strade svuotate? E chi pensate stia ascoltando, a parte i vostri amici e i poliziotti in testa al corteo? Manifestare non è niente di diverso dall'andare allo stadio la domenica, una massa di ragazzi in piena scarica ormonale che si lasciano andare. Siete meglio di così, dico davvero.

Senza considerare che ultimamente le manifestazioni tendono a finire male, ci sono sempre più botte da orbi, sia da parte di altri manifestanti che della polizia. Il manganello fa male. Chi ve lo fa fare? Se non vi piace fare a botte (è una iniezione di adrenalina non da poco, devo ammetterlo) state lontani e usate il vostro tempo in maniera migliore.

Fate l'amore, non fate politica.

14 commenti:

essere disgustoso* ha detto...

d'accordo che alle superiori è solo una scusa per qualche birra e le prime esperienze sessuali: la mia scuola poi era di destra, sia prof che studenti, dunque erano occupazioni senza ideologie ma nel nome del diritto al panino al prosciutto crudo e del resto ai distributori.
ma:

"Manifestare non è niente di diverso dall'andare allo stadio la domenica, una massa di ragazzi in piena scarica ormonale che si lasciano andare."

è una vera e propria bestemmia. un conto è pagare società per retribuire analfabeti nel nome del doping, degli anni tolti allo studio per sapere se ad avere più soldi è quello del petrolio o quello delle auto, un conto è farlo gratuitamente per chiedere qualcosa.

dici che mi strumentalizzano? sarà il contrario: sono io che mi unisco ai manifestanti quando ritengo giuste quelle ragioni e, nel mio tempo libero, partecipo a manifestazioni di destra e di sinistra.
se si manifesta perchè il governo non prende misure contro la crisi, come si è fatto in settembre, partecipo. al "no b-day", invece, no.

in tanti anni mai preso manganellate nè distrutto vetrine: se vuoi stare lontano dai guai, per quel che riguarda la mia esperienza, ci riesci. e non vedo inconiugabile il manifestare con il resto dei piaceri della vita (puttane e alcol).

un conto è scendere in piazza per dei diritti, giusti o sbagliati che siano: ad esempio, si parla di una grande manifestazione contro l'ultimo decreto sull'acqua privata. tu che faresti? non scenderesti in piazza per chiedere che venga cancellato quel provvedimento che aumenta la percentuale di privatizzazione di un bene fondamentale? non sarebbe fantastico vedere la popolazione civile, trasversalmente unita, chiedere qualcosa tutti insieme?

e poi, tommy, la settimana scorsa ha manifestato la polizia, in italia: anche loro sono come i tifosi che tutte le domeniche si svegliano per picchiarla, la polizia? anche loro si sono fatti strumentalizzare dai sindacalisti delle forze dell'ordine? ( http://news.illecito.com/cronaca/polizia-boicotta-tg-mediaset-manifestazione-nazionale-proteste-gruppo-facebook.html , perdonami il link ma l'avevo letta sul cartaceo la notizia e sul web, se non sei su facebook, si trova poco)

non è un bel messaggio dire "non interessatevi di politica ma giocate ai videogame", no proprio. sarebbe stata meglio un'esortazione a pensare ognuno con la propria testa e a valutare caso per caso.

qui in italia siamo divisi e disorganizzati ma, dato che sei un uomo di mondo, sai bene cosa succede più o meno ogni dieci anni in francia: la finanziaria fa schifo? sciopero generale nazionale. non quattro o cinque piazze, tutta la nazione, tutti i cittadini. ma tutti. e la finanziaria, in francia, cambia. e si torna a lavorare.
in italia no. grazie anche a quelli che la pensano come te.

su alcuni argomenti non si può generalizzare così facilmente. e non capisco il tuo modo di vivere: fai scheda bianca, non scendi in piazza perchè altrimenti ti strumentalizzano... come manifesti il tuo dissenso? non guardando porta a porta?

essere disgustoso* ha detto...

specifico: sugli studenti delle superiori hai perfettamente ragione. pochi capiscono le ragioni per le quali stai lì in piazza a manifestare. ma tornando all'esempio del provvedimento sull'acqua privata, ti sentiresti d'invitarli a restare a casa davanti al computer?

da giovanissimo ho fatto tante manifestazioni, di alcune me ne sono pentito, ma mi sono servite per formarmi un'opinione. cosa che sarebbe risultata difficile se avessi pensato solo a championship manager.

Unknown ha detto...

Ciao ed*

ti stavo aspettando :-)

(Alla manifestazione della polizia ho sentito che si prendevano a randellate da soli, al grido di Kossiga Boia)

essere disgustoso* ha detto...

ahahah!!!
mio zio (ex ps) ha detto che il coro più gettonato era "ma che sfiga ma che sfiga se non muore mai kossiga"!!!

Enrico ha detto...

@ essere disgustoso

Quella di Tommy mi sembra proprio un'esortazione a pensare con la propria testa, il problema è che in questo paese tutto quello che rientra nella categoria "libertà individuale" viene considerato a priori come "qualunquista".

Riguardo all'acqua poi la questione è un po' più complicata dei soliti slogan pubblico=bene privato=male.

http://ideashaveconsequences.org/water-for-everyone/

essere disgustoso* ha detto...

@enrico
semplificando poichè ho poco tempo espongo i motivi del mio giudizio negativo alle privatizzazioni in generale e, soprattutto, in italia:
-localmente si cederanno quote di pubblico non a chi prometterà il servizio migliore ma a chi porterà più voti all'amministrazione corrente, destra o sinistra che sia;
-l'azienda pubblica punta all'attivo e al reinvestimento, quella privata al pareggio di bilancio e ai fondi all'estero;
-quando pago la bolletta se la pago al pubblico sono soldi nostri, se la pago al privato sono soldi suoi.

sono prontissimo come sempre a rivedere le mie idee ma fammi un paio d'esempi di privatizzazione che hanno aumentato la qualità del servizio diminuendo i costi all'utente.
anzi, come vidi su una puntata di report i cittadini abitanti di comuni con alte percentuali di acqua privatizzata più ne risparmiavano più vedevano salire il prezzo al litro poichè il privato è disinteressato a non sprecare l'acqua e, da buon privato, pensa a guadagnare quello che si è prefissato.

a questa classe politica, inoltre, da d'alema a berlusconi, non farei privatizzare più nulla. beato te che ancora trovi la fiducia...

Unknown ha detto...

Non credo di dover tradurre per nessuno i termini In Topic e Off Topic...

Capisc'?

essere disgustoso* ha detto...

ha iniziato lui per primo!
:-)

Enrico ha detto...

A parlare di acqua veramente hai iniziato tu! :P

Attila ha detto...

Storie di vita vissuta: Primi anni '90, sono all'Università (giurisprudenza) e devo fare un simpaticissimo esame (non grosso, ma semipropedeutico - nel senso che se non lo hai sul libretto la commissione ti guarda - per un esamone da paura) a cui il prof ha concesso una sessione speciale PGR. In quel momento la facoltà è semioccupata dai soliti vestiti con le coperte per non si sa bene quale protesta. Il prof, vecchio marpione, ci comunica che si farà lo stesso la sessione e che ci aspetta in un'aula semimboscata della facoltà. Io devo arrivare in treno (non frequento e mi sparo un viaggio di 5 ore in treno per arrivare alla sessione, in pratica ho gli occhi iniettati di sangue), per cui sono tra gli ultimi ad arrivare. I primi sono passati senza che gli occupanti si accorgano di niente, ovviamente si accorgono che qualcuno sta entrando in quell'aula quando sta sopraggiungendo il sottoscritto. Mi si parano davanti in 2, uno poiuttosto robusto e con l'aria di chi vuole arieggiare le manine e l'altro più mingherlino ma con una parlantina da film di Tarantino.
-segue-

Attila ha detto...

-parte 2-

Il tizio mingherlino mi apostrofa su qualcosa come il rispetto verso i compagni e io lo guardo con gli occhi sempre più iniettati di sangue e procedo inesorabile.
In quel momento mi si para davanti quello più robusto e appoggia le manine sul mio petto nel tentativo di stringere la camicia. Purtroppo (per loro) non avevano messo in conto che il sottoscritto faceva l'istruttore di autodifesa già da qualche anno e talvolta il buttafuori a gettone (in nero) in qualità della cintura nera di judo e quella sempre nera di ju-jitsu (a cui, nel prosieguo della vita, si sarebbe aggiunta quella in karate). In un momento il tizio più robusto si trova in ginocchio per terra con il polso ben stretto dalla mia mano destra, mentre quello mingherlino si trova con il collo chiuso tra una colonna e la mia mano destra, quali stravaganti coincidenze possono capitare nella vita.
Dietro alla schiena sgattaiolano altri 3 o 4 studenti dentro all'aula, io, chiedendo permesso ai due sfortunati coincidenzanti, entravo e il prof fa chiudere la porta a chiave per evitare spiacevoli interruzioni (non sarebbero successe, perchè i 2 mi sa che si vergognavano troppo per raccontare agli altri occupanti cosa era capitato).
Alla fine dell'esame (passato) il professore ci mostrava un'uscita "alternativa" per evitare di urtare la sensibilità degli occupanti.

Io ho sempre avuto una particolare affinità e un moto indiscusso di simpatia verso coloro che portano avanti delle lotte e occupazioni e vanno a farsi passeggiate in comitiva lungo le vie cittadine.

Cordialità

Attila

Unknown ha detto...

Ciao Attila

eheheh, poi questi sono quelli che si lamentano dei fascisti e della polizia :-)

lamb-O ha detto...

Durante le occupazioni me ne sono sempre rimasto a casa, da quella brava cozza d'uomo che ero e sono.

Basta Con La Droga ha detto...

Io sono più vecchio di voi, quando ero uno sbarbo alle superiori non ho mai "goduto" di occupazioni e stronzate del genere. Al massimo qualche sciopero del corpo docente.

All'università invece scioperavo per i cazzi miei: arrivavo alla stazione dei treni, pensavo a quanto avevo voglia di andare a lezione rimanendo in piedi perché non c'erano posti a sedere a sufficienza per tutti e me ne sfanculavo al bar.

Adesso sto dietro una cattedra in un liceo socio-psico-positronico, lì quello che cazz'è e qua da noi non si protesta quasi mai; ogni tanto vengono due-tre imbecilli pieni di coperte colorate a distribuire volantini che nessuno ha mai perso tempo a leggere e il tutto si esaurisce lì.

Poi, in classe, qualche sbarbo che si vuol far credere interessante dalle sbarbe (che non lo cagano di striscio comunque) dice che qualche comitato ics ha indeddo una protesta per questo o quello. Io, che politicamente sto seduto a destra di Celine, gli faccio notare che non hanno potere economico - esattamente come noi del corpo insegnante - e che quindi possono farsi tutti i giorni di vacanza politica che gli pare, tanto non li cagherà nessuno di orbita di Plutone.

Loro - gli sbarbi e anche alcuni colleghi - fanno finta di non capire... o, almeno, me lo auguro. Che facciano finta, dico.

Qual era l'argomento? L'acqua?